Definizione Agevolata: La Cassazione Conferma l’Estinzione del Processo
L’ordinanza n. 3364/2024 della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio degli effetti della definizione agevolata delle liti fiscali. Quando un contribuente sfrutta gli strumenti di pacificazione fiscale previsti dalla legge, il giudizio pendente si estingue, indipendentemente dallo stato in cui si trova. Analizziamo questa decisione per comprenderne i meccanismi e le implicazioni pratiche.
I Fatti di Causa
La vicenda nasce da un ricorso presentato dall’Agenzia delle Entrate contro una sentenza emessa dalla Commissione Tributaria Regionale. Il contenzioso vedeva contrapposti il Fisco e una società a responsabilità limitata. Mentre il procedimento era pendente dinanzi alla Suprema Corte di Cassazione, la società contribuente ha compiuto un passo decisivo: ha presentato la documentazione necessaria per aderire alla definizione agevolata della controversia, uno strumento introdotto dalla Legge di Bilancio per il 2023 (L. n. 197/2022).
L’Impatto della Definizione Agevolata sul Processo
L’adesione del contribuente alla definizione agevolata ha cambiato radicalmente il corso del procedimento. Questa procedura, nota anche come ‘tregua fiscale’, è stata concepita dal legislatore per ridurre il massiccio arretrato di liti pendenti, offrendo ai contribuenti l’opportunità di chiudere le proprie pendenze con il fisco versando un importo ridotto e senza sanzioni.
La Corte di Cassazione, presa visione della documentazione prodotta dalla società, non ha potuto fare altro che prenderne atto. La legge stessa, infatti, prevede che l’avvenuta definizione della lite comporti l’estinzione del giudizio. Di conseguenza, i giudici non sono entrati nel merito della questione originaria, ma si sono limitati a dichiarare la fine del processo.
La Questione delle Spese Legali
Un aspetto rilevante in questi casi è la ripartizione delle spese legali. L’ordinanza stabilisce che le spese restano ‘a carico di chi le ha anticipate’. In pratica, questo significa che ogni parte (l’Agenzia delle Entrate e la società) si fa carico delle proprie spese legali sostenute fino a quel momento. Si tratta di una soluzione standard in caso di estinzione del giudizio per cause sopravvenute come la definizione agevolata, che evita di gravare ulteriormente sulle parti.
Le Motivazioni della Decisione
Le motivazioni della Corte sono concise e dirette. La decisione si fonda su un presupposto puramente procedurale e normativo. Avendo la parte contribuente versato quanto dovuto per la definizione agevolata della controversia ai sensi della L. n. 197/2022, il giudizio non ha più ragione di proseguire. Il legislatore ha stabilito un nesso automatico tra il perfezionamento della procedura di definizione e l’estinzione del processo. Il ruolo della Corte, in questo frangente, è meramente dichiarativo: accertare l’avvenuta adesione alla sanatoria e dichiarare formalmente estinto il giudizio. Non vi è spazio per alcuna valutazione discrezionale sul merito della lite originaria.
Le Conclusioni
L’ordinanza in esame ribadisce la piena efficacia degli strumenti di definizione agevolata delle liti fiscali. Per i contribuenti, rappresenta la conferma che l’adesione a tali procedure costituisce una via certa per chiudere definitivamente un contenzioso, anche quando questo è giunto al massimo grado di giudizio. Per il sistema giudiziario, evidenzia come queste misure legislative contribuiscano a deflazionare il carico di lavoro delle corti, consentendo di concentrare le risorse sui casi non oggetto di definizione. La regola sulla compensazione delle spese legali, infine, rende la procedura ancora più appetibile, eliminando l’incertezza legata a una possibile condanna al pagamento delle spese della controparte.
Cosa succede a un processo in Cassazione se il contribuente aderisce alla definizione agevolata?
Il processo viene dichiarato estinto. La Corte non entra nel merito della controversia ma si limita a certificare la chiusura della lite a seguito dell’adesione del contribuente alla procedura agevolata.
Quale norma è stata utilizzata per la definizione della controversia in questo caso?
La parte contribuente ha utilizzato la definizione agevolata prevista dalla Legge n. 197/2022 (Legge di Bilancio 2023).
Chi paga le spese legali in caso di estinzione del giudizio per definizione agevolata?
Secondo l’ordinanza, le spese sono ‘a carico di chi le ha anticipate’. Questo significa che ciascuna parte sostiene i propri costi legali e non vi è una condanna a rimborsare le spese della controparte.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Civile Sez. 5 Num. 3364 Anno 2024
Civile Ord. Sez. 5 Num. 3364 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data pubblicazione: 06/02/2024
ORDINANZA
sul ricorso iscritto al n. 24363/2019 R.G. proposto da: RAGIONE_SOCIALE, elettivamente domiciliata in INDIRIZZO, presso l’AVVOCATURA GENERALE DELLO STATO (P_IVA) che la rappresenta e difende
-ricorrente-
contro
RAGIONE_SOCIALE, elettivamente domiciliato in INDIRIZZO, presso lo studio dell’avvocato COGNOME NOME (CODICE_FISCALE) che lo rappresenta e difende unitamente all’avvocato COGNOME NOME (CODICE_FISCALE)
-controricorrente-
avverso SENTENZA di COMM.TRIB.REG.SEZ.DIST. TARANTO n. 500/2019 depositata il 26/02/2019.
Udita la relazione svolta nella camera di consiglio del 25/01/2024 dal Co: COGNOME NOME COGNOME.
CONSIDERATO
Che in prossimità dell’adunanza la parte contribuente ha versato in atti documenti in ordine alla definizione agevolata della controversia ai sensi della l n. 197/2022;
che, pertanto, il giudizio deve dichiararsi estinto con spese a carico di chi le ha anticipate
P.Q.M.
La Corte dichiara estinto il giudizio con spese a carico di chi le ha anticipate.
Così deciso in Roma, il 25/01/2024.