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Definizione agevolata: estinzione del giudizio

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 8855/2024, ha dichiarato l’estinzione di un giudizio tributario in seguito all’adesione del contribuente alla definizione agevolata. La controversia, originata da una riqualificazione fiscale operata dall’Agenzia delle Entrate, non è stata decisa nel merito, poiché l’accesso alla procedura di sanatoria ha prevalso, chiudendo definitivamente il contenzioso.

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Pubblicato il 10 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione agevolata: quando la lite fiscale si chiude prima della sentenza

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 8855 del 3 aprile 2024, offre un chiaro esempio di come la definizione agevolata delle liti fiscali possa determinare l’estinzione del giudizio, anche quando questo è giunto al suo grado più alto. In questo caso, i giudici supremi non sono entrati nel merito della controversia, ma hanno preso atto della volontà del contribuente di chiudere il contenzioso attraverso gli strumenti normativi messi a disposizione dal legislatore.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da un avviso di liquidazione emesso dall’Agenzia delle Entrate, che aveva riqualificato una complessa operazione finanziaria come una cessione d’azienda, applicando di conseguenza una maggiore imposta di registro. La società contribuente aveva impugnato l’atto, ottenendo ragione in secondo grado presso la Commissione Tributaria Regionale.

I giudici d’appello avevano basato la loro decisione sulla recente riformulazione dell’art. 20 del D.P.R. n. 131/1986, che impone di interpretare un atto ai fini fiscali basandosi esclusivamente sulla sua natura intrinseca e sui suoi effetti giuridici, senza considerare elementi esterni o atti collegati non registrati. Secondo la commissione, la riqualificazione dell’Agenzia si fondava proprio su elementi extratestuali, rendendola illegittima.

La Decisione della Corte: l’impatto della Definizione Agevolata

L’Agenzia delle Entrate aveva proposto ricorso per cassazione contro la decisione a lei sfavorevole. Tuttavia, prima che la Corte potesse pronunciarsi sul merito della questione, la società contribuente ha presentato istanza di definizione agevolata della controversia, versando l’intero importo dovuto secondo le norme della sanatoria (prevista dalla Legge n. 197/2022).

La stessa Agenzia delle Entrate ha confermato l’avvenuta presentazione della domanda e del relativo pagamento, inserendo la controversia nell’elenco di quelle definite. Di fronte a questa situazione, la Corte di Cassazione non ha potuto fare altro che dichiarare l’estinzione del giudizio. L’adesione alla procedura speciale, infatti, costituisce una causa di cessazione del processo prevista dalla legge, che prevale sulla necessità di una decisione nel merito.

Le Motivazioni

La Corte ha fondato la sua decisione sulle precise disposizioni della Legge n. 197/2022. Questa normativa stabilisce che, in caso di adesione alla definizione agevolata, il processo pendente viene dichiarato estinto. Le spese processuali, in questi casi, restano a carico della parte che le ha anticipate, senza possibilità di rivalsa.

Un aspetto interessante toccato dalla sentenza riguarda la posizione dei soggetti coobbligati in solido. La legge prevede esplicitamente che la definizione agevolata perfezionata da uno dei coobbligati produce effetti anche a favore degli altri, anche se per questi ultimi la controversia non è più pendente. Questo principio estende i benefici della sanatoria a tutti i soggetti coinvolti nell’obbligazione tributaria, garantendo una chiusura completa e definitiva della pendenza fiscale.

Le Conclusioni

La sentenza in esame evidenzia l’importanza e l’efficacia degli strumenti di definizione agevolata come meccanismo di deflazione del contenzioso tributario. Per il contribuente, rappresentano un’opportunità per chiudere una lite incerta in modo rapido e con costi prevedibili. Per l’amministrazione finanziaria e per il sistema giudiziario, consentono di ridurre il carico di lavoro, liberando risorse per altre controversie. La decisione della Cassazione conferma che, una volta perfezionata la procedura di sanatoria, il giudizio si estingue automaticamente, indipendentemente dallo stato e dal grado in cui si trova, segnando la fine irrevocabile del contenzioso.

Cosa succede a un processo tributario se il contribuente aderisce alla definizione agevolata?
Il processo viene dichiarato estinto. La Corte, una volta verificato il perfezionamento della procedura (domanda e versamento), non decide nel merito della controversia ma si limita a decretarne la fine, come previsto dalla normativa sulla definizione agevolata.

La definizione agevolata perfezionata da un soggetto ha effetti anche sugli altri coobbligati?
Sì, la sentenza chiarisce che la definizione perfezionata dal coobbligato giova anche agli altri soggetti solidalmente obbligati, anche nel caso in cui per questi ultimi la controversia non fosse più pendente. L’effetto estintivo del debito si estende a tutti.

Chi paga le spese processuali in caso di estinzione del giudizio per definizione agevolata?
Le spese del processo estinto restano a carico della parte che le ha anticipate. La legge (art. 1, comma 198, della Legge n. 197/2022) prevede che non vi sia una condanna alle spese, ma che ciascuna parte sostenga i costi che ha già affrontato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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