LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Definizione agevolata: estinzione del giudizio fiscale

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’estinzione di un giudizio tributario a seguito dell’adesione del contribuente alla definizione agevolata prevista dalla Legge n. 197/2022. Il caso riguardava un ricorso dell’Agenzia delle Entrate contro una società per un accertamento fiscale. La presentazione della domanda di definizione e del relativo pagamento ha determinato la chiusura del processo, con spese a carico di chi le ha anticipate.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione Agevolata: Quando il Contenzioso Fiscale si Estingue

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce gli effetti diretti della definizione agevolata sui processi tributari pendenti. Quando un contribuente sceglie di aderire a questa procedura, presentando la domanda e il relativo pagamento, il giudizio in corso si estingue, anche se si trova al più alto grado di giudizio. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un avviso di accertamento emesso dall’Agenzia delle Entrate nei confronti di una società a responsabilità limitata. L’Amministrazione Finanziaria contestava, per l’anno 2014, maggiori ricavi ai fini Ires, Irap e Iva, basandosi sugli studi di settore. La società aveva impugnato l’atto, ottenendo una sentenza favorevole dalla Commissione Tributaria Provinciale.

Successivamente, la Commissione Tributaria Regionale aveva confermato la decisione di primo grado, rigettando l’appello dell’Agenzia. Non rassegnata, l’Amministrazione proponeva ricorso per cassazione, portando la controversia dinanzi alla Suprema Corte.

La Svolta: L’Adesione alla Definizione Agevolata

Durante la pendenza del giudizio in Cassazione, la società contribuente ha deciso di avvalersi della definizione agevolata delle liti pendenti, introdotta dalla Legge n. 197/2022. Ha quindi presentato all’Agenzia delle Entrate la domanda di definizione e ha effettuato il pagamento della prima rata dovuta.

Copia della domanda e della relativa quietanza di pagamento è stata depositata presso la cancelleria della Corte di Cassazione, come richiesto dalla normativa, per informare l’organo giudicante dell’avvenuta adesione alla procedura di sanatoria.

La Decisione della Corte di Cassazione

Preso atto della documentazione depositata e verificata la sussistenza dei presupposti di legge, la Corte di Cassazione non ha potuto fare altro che dichiarare l’estinzione del giudizio. La controversia, pertanto, si è conclusa senza una pronuncia sul merito dei motivi di ricorso presentati dall’Agenzia delle Entrate.

Le Motivazioni

La decisione della Corte si fonda sulla precisa applicazione dell’art. 1, commi 197 e 198, della Legge n. 197/2022. Questa normativa stabilisce che il contribuente che intende aderire alla definizione agevolata ha l’onere di depositare, presso l’organo giurisdizionale dove pende la lite, copia della domanda di definizione e del versamento degli importi dovuti (o della prima rata).

Una volta adempiuto a tale onere entro i termini previsti, la legge prevede espressamente che “il processo è dichiarato estinto”. La Corte ha constatato che la società aveva correttamente seguito la procedura, e in assenza di un diniego da parte dell’amministrazione finanziaria, non vi era alcun ostacolo alla dichiarazione di estinzione. Per quanto riguarda le spese legali, la Corte ha stabilito che esse restano a carico della parte che le ha anticipate, conformemente a quanto previsto in questi casi.

Le Conclusioni

Questa ordinanza conferma l’efficacia della definizione agevolata come strumento per porre fine ai contenziosi fiscali. Per i contribuenti, rappresenta un’opportunità concreta per chiudere definitivamente le controversie pendenti, anche quelle arrivate in Cassazione, evitando i costi e le incertezze di un lungo processo legale. La procedura è chiara: la presentazione della domanda e del pagamento, seguita dal deposito in giudizio, porta direttamente all’estinzione del processo, semplificando l’iter e fornendo una via d’uscita certa dal contenzioso.

Cosa succede a un processo tributario se il contribuente aderisce alla definizione agevolata?
Il processo viene dichiarato estinto. È necessario che il contribuente depositi presso il giudice competente la copia della domanda di definizione e la prova del pagamento degli importi dovuti o della prima rata.

Chi paga le spese legali in caso di estinzione del giudizio per definizione agevolata?
Secondo l’ordinanza, le spese del giudizio estinto restano a carico della parte che le ha anticipate. Non è prevista una condanna alle spese per la controparte.

L’estinzione del giudizio dipende dall’accettazione della domanda da parte dell’Agenzia delle Entrate?
La Corte ha dichiarato l’estinzione sulla base del deposito della domanda e del pagamento da parte del contribuente, rilevando che non era intervenuto alcun diniego da parte dell’amministrazione finanziaria, suggerendo che l’adempimento del contribuente è l’elemento chiave per la chiusura del processo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati