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Definizione agevolata: estinzione del processo

Una società impugnava un estratto di ruolo relativo a tributi locali. Durante il giudizio in Cassazione, la società ha aderito alla definizione agevolata, pagando il dovuto e chiedendo di dichiarare cessata la materia del contendere. La Corte Suprema, accogliendo la richiesta, ha dichiarato estinto il processo, sottolineando che l’adesione alla sanatoria implica la rinuncia al giudizio e comporta la compensazione delle spese legali.

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Pubblicato il 7 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione Agevolata: Quando la Rottamazione Estingue il Processo Tributario

L’adesione alla definizione agevolata, nota anche come “rottamazione delle cartelle”, rappresenta uno strumento fondamentale per chiudere le pendenze con il Fisco. Ma quali sono le sue conseguenze su un processo tributario già in corso? Un’ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce che l’adesione a questa procedura comporta l’estinzione del giudizio, anche se pendente in ultimo grado, con importanti benefici per il contribuente.

I Fatti del Caso: Dall’Impugnazione della Cartella alla Sanatoria

Una società a responsabilità limitata aveva impugnato un estratto di ruolo e una cartella esattoriale relativi al mancato pagamento dell’ICI per gli anni 2005 e 2006. Sia la Commissione Tributaria Provinciale (CTP) che la Commissione Tributaria Regionale (CTR) avevano respinto le ragioni dell’azienda, confermando la validità della notifica della cartella e l’inammissibilità del ricorso contro l’estratto di ruolo.

La società, non arrendendosi, aveva proposto ricorso per Cassazione. Tuttavia, durante lo svolgimento del giudizio di legittimità, aveva presentato istanza di definizione agevolata ai sensi della normativa sulla “rottamazione-bis”. Dopo aver documentato l’adesione e il versamento degli importi dovuti, la società ha chiesto alla Corte di dichiarare la cessazione della materia del contendere, rinunciando di fatto al ricorso.

La Decisione della Corte: La Definizione Agevolata e l’Estinzione del Giudizio

La Corte di Cassazione ha accolto la richiesta della società e ha dichiarato estinto il processo. La decisione si fonda sull’interpretazione dell’art. 6 del D.L. n. 193 del 2016, che disciplina la definizione agevolata. Tale norma prevede esplicitamente che il contribuente, nel manifestare la volontà di avvalersi della sanatoria, “assume l’impegno a rinunciare agli stessi giudizi”.

Secondo la Corte, questa manifestazione di volontà, seguita dalla comunicazione dell’agente della riscossione che conferma l’adesione, equivale a una rinuncia al ricorso disciplinata direttamente dalla legge. Di conseguenza, il processo non può che essere dichiarato estinto.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha specificato che, ai fini dell’estinzione, non è necessario attendere la prova del completo pagamento di tutte le rate previste dal piano di definizione. È sufficiente che il contribuente ricorrente abbia documentato la propria dichiarazione di volersi avvalere della sanatoria e l’avvenuta comunicazione da parte dell’agente della riscossione. Questo perché la legge stessa collega l’impegno alla rinuncia al momento dell’adesione, non al saldo finale del debito.

Un altro punto cruciale riguarda le spese legali. La Corte ha stabilito che le spese del giudizio devono essere compensate tra le parti. Questa scelta è in linea con la ratio della definizione agevolata, che mira a incentivare la chiusura dei contenziosi. Condannare il contribuente alle spese, infatti, contrasterebbe con lo spirito della norma. Infine, i giudici hanno chiarito che, in caso di estinzione per adesione alla rottamazione, non si applica il cosiddetto “doppio contributo unificato”, una sanzione normalmente prevista per i ricorsi inammissibili o respinti.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza consolida un principio fondamentale per i contribuenti con contenziosi tributari pendenti. L’adesione a una definizione agevolata non solo permette di sanare il debito a condizioni vantaggiose, ma offre anche una via d’uscita chiara e definita dai procedimenti giudiziari in corso. Il contribuente che aderisce alla rottamazione deve semplicemente formalizzare tale scelta nel giudizio pendente per ottenerne l’estinzione, con il vantaggio della compensazione delle spese legali e senza il rischio di sanzioni processuali aggiuntive. Si tratta di una conferma importante dell’efficacia di questi strumenti deflattivi del contenzioso.

Che effetto ha l’adesione alla definizione agevolata (rottamazione) su un processo tributario in corso?
L’adesione alla definizione agevolata, se correttamente documentata nel giudizio, comporta l’estinzione del processo. Il contribuente, infatti, si impegna per legge a rinunciare alla lite.

Per ottenere l’estinzione del processo è necessario dimostrare di aver pagato tutte le rate della rottamazione?
No. Secondo la Corte, per dichiarare l’estinzione del processo è sufficiente documentare la presentazione della dichiarazione di adesione alla definizione agevolata e la successiva comunicazione da parte dell’agente della riscossione, senza dover attendere il pagamento integrale del debito rateizzato.

In caso di estinzione del processo per definizione agevolata, chi paga le spese legali?
Le spese legali vengono compensate. Ciò significa che ogni parte sostiene i propri costi e nessuna è tenuta a rimborsare quelli della controparte. Inoltre, non è dovuto il pagamento del “doppio contributo unificato”.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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