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Definizione agevolata: estinzione del giudizio

Una società ha risolto una controversia fiscale relativa a IRES, IVA e IRAP attraverso una definizione agevolata, versando un importo ridotto. L’Amministrazione Finanziaria ha confermato la regolarità della procedura. La Corte di Cassazione, preso atto dell’accordo, ha dichiarato l’estinzione del giudizio per cessazione della materia del contendere, lasciando le spese a carico delle parti che le hanno anticipate.

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Pubblicato il 14 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione agevolata: la via per l’estinzione del contenzioso tributario

La definizione agevolata delle liti fiscali rappresenta uno strumento cruciale per cittadini e imprese che desiderano chiudere un contenzioso con l’Amministrazione Finanziaria in modo rapido ed economicamente vantaggioso. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ha confermato che l’adesione a questa procedura, se perfezionata correttamente, conduce inevitabilmente all’estinzione del giudizio, anche se questo è pendente in ultimo grado. Analizziamo insieme i dettagli di questo caso emblematico.

I fatti del caso

Una società a responsabilità limitata si trovava coinvolta in una complessa controversia fiscale a seguito di un avviso di accertamento relativo a IRES, IVA e IRAP per l’anno d’imposta 2006. La società aveva impugnato l’atto impositivo davanti alla Commissione Tributaria Provinciale, ottenendo un accoglimento solo parziale delle proprie ragioni. Successivamente, la questione era approdata alla Commissione Tributaria Regionale, che aveva invece accolto pienamente l’appello della società. L’Amministrazione Finanziaria, non soddisfatta della decisione di secondo grado, aveva quindi proposto ricorso per Cassazione, portando la vicenda fino all’ultimo grado di giudizio.

L’impatto della definizione agevolata sul processo

Durante la pendenza del giudizio in Cassazione, la società contribuente ha colto l’opportunità offerta dalla normativa sulla definizione agevolata (nello specifico, l’art. 6 del D.L. n. 119/2018). Ha presentato formale istanza e ha provveduto al pagamento dell’importo richiesto, pari a poco più di 2.400 euro, documentando il tutto e chiedendo alla Corte di dichiarare la cessazione della materia del contendere.

A conferma della regolarità della procedura, anche l’Avvocatura dello Stato, in rappresentanza dell’Amministrazione Finanziaria, ha depositato un’istanza comunicando che la domanda di definizione della contribuente era stata accettata e risultava regolare. Con entrambe le parti concordi nel riconoscere la fine della controversia, la palla è passata alla Suprema Corte per la decisione finale.

La decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione, vista la documentazione prodotta e le dichiarazioni concordi di entrambe le parti, non ha potuto fare altro che prendere atto della risoluzione della lite.

Le motivazioni

I giudici hanno motivato la loro decisione sulla base del perfezionamento della definizione agevolata. La presentazione dell’istanza da parte della società, corredata dalla prova del pagamento, e la successiva conferma di regolarità da parte dell’ente impositore hanno fatto venire meno l’oggetto stesso del contendere. Di conseguenza, non vi era più alcun interesse per le parti a ottenere una pronuncia nel merito della questione. La Corte ha quindi dichiarato l’estinzione del giudizio per cessazione della materia del contendere. Per quanto riguarda le spese processuali, è stato stabilito che queste rimanessero a definitivo carico delle parti che le avevano anticipate, come prassi in questi casi.

Le conclusioni

Questa ordinanza ribadisce l’efficacia degli strumenti di definizione agevolata come meccanismo per deflazionare il contenzioso tributario. Per il contribuente, rappresenta una via d’uscita certa e spesso conveniente da lunghe e costose battaglie legali. Per l’ordinamento, consente di chiudere procedimenti che altrimenti graverebbero per anni sul sistema giudiziario. La decisione conferma che, una volta che la procedura di definizione è regolarmente completata, l’esito processuale è segnato: il giudizio si estingue, ponendo fine in modo definitivo alla controversia.

Cosa succede a un processo in Cassazione se la lite viene risolta con una definizione agevolata?
Il processo viene dichiarato estinto per cessazione della materia del contendere. Ciò avviene perché, una volta risolta la controversia tramite l’accordo previsto dalla legge, non c’è più un interesse delle parti a ottenere una decisione da parte del giudice.

Chi paga le spese legali in caso di estinzione del giudizio per definizione agevolata?
In base a quanto deciso in questa ordinanza, le spese processuali restano a definitivo carico delle parti che le hanno anticipate. Ciascuna parte, quindi, paga i propri avvocati e i costi sostenuti fino a quel momento.

È necessario che entrambe le parti confermino alla Corte l’avvenuta definizione della lite?
Sì, nel caso esaminato, sia la parte contribuente (che ha depositato la domanda di definizione e la prova del pagamento) sia l’Amministrazione Finanziaria hanno comunicato alla Corte la regolarità e il buon fine della procedura. Questa concordanza ha reso inequivocabile la cessazione della materia del contendere.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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