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Definizione agevolata: estinzione del giudizio

Un’ordinanza della Corte di Cassazione analizza gli effetti della definizione agevolata di una lite fiscale. Il caso riguardava avvisi di accertamento per fatture inesistenti. La contribuente, dopo aver impugnato la decisione sfavorevole della Commissione Tributaria Regionale, ha aderito alla definizione agevolata prevista dalla L. 130/2022. La Corte, verificato il perfezionamento della procedura, ha dichiarato l’estinzione del giudizio per cessazione della materia del contendere, lasciando le spese a carico delle parti che le hanno anticipate.

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Pubblicato il 24 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione agevolata: la Cassazione dichiara l’estinzione del giudizio

L’istituto della definizione agevolata rappresenta uno strumento cruciale per la risoluzione delle liti fiscali pendenti. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha chiarito gli effetti di questa procedura su un giudizio in corso, confermando che il suo corretto perfezionamento porta alla cessazione della materia del contendere e, di conseguenza, all’estinzione del processo. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante pronuncia.

I Fatti di Causa: L’Accertamento Fiscale per Fatture Inesistenti

La vicenda trae origine da un’indagine dell’Agenzia delle Entrate, svolta nel 2012, nei confronti di una società di capitali. L’attività ispettiva aveva rivelato l’emissione di fatture per operazioni oggettivamente inesistenti per un lungo periodo, dal 2004 al 2011.

Attraverso controlli incrociati, emergeva che una seconda società, successivamente fallita, risultava tra i destinatari di tali fatture fittizie. Di conseguenza, l’Amministrazione finanziaria notificava diversi avvisi di accertamento per gli anni d’imposta 2005, 2007, 2008 e 2009. Tali atti venivano indirizzati non solo alla società, ma anche al suo liquidatore e alla Presidente del Consiglio di Amministrazione, ritenuti responsabili per i debiti sociali ai sensi della normativa vigente.

Il Percorso Giudiziario e l’Appello in Cassazione

I contribuenti impugnavano gli atti impositivi dinanzi alla Commissione Tributaria Provinciale (CTP), che riuniva i ricorsi e li respingeva. In seguito, la Commissione Tributaria Regionale (CTR) confermava la decisione di primo grado, rigettando l’appello della contribuente, pur riducendo le sanzioni in applicazione del principio del favor rei.

Contro questa sentenza, la rappresentante legale della società proponeva ricorso per cassazione. L’Agenzia delle Entrate resisteva con controricorso, presentando a sua volta un ricorso incidentale.

La Svolta con la Definizione Agevolata della Controversia

Mentre il giudizio era pendente dinanzi alla Suprema Corte, la ricorrente coglieva l’opportunità offerta dall’art. 5 della Legge n. 130/2022, presentando domanda di definizione agevolata della lite. A seguito della domanda, provvedeva al pagamento integrale di quanto dovuto per perfezionare la procedura. Questo atto si è rivelato decisivo per l’esito del processo.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione, presa visione dell’istanza e della documentazione prodotta, ha constatato il perfezionamento della procedura di definizione agevolata. I giudici hanno richiamato i presupposti normativi dell’art. 5 della Legge n. 130/2022, che consente di definire le controversie tributarie pendenti a determinate condizioni: sentenza della CTR depositata entro una certa data, ricorso notificato entro un termine specifico e assenza di una sentenza definitiva.

La norma chiarisce che la definizione si perfeziona con la presentazione della domanda e il pagamento degli importi dovuti. Una volta perfezionata, l’effetto principale è l’estinzione del giudizio. La stessa Agenzia delle Entrate, avendo ricevuto il pagamento, aveva già disposto lo sgravio degli avvisi di accertamento impugnati.

Di conseguenza, la Corte ha dichiarato l’estinzione del giudizio per cessazione della materia del contendere. È stato inoltre precisato che, in questi casi, le spese di lite restano a carico della parte che le ha anticipate e non sussistono i presupposti per l’applicazione del cosiddetto “doppio contributo unificato”, una sanzione prevista solo per i casi di rigetto, inammissibilità o improcedibilità del ricorso.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza ribadisce l’efficacia degli strumenti di definizione agevolata come via d’uscita dai contenziosi tributari, anche quando questi sono giunti all’ultimo grado di giudizio. La decisione offre importanti spunti pratici:

1. Certezza del Diritto: Il perfezionamento della definizione agevolata porta a una conclusione certa e definitiva della lite, eliminando l’incertezza legata all’esito del giudizio di Cassazione.
2. Gestione delle Spese: La regola secondo cui le spese restano a carico di chi le ha sostenute incentiva le parti a valutare la convenienza della definizione, conoscendo in anticipo l’impatto economico finale.
3. Deflazione del Contenzioso: Questi strumenti si confermano efficaci per ridurre il carico di lavoro della giustizia tributaria, permettendo alla Corte di Cassazione di concentrarsi su questioni di principio.

Cosa succede a un processo tributario pendente in Cassazione se il contribuente aderisce alla definizione agevolata?
Il giudizio si estingue per cessazione della materia del contendere. Una volta che la procedura di definizione è perfezionata con la domanda e il pagamento, viene meno l’oggetto stesso della controversia legale.

Quali sono le condizioni principali per accedere alla definizione agevolata per le liti in Cassazione secondo la Legge n. 130/2022?
Le condizioni principali sono: a) la sentenza della commissione tributaria regionale deve essere stata depositata entro il 15 luglio 2022; b) il ricorso per cassazione deve essere stato notificato entro il 15 settembre 2022; c) non deve essere ancora intervenuta una sentenza definitiva.

In caso di estinzione del giudizio per definizione agevolata, chi paga le spese legali?
Le spese di lite restano a carico della parte che le ha anticipate. Non è prevista una condanna alle spese a carico di una delle parti, poiché il giudizio non si conclude con una decisione sul merito ma si estingue.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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