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Definizione agevolata: estinzione del giudizio

La Corte di Cassazione chiarisce che l’adesione a una definizione agevolata, unita alla mancata presentazione di un’istanza di trattazione da parte di entrambe le parti entro il termine previsto, comporta l’estinzione del processo tributario. In questo caso, un contribuente aveva impugnato un avviso di accertamento fino in Cassazione. Durante il giudizio, ha aderito alla sanatoria fiscale prevista dal D.L. 119/2018. Poiché nessuna delle parti ha richiesto di proseguire la causa, la Corte ha dichiarato estinto il giudizio, con spese a carico di chi le ha anticipate.

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Pubblicato il 14 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione Agevolata: Quando e Come Porta all’Estinzione del Giudizio

L’adesione alla definizione agevolata delle liti tributarie rappresenta un’importante opportunità per i contribuenti, ma quali sono le sue conseguenze dirette sul processo in corso? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce un aspetto procedurale cruciale: la mancata presentazione dell’istanza di trattazione entro i termini di legge è il presupposto sufficiente per dichiarare l’estinzione del giudizio, anche in Cassazione.

Il Contesto del Caso: Dall’Avviso di Accertamento al Ricorso in Cassazione

La vicenda ha origine dall’impugnazione di un avviso di accertamento e di un successivo avviso di intimazione da parte di un contribuente. Dopo aver perso nei primi due gradi di giudizio presso la Commissione Tributaria Provinciale e Regionale, il contribuente ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione, lamentando diversi vizi della sentenza d’appello.

L’Intervento della Sanatoria Fiscale

Durante la pendenza del giudizio di legittimità, è intervenuta la normativa sulla definizione agevolata delle controversie tributarie (art. 6 del D.L. 119/2018). Il ricorrente ha colto questa opportunità, presentando la domanda di definizione nel maggio 2019 e versando la prima rata. Successivamente, ha chiesto la sospensione del processo. L’Agenzia delle Entrate, dal canto suo, non ha notificato alcun provvedimento di diniego entro i termini previsti dalla legge.

Le Motivazioni della Corte: L’Estinzione del Giudizio per Definizione Agevolata

La Corte di Cassazione, chiamata a decidere sul caso, ha posto l’attenzione su un elemento determinante previsto dalla normativa sulla definizione agevolata. L’articolo 6, comma 13, del D.L. 119/2018 stabilisce che il processo si estingue qualora nessuna delle parti depositi un’istanza di trattazione entro una data specifica (in questo caso, il 31 dicembre 2020).

I giudici hanno verificato che:
1. Il contribuente aveva presentato una regolare domanda di definizione agevolata.
2. L’Ufficio non aveva notificato un diniego nei termini.
3. Nessuna delle parti (né il contribuente, né l’Agenzia delle Entrate) aveva depositato l’istanza per la prosecuzione del giudizio entro il termine ultimo del 31 dicembre 2020.

Sulla base di questi presupposti, la Corte ha concluso che la mancata presentazione di tale istanza costituisce il presupposto legale per l’estinzione del processo. La volontà delle parti di non proseguire il contenzioso, manifestata attraverso questo comportamento omissivo, è sufficiente per chiudere definitivamente la lite.

I giudici hanno inoltre precisato che non si poteva dichiarare la cessazione della materia del contendere, poiché mancava la prova del pagamento integrale di tutte le rate previste dalla definizione. L’estinzione, invece, deriva direttamente dalla previsione normativa legata alla mancata richiesta di trattazione.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza offre un’importante lezione pratica per contribuenti e professionisti. L’adesione a una definizione agevolata non è solo un atto sostanziale per chiudere un debito con il Fisco, ma innesca anche precise conseguenze procedurali. La mancata presentazione dell’istanza di trattazione diventa un atto concludente che sancisce la volontà di abbandonare la lite. Di conseguenza, il processo si estingue automaticamente, e le spese legali restano a carico delle parti che le hanno anticipate, senza alcuna condanna per la parte soccombente. È quindi fondamentale monitorare attentamente le scadenze procedurali previste dalle norme sulle sanatorie per evitare di proseguire inutilmente un contenzioso che la legge considera già concluso.

Cosa succede a un processo tributario se il contribuente aderisce alla definizione agevolata?
Il processo può essere sospeso. Tuttavia, se dopo l’adesione nessuna delle parti deposita un’istanza per la sua prosecuzione entro il termine stabilito dalla legge, il giudizio si estingue.

Qual è il presupposto fondamentale per dichiarare l’estinzione del giudizio ai sensi del D.L. 119/2018?
Il presupposto fondamentale è la mancata presentazione dell’istanza di trattazione del giudizio da parte di una delle parti entro il termine perentorio previsto dalla norma (nel caso di specie, il 31 dicembre 2020).

In caso di estinzione del giudizio per definizione agevolata, chi paga le spese processuali?
In caso di estinzione del giudizio per questa causa specifica, le spese processuali restano a carico delle parti che le hanno anticipate. La Corte non provvede a una condanna alle spese.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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