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Definizione agevolata: estinzione del giudizio

Un contribuente impugnava un avviso di accertamento basato sul redditometro per l’anno 1999. Dopo un lungo iter giudiziario giunto fino in Cassazione, il ricorrente ha aderito alla definizione agevolata delle controversie tributarie, pagando un importo ridotto. La Corte di Cassazione, preso atto dell’avvenuto pagamento e della documentazione prodotta, ha dichiarato l’estinzione del giudizio, ponendo fine alla lite.

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Pubblicato il 27 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione Agevolata: La Via d’Uscita dalle Controversie Tributarie

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riaffermato l’efficacia della definizione agevolata come strumento per porre fine a lunghe e complesse liti con il Fisco. La vicenda, che vedeva contrapposti un contribuente e l’Agenzia delle Entrate per un accertamento risalente al 1999, si è conclusa non con una sentenza sul merito, ma con una declaratoria di estinzione del giudizio, grazie proprio all’adesione del cittadino a questa procedura speciale.

I Fatti del Caso

La controversia trae origine da un avviso di accertamento notificato a una contribuente, con cui l’Agenzia delle Entrate rideterminava il suo reddito per l’anno di imposta 1999 utilizzando il metodo sintetico, noto come “redditometro”. L’accertamento era scattato a seguito dell’acquisto di un’unità immobiliare nel 2004 per un importo considerevole.

Il caso ha attraversato tutti i gradi di giudizio: la Commissione Tributaria Provinciale aveva parzialmente accolto le ragioni della contribuente, riducendo l’imponibile. Successivamente, sia il contribuente che l’Agenzia delle Entrate avevano impugnato la decisione davanti alla Commissione Tributaria Regionale, che però aveva respinto entrambi gli appelli. La contribuente, non soddisfatta, aveva quindi proposto ricorso per Cassazione, basandolo su quattro distinti motivi che contestavano la legittimità dell’accertamento.

La Svolta: L’Adesione alla Definizione Agevolata

Mentre il processo era pendente dinanzi alla Suprema Corte, si è verificato l’evento decisivo. La contribuente ha scelto di avvalersi della procedura di definizione agevolata delle controversie tributarie, introdotta dalla Legge 29 dicembre 2022. Ha presentato la domanda in via telematica e ha provveduto al pagamento in un’unica soluzione dell’importo stabilito dall’erario, pari a circa 6.688 euro, una somma probabilmente inferiore a quanto originariamente richiesto.

Successivamente, la difesa della ricorrente ha depositato presso la Corte di Cassazione un’istanza di estinzione del giudizio, allegando la documentazione che attestava l’avvenuta adesione e il relativo pagamento.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione, nella sua ordinanza, ha preso atto della documentazione prodotta. Il ragionamento dei giudici è stato lineare e consequenziale. La legge sulla definizione agevolata è chiara: l’adesione e il perfezionamento della procedura attraverso il pagamento determinano l’estinzione della lite. Il presupposto stesso della controversia, ovvero il debito tributario contestato, viene meno a seguito dell’accordo transattivo con il Fisco.

Di conseguenza, il processo non aveva più ragione di proseguire per una valutazione nel merito dei motivi di ricorso. La Corte ha quindi dichiarato formalmente l’estinzione del giudizio, specificando che le spese legali restano a carico delle parti che le hanno anticipate, come di prassi in questi casi.

Conclusioni

Questa ordinanza conferma l’importanza e l’utilità degli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie, come la definizione agevolata. Per il contribuente, rappresenta un’opportunità per chiudere definitivamente un contenzioso che si protraeva da anni, ottenendo uno ‘sconto’ sull’importo dovuto e la certezza della conclusione della vicenda. Per il sistema giudiziario, consente di ridurre il carico di lavoro, smaltendo l’arretrato e liberando risorse per altri casi. La decisione evidenzia come le normative di “pace fiscale” possano rappresentare una soluzione pragmatica ed efficiente per entrambe le parti coinvolte.

Cosa succede a un processo tributario se il contribuente aderisce alla definizione agevolata?
Il processo viene dichiarato estinto. L’adesione alla procedura e il relativo pagamento fanno venir meno la materia del contendere, rendendo inutile la prosecuzione del giudizio.

La definizione agevolata comporta il pagamento dell’intero importo inizialmente richiesto dal Fisco?
No, in questo caso la contribuente ha risolto la controversia pagando un importo stabilito dalla procedura di definizione agevolata (6.688,14 €), che è tipicamente ridotto rispetto alla pretesa originaria.

In caso di estinzione del giudizio per definizione agevolata, chi paga le spese processuali?
La Corte ha stabilito che le spese restano a carico della parte che le ha anticipate. Ciò significa che ciascuna parte sostiene i propri costi legali sostenuti fino a quel momento, senza che vi sia una condanna al rimborso in favore dell’altra.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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