LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Definizione agevolata: estinzione del giudizio

Una società contribuente, in pendenza di un ricorso in Cassazione promosso dall’Agenzia Fiscale per un recupero di credito d’imposta, ha aderito alla definizione agevolata delle liti pendenti. Avendo documentato la presentazione della domanda e il pagamento del dovuto, la Corte di Cassazione ha dichiarato estinto il processo, senza applicare sanzioni come il doppio contributo unificato.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 2 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione Agevolata: la Via d’Uscita dai Contenziosi Fiscali

La definizione agevolata rappresenta uno strumento cruciale per i contribuenti che desiderano chiudere le liti pendenti con il Fisco. Con l’ordinanza n. 4308 del 19 febbraio 2024, la Corte di Cassazione ha ribadito l’efficacia di questa procedura, chiarendo le modalità e le conseguenze della sua applicazione, come l’estinzione automatica del giudizio e l’inapplicabilità di ulteriori sanzioni.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da un contenzioso tra l’Agenzia Fiscale e una società contribuente. L’Amministrazione Finanziaria aveva emesso un avviso di recupero di un credito d’imposta che la società, secondo l’accusa, aveva indebitamente utilizzato. La controversia era passata attraverso i vari gradi di giudizio: la Commissione Tributaria Provinciale aveva accolto solo parzialmente il ricorso della società, mentre la Commissione Tributaria Regionale aveva riformato la decisione di primo grado, accogliendo l’appello della contribuente.

Contro quest’ultima sentenza, l’Agenzia Fiscale aveva proposto ricorso per Cassazione. Durante la pendenza di questo giudizio, la società contribuente ha deciso di avvalersi della normativa sulla definizione agevolata delle liti pendenti, introdotta dalla Legge n. 197/2022.

La Procedura per la Definizione Agevolata e l’Estinzione del Giudizio

La società ha presentato istanza per dichiarare estinto il giudizio. A supporto della sua richiesta, ha depositato la documentazione che attestava la presentazione della domanda di definizione agevolata e l’avvenuto pagamento degli importi dovuti secondo la procedura. Questo passaggio è fondamentale, poiché la legge subordina l’estinzione del processo proprio all’adempimento di tali oneri da parte del contribuente.

Le Motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione, nell’esaminare la richiesta, ha basato la sua decisione sulla chiara lettera della Legge n. 197/2022. L’art. 1, commi 197 e 198, di tale legge delinea un percorso preciso: il contribuente che intende avvalersi della definizione agevolata deve farne richiesta al giudice e depositare copia della domanda di definizione e del versamento degli importi dovuti. Una volta verificato il deposito di tale documentazione, il processo viene dichiarato estinto con decreto del presidente o con ordinanza della corte, come avvenuto in questo caso.

La Corte ha quindi semplicemente preso atto che la contribuente aveva seguito scrupolosamente l’iter previsto dalla legge, documentando sia la domanda sia il pagamento. Di conseguenza, non ha potuto fare altro che dichiarare l’estinzione del processo. Un punto di particolare interesse riguarda il cosiddetto ‘doppio contributo’. La Cassazione ha chiarito che questa sanzione, prevista per i casi di ricorso respinto, inammissibile o improcedibile, non è applicabile quando il giudizio si estingue per definizione agevolata. La natura di tale misura è sanzionatoria e non può essere interpretata in modo estensivo o analogico per includere casi di estinzione concordata come questo. Infine, le spese processuali restano a carico della parte che le ha anticipate, come previsto dalla normativa sulla definizione delle liti.

Conclusioni

Questa ordinanza conferma la piena efficacia della definizione agevolata come strumento per chiudere definitivamente i contenziosi tributari. Offre una chiara garanzia ai contribuenti: seguendo correttamente la procedura e adempiendo agli obblighi di pagamento, si può ottenere l’estinzione del processo con certezza giuridica. Inoltre, la pronuncia è importante perché esclude l’applicazione di ulteriori oneri sanzionatori, come il doppio contributo unificato, rendendo la scelta della definizione agevolata ancora più vantaggiosa per risolvere le pendenze con il Fisco in modo rapido ed efficiente.

Cosa succede a un giudizio tributario pendente se il contribuente aderisce alla definizione agevolata?
Se il contribuente presenta domanda di definizione agevolata, paga gli importi dovuti e deposita la relativa documentazione presso l’organo giurisdizionale, il processo viene dichiarato estinto.

Il contribuente deve pagare il ‘doppio contributo’ se il processo si estingue per definizione agevolata?
No, la Corte di Cassazione ha chiarito che il doppio contributo unificato non è dovuto in caso di estinzione del processo per definizione agevolata, poiché tale misura si applica solo nei casi di rigetto, inammissibilità o improcedibilità del ricorso.

Quali sono i passaggi che il contribuente deve seguire per ottenere l’estinzione del giudizio tramite questa procedura?
Il contribuente deve presentare una specifica richiesta al giudice, dichiarando di volersi avvalere della definizione agevolata. Successivamente, deve depositare presso l’organo giurisdizionale copia della domanda di definizione e la prova del versamento degli importi dovuti o della prima rata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati