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Definizione agevolata: estinzione del processo

Due contribuenti, dopo aver impugnato degli avvisi di accertamento fino alla Corte di Cassazione, hanno aderito alla definizione agevolata prevista dalla legge. Avendo saldato integralmente il debito e rinunciato al ricorso, la Corte ha dichiarato l’estinzione del giudizio, ponendo fine alla controversia tributaria. Le spese legali sono state lasciate a carico delle parti che le hanno sostenute.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione Agevolata: Come Chiudere le Liti con il Fisco

L’adesione alla definizione agevolata rappresenta uno strumento cruciale per i contribuenti che desiderano porre fine a lunghe e costose controversie con l’Amministrazione Finanziaria. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione illustra perfettamente come questa procedura possa portare all’estinzione del processo tributario, offrendo una via d’uscita certa e definitiva. Analizziamo insieme questo caso per comprendere i meccanismi e le implicazioni pratiche di tale scelta.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine dall’impugnazione, da parte di due contribuenti, di tre avvisi di accertamento relativi agli anni d’imposta 2006, 2007 e 2008. Tali avvisi contestavano maggiori imposte ai fini IRPEF, IRAP ed IVA.

Il percorso giudiziario era stato complesso: dopo un parziale accoglimento in primo grado presso la Commissione Tributaria Provinciale, la Commissione Tributaria Regionale aveva riformato la decisione in appello, dando ragione all’Agenzia delle Entrate. I contribuenti, non arrendendosi, avevano quindi proposto ricorso per Cassazione.

La Svolta: L’Adesione alla Definizione Agevolata

Durante la pendenza del giudizio di legittimità, i ricorrenti hanno scelto di avvalersi della definizione agevolata prevista dall’art. 6 del d.l. 193/2016. Hanno presentato formale istanza, impegnandosi a rinunciare al giudizio, e hanno provveduto al pagamento integrale di tutte le rate dovute, come comunicato dall’Agenzia delle Entrate.

A riprova dell’avvenuto saldo, hanno prodotto in giudizio gli estratti di ruolo rilasciati dall’Agente della Riscossione, dai quali emergeva un debito residuo pari a zero per tutte le cartelle di pagamento oggetto della controversia. Di conseguenza, in udienza, hanno formalmente rinunciato al ricorso, chiedendo l’estinzione del processo.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione, preso atto della situazione, non ha potuto che accogliere la richiesta. L’Agenzia delle Entrate ha accettato la rinuncia, concordando sull’estinzione del giudizio, posizione condivisa anche dal Procuratore Generale. La Corte ha quindi dichiarato formalmente l’estinzione del giudizio, stabilendo che le spese legali rimanessero a carico di chi le aveva anticipate.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni alla base della decisione sono lineari e si fondano sulla verifica dei presupposti normativi. La Corte ha constatato che:

1. Esistenza delle istanze: I contribuenti avevano formalmente presentato le istanze per la definizione agevolata in data 19 aprile 2017.
2. Pagamento integrale: Attraverso la produzione degli estratti di ruolo asseverati, è stato dimostrato che il debito residuo relativo agli avvisi di accertamento impugnati era stato azzerato.
3. Rinuncia al ricorso: I ricorrenti avevano rinunciato al ricorso, adempiendo a una delle condizioni necessarie per perfezionare la procedura.

La compresenza di questi elementi – pagamento del dovuto e rinuncia alla lite – ha integrato pienamente i presupposti della definizione agevolata, rendendo l’estinzione del giudizio un atto dovuto. La controversia ha perso il suo oggetto, e il processo non aveva più ragione di proseguire.

Conclusioni

Questa ordinanza conferma l’efficacia della definizione agevolata come strumento deflattivo del contenzioso tributario. Per i contribuenti, rappresenta un’opportunità per chiudere definitivamente le pendenze con il Fisco, evitando l’incertezza e i costi di ulteriori gradi di giudizio. Per l’Amministrazione Finanziaria, consente di incassare le somme dovute in tempi rapidi e di ridurre il carico di lavoro degli uffici e dei tribunali. La decisione sulle spese, poste a carico di chi le ha sostenute, è una conseguenza tipica di questa modalità di chiusura del processo, incentivando ulteriormente le parti a trovare una soluzione transattiva attraverso gli strumenti messi a disposizione dal legislatore.

Cosa succede a un processo tributario se il contribuente aderisce alla definizione agevolata?
Se il contribuente paga integralmente le somme dovute secondo la procedura di definizione agevolata e rinuncia al ricorso, il processo viene dichiarato estinto, ponendo fine alla controversia senza una decisione nel merito.

È necessario il consenso dell’Agenzia delle Entrate per l’estinzione del giudizio dopo la definizione agevolata?
Sì, il provvedimento evidenzia che l’Agenzia delle Entrate ha accettato la rinuncia e ha concordato con la richiesta di estinzione, confermando che il suo consenso è parte del perfezionamento della procedura.

Chi paga le spese legali in caso di estinzione del giudizio per definizione agevolata?
La Corte di Cassazione ha stabilito che le spese restano a carico della parte che le ha anticipate. Ciascuna parte, quindi, sostiene i costi del proprio difensore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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