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Definizione agevolata: estinzione del processo

Una società cinematografica, accusata dall’Agenzia delle Entrate di elusione fiscale per l’utilizzo di perdite pregresse, ha visto il proprio contenzioso, giunto in Cassazione, estinguersi. La Corte Suprema ha dichiarato la cessata materia del contendere non entrando nel merito della disputa, ma prendendo atto della corretta adesione dell’azienda alla definizione agevolata prevista dalla Legge n. 197/2022. Questo caso evidenzia la potenza dello strumento della definizione agevolata come via d’uscita definitiva dai contenziosi tributari pendenti.

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Pubblicato il 21 agosto 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione Agevolata: Come Estinguere un Contenzioso in Cassazione

L’adesione alla definizione agevolata delle liti tributarie rappresenta una strategia risolutiva per i contribuenti, in grado di porre fine a contenziosi pendenti anche quando questi hanno raggiunto l’ultimo grado di giudizio. Un’ordinanza della Corte di Cassazione illumina l’efficacia di questo strumento, dimostrando come possa portare all’estinzione del processo senza una pronuncia nel merito, offrendo una via d’uscita certa e definitiva. Analizziamo un caso emblematico che ha coinvolto un’importante società del settore cinematografico e l’Agenzia delle Entrate.

I Fatti del Caso: La Contestazione per Elusione Fiscale

La vicenda trae origine da due avvisi di accertamento notificati a una società cinematografica per gli anni d’imposta 2010 e 2011. L’Agenzia delle Entrate contestava l’utilizzo, da parte della società, di ingenti perdite fiscali maturate in anni precedenti (2001-2003) per abbattere il proprio reddito imponibile.

Secondo la tesi dell’Ufficio, l’operazione societaria che aveva portato la contribuente a detenere tali perdite era da considerarsi elusiva. In pratica, si sosteneva che l’acquisto della società fosse stato motivato unicamente dallo scopo di sfruttarne abusivamente il ‘tesoretto’ di perdite fiscali, in violazione dei principi di correttezza e del divieto di abuso del diritto sancito dalla normativa tributaria.

La società contribuente aveva impugnato gli atti impositivi, ottenendo ragione sia in primo grado, presso la Commissione Tributaria Provinciale, sia in secondo grado, presso la Commissione Tributaria Regionale. I giudici d’appello, in particolare, avevano ritenuto che l’amministrazione finanziaria fosse decaduta dal potere di accertamento e non avesse fornito prova sufficiente dell’abusività dell’operazione. L’Agenzia delle Entrate, non rassegnata, aveva quindi proposto ricorso per cassazione.

La Svolta: L’Adesione alla Definizione Agevolata

Mentre il giudizio pendeva dinanzi alla Corte Suprema, è intervenuta una novità legislativa cruciale: la Legge n. 197 del 2022, che ha introdotto una nuova opportunità di definizione agevolata delle controversie tributarie. La società cinematografica, avendo vinto in entrambi i gradi di merito precedenti, ha colto l’occasione. Ha presentato istanza di definizione e ha versato l’importo richiesto, pari al 5% del valore della controversia, come previsto per i casi in cui l’Agenzia fiscale risulti soccombente in tutti i precedenti gradi di giudizio.

Le Motivazioni della Corte: La Piena Operatività della Definizione Agevolata

La Corte di Cassazione, chiamata a decidere sul ricorso dell’Agenzia, ha esaminato con priorità l’istanza di estinzione del giudizio presentata dalla società. I giudici hanno verificato la sussistenza di tutte le condizioni richieste dalla legge per l’accesso alla definizione agevolata:

1. Tipologia di lite: La controversia rientrava tra quelle attribuite alla giurisdizione tributaria.
2. Parti coinvolte: L’Agenzia delle Entrate era parte del giudizio.
3. Pendenza del processo: Il ricorso introduttivo era stato notificato entro i termini e il processo era ancora pendente al momento della presentazione della domanda.
4. Tempestività: La domanda di definizione e il relativo pagamento erano stati effettuati entro le scadenze previste.
5. Assenza di diniego: Alla società non era stato notificato alcun provvedimento di diniego da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Accertato il perfezionamento della procedura di condono, con l’integrale pagamento delle somme dovute, la Corte ha applicato direttamente la norma (art. 1, comma 198, L. n. 197/2022). Questa disposizione prevede che, in caso di deposito della domanda e del versamento, il processo pendente venga dichiarato estinto.

Di conseguenza, la Corte ha dichiarato l’estinzione del processo e la cessazione della materia del contendere, astenendosi completamente dal pronunciarsi sui motivi del ricorso principale dell’Agenzia e su quello incidentale della società. Le spese processuali, come previsto dalla normativa speciale, sono rimaste a carico della parte che le aveva anticipate.

Conclusioni: Certezza e Finalità del Procedimento

Questa ordinanza conferma la natura tombale della definizione agevolata. Tale strumento non offre semplicemente uno ‘sconto’ sulle pretese fiscali, ma rappresenta una vera e propria via d’uscita dal contenzioso. Una volta che il contribuente ha correttamente aderito alla procedura e adempiuto ai suoi obblighi, il processo si estingue per legge, indipendentemente da chi avesse ragione o torto nel merito della disputa. Per le imprese e i contribuenti, ciò si traduce in un vantaggio inestimabile: la certezza del diritto e la chiusura definitiva di una vertenza che avrebbe potuto trascinarsi ancora per anni, con costi e incertezze significativi.

Cosa succede a un processo tributario pendente se il contribuente aderisce alla definizione agevolata prevista dalla L. 197/2022?
Il processo viene dichiarato estinto con decreto del presidente della sezione o con ordinanza in camera di consiglio. La normativa prevede che, una volta perfezionata la definizione con la presentazione della domanda e il versamento degli importi dovuti, il giudizio si chiuda senza una decisione sul merito.

La definizione agevolata si applica anche ai giudizi pendenti in Corte di Cassazione?
Sì, la legge specifica chiaramente che la procedura si applica alle controversie pendenti in ogni stato e grado del giudizio, compreso quello innanzi alla Corte di Cassazione.

In caso di estinzione per definizione agevolata, la Corte esamina i motivi del ricorso?
No, la Corte non si pronuncia sui motivi del ricorso. Il suo compito si limita a verificare la sussistenza di tutte le condizioni formali e sostanziali per l’accesso alla definizione agevolata. Una volta accertato il perfezionamento della procedura, il collegio dichiara l’estinzione del processo e la cessazione della materia del contendere, senza entrare nel merito della questione tributaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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