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Definizione agevolata: estinzione del giudizio

Una società contribuente, dopo aver vinto due gradi di giudizio contro l’Amministrazione Finanziaria, ha utilizzato la definizione agevolata prevista dalla Legge 130/2022 per chiudere la controversia pendente in Cassazione. A seguito della presentazione della domanda e della prova del pagamento, la Suprema Corte ha dichiarato l’estinzione del giudizio, confermando l’efficacia dello strumento deflattivo del contenzioso.

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Pubblicato il 15 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione Agevolata: la Cassazione Dichiara l’Estinzione del Giudizio

L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio pratico dell’efficacia della definizione agevolata delle liti tributarie pendenti, uno strumento pensato dal legislatore per ridurre il contenzioso e consentire ai contribuenti di chiudere le proprie pendenze con il Fisco. Il caso, giunto fino alla Suprema Corte di Cassazione, si è concluso non con una pronuncia sul merito, ma con una declaratoria di estinzione del processo, proprio grazie all’adesione del contribuente a questa procedura speciale.

I fatti del caso

La vicenda trae origine da un avviso di accertamento emesso dall’Amministrazione Finanziaria nei confronti di una società a responsabilità limitata. La società ha impugnato l’atto e ha ottenuto ragione sia in primo grado, presso la Commissione Tributaria Provinciale, sia in secondo grado, davanti alla Commissione Tributaria Regionale.

Nonostante le due sentenze favorevoli, l’Amministrazione Finanziaria ha deciso di proseguire la battaglia legale, presentando ricorso per Cassazione. Mentre il giudizio era pendente dinanzi alla Suprema Corte, la società contribuente ha colto l’opportunità offerta dalla normativa sulla definizione agevolata delle controversie tributarie (Legge n. 130 del 2022).

La Procedura di Definizione Agevolata e l’Estinzione

La società ha presentato la domanda di definizione agevolata, ha effettuato il pagamento dell’importo dovuto secondo i termini di legge e ha depositato tutta la documentazione necessaria presso la Corte di Cassazione, inclusa la prova del versamento. La legge prevede che, in casi come questo, dove l’Amministrazione Finanziaria è risultata soccombente in entrambi i precedenti gradi di giudizio, il perfezionamento della definizione agevolata comporti l’estinzione del processo.

La parte contribuente, attraverso una memoria, ha quindi chiesto alla Corte di prendere atto dell’avvenuto perfezionamento della procedura e di dichiarare estinto il giudizio, sottolineando come fossero trascorsi i termini senza che la controparte avesse presentato un’istanza per la trattazione del caso.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte, esaminata la documentazione prodotta, ha accolto la richiesta della società contribuente. I giudici hanno verificato la sussistenza di tutti i presupposti richiesti dall’articolo 5 della Legge n. 130 del 2022. In particolare, hanno constatato che:
1. La controversia rientrava tra quelle definibili.
2. L’Amministrazione Finanziaria era la parte soccombente nei due gradi di merito precedenti.
3. La società contribuente aveva correttamente presentato l’istanza e depositato la documentazione attestante il pagamento degli importi previsti.

Alla luce di questi elementi, la Corte non ha potuto fare altro che dichiarare l’estinzione del giudizio. Per quanto riguarda le spese legali, in applicazione del comma 5 dello stesso articolo 5, i giudici hanno stabilito che queste rimanessero a carico delle parti che le avevano anticipate, senza quindi una condanna per la parte soccombente.

Le conclusioni

Questa ordinanza ribadisce la finalità deflattiva degli strumenti di definizione agevolata. Essa dimostra come, anche in pendenza di un giudizio di legittimità in Cassazione, il contribuente possa avvalersi di queste procedure per ottenere una chiusura certa e definitiva della lite. La decisione conferma che, una volta perfezionata la procedura secondo le regole, l’effetto estintivo del processo è automatico e il giudice ha il solo compito di prenderne atto. Si tratta di una soluzione vantaggiosa per il contribuente, che evita i rischi e i tempi di un ulteriore grado di giudizio, e per il sistema giudiziario, che viene alleggerito di un contenzioso.

Che cos’è la definizione agevolata in ambito tributario?
È una procedura prevista dalla legge che consente a un contribuente di chiudere una controversia fiscale pendente pagando una somma ridotta rispetto a quanto originariamente richiesto, portando all’estinzione del processo in corso.

Cosa accade se un contribuente aderisce alla definizione agevolata mentre il suo caso è in Cassazione?
Se il contribuente presenta la domanda, effettua il pagamento richiesto e deposita la relativa documentazione, e se ricorrono le condizioni di legge (come la soccombenza dell’Agenzia Fiscale nei gradi precedenti), la Corte di Cassazione dichiara l’estinzione del giudizio, chiudendo definitivamente la controversia.

Chi paga le spese legali in caso di estinzione del giudizio per definizione agevolata?
Secondo l’art. 5, comma 5, della Legge n. 130 del 2022 citata nel provvedimento, le spese del processo estinto restano a carico della parte che le ha anticipate. Non vi è quindi una condanna al pagamento delle spese a carico di una delle parti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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