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Definizione agevolata: estinzione del giudizio

Una società fornitrice di gas contestava la duplicazione di sanzioni per un ritardato pagamento di accise. Durante il processo in Cassazione, l’azienda ha aderito alla definizione agevolata delle controversie tributarie prevista dalla Legge di Bilancio 2023. La Corte Suprema ha quindi dichiarato l’estinzione del giudizio, applicando la normativa sulla tregua fiscale e stabilendo che le spese legali restano a carico della parte che le ha anticipate.

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Pubblicato il 14 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione Agevolata Controversie Tributarie: la Cassazione Dichiara l’Estinzione del Giudizio

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha messo in luce la potente efficacia della definizione agevolata delle controversie tributarie, uno strumento introdotto dalla Legge di Bilancio 2023. Questo meccanismo, noto anche come “tregua fiscale”, consente di chiudere i contenziosi pendenti con il Fisco, portando, come nel caso in esame, all’estinzione del giudizio anche quando questo è arrivato al suo ultimo grado.

I fatti del caso

La vicenda trae origine da un avviso di pagamento notificato a una società fornitrice di gas per il ritardato versamento di una rata di acconto sull’accisa sul gas naturale. L’Amministrazione Finanziaria contestava il ritardo di due giorni, irrogando non solo l’indennità di mora prevista dal Testo Unico sulle Accise, ma anche una sanzione amministrativa pecuniaria.

La società contribuente ha impugnato l’atto, sostenendo l’illegittimità della duplicazione delle sanzioni. I giudici della Commissione Tributaria Regionale avevano dato parzialmente ragione alla società, ritenendo applicabile la sola indennità di mora e annullando la sanzione amministrativa. L’Ente Fiscale, non soddisfatto della decisione, ha proposto ricorso per cassazione, e la società ha risposto con un controricorso.

La svolta processuale: l’adesione alla definizione agevolata

Mentre il processo era pendente davanti alla Corte Suprema, la società contribuente ha colto l’opportunità offerta dalla Legge di Bilancio 2023 (L. n. 197/2022) e ha presentato domanda di definizione agevolata delle controversie tributarie. Questo istituto permette di chiudere le liti fiscali pendenti, a determinate condizioni, versando un importo forfettario.

La difesa della società ha depositato telematicamente la domanda di definizione, dimostrando di volersi avvalere di questa procedura per porre fine alla controversia. Questo atto ha cambiato radicalmente il corso del processo.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione, preso atto del deposito della domanda di definizione agevolata, ha applicato direttamente la normativa specifica. L’art. 1, comma 198, della Legge n. 197/2022 stabilisce chiaramente che, a seguito del deposito della domanda di definizione e del relativo versamento, il processo pendente deve essere dichiarato estinto.

L’estinzione opera automaticamente, senza che il giudice debba entrare nel merito della questione originaria (la presunta duplicazione delle sanzioni). La volontà del legislatore è quella di deflazionare il contenzioso tributario, e l’adesione del contribuente a questa procedura determina la fine della lite. La Corte ha inoltre specificato che, in caso di estinzione per definizione agevolata, le spese del processo restano a carico della parte che le ha anticipate, senza possibilità di condanna della controparte.

Le conclusioni e le implicazioni pratiche

Questa ordinanza conferma la piena operatività della definizione agevolata delle controversie tributarie come strumento risolutivo efficace, applicabile in ogni stato e grado del giudizio, inclusa la fase di legittimità dinanzi alla Cassazione. Per i contribuenti con liti pendenti, questa procedura rappresenta un’opzione strategica per chiudere definitivamente un contenzioso, ottenendo la certezza del diritto e, spesso, un risparmio economico. La decisione chiarisce che l’effetto estintivo è una conseguenza diretta e automatica dell’adesione alla procedura, semplificando l’iter processuale e garantendo una rapida conclusione della vicenda.

Cosa succede a un processo tributario se il contribuente aderisce alla definizione agevolata?
Il processo viene dichiarato estinto. La legge prevede che, una volta presentata la domanda e effettuato il pagamento dovuto, la controversia si chiude definitivamente, indipendentemente dallo stato o dal grado in cui si trova il giudizio.

Chi paga le spese legali in caso di estinzione del giudizio per definizione agevolata?
Le spese legali restano a carico della parte che le ha sostenute fino a quel momento. La normativa prevede espressamente che non vi sia una condanna al pagamento delle spese a carico di una delle parti.

La definizione agevolata è applicabile anche per le cause pendenti in Corte di Cassazione?
Sì, la normativa si applica alle controversie pendenti in ogni stato e grado del giudizio, compreso quello innanzi alla Corte di Cassazione, come dimostra chiaramente il caso analizzato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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