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Definizione agevolata: estinzione del giudizio

La Corte di Cassazione dichiara l’estinzione di un giudizio tributario a seguito della corretta adesione di una società alla procedura di definizione agevolata. L’Amministrazione Finanziaria ha confermato la regolarità delle domande e dei pagamenti, rendendo inevitabile la chiusura del contenzioso.

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Pubblicato il 2 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione Agevolata: Quando il Giudizio Tributario si Estingue

Una recente pronuncia della Corte di Cassazione chiarisce in modo definitivo gli effetti della definizione agevolata su un contenzioso tributario pendente. Quando un contribuente aderisce correttamente a una procedura di sanatoria fiscale, presentando la domanda e versando le somme dovute, il giudizio pendente è destinato a concludersi con una declaratoria di estinzione. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante decisione.

I Fatti del Contenzioso

La vicenda trae origine da un contenzioso tra una società per azioni e l’Amministrazione Finanziaria. L’oggetto della disputa erano due avvisi di liquidazione emessi dall’Ufficio. La Commissione Tributaria Regionale aveva accolto l’appello dell’Amministrazione Finanziaria, spingendo la società contribuente a presentare ricorso per cassazione.

Durante il giudizio dinanzi alla Suprema Corte, la società ha comunicato di aver aderito alla procedura di definizione agevolata delle controversie tributarie, prevista dal D.L. n. 119/2018. A sostegno di ciò, ha depositato le domande presentate e le quietanze di pagamento relative ai due avvisi di liquidazione contestati, chiedendo che venisse dichiarata la cessazione della materia del contendere.

L’Iter Procedurale e la Conferma dell’Ufficio

Per fare piena luce sulla vicenda, la Corte di Cassazione, con un’ordinanza interlocutoria, ha richiesto all’Amministrazione Finanziaria di fornire informazioni dettagliate sull’esito della procedura di definizione agevolata. L’Ufficio ha risposto con una nota in cui confermava che le domande presentate dalla società in data 31 maggio 2019 erano “risultate regolari”. Questo riscontro è stato determinante per la decisione finale.

La Procedura di Definizione Agevolata

L’articolo 6 del D.L. n. 119/2018 stabilisce che le controversie tributarie pendenti in ogni stato e grado di giudizio possono essere definite con il pagamento di un importo pari al valore della controversia. La procedura si perfeziona con la presentazione della domanda e il pagamento dell’intero importo o della prima rata entro un termine stabilito (in questo caso, il 31 maggio 2019).

La norma prevede inoltre che, in assenza di un’istanza di trattazione presentata entro una data specifica (31 dicembre 2020), il processo viene dichiarato estinto con decreto del Presidente. Questa disposizione è fondamentale, poiché l’inerzia delle parti dopo l’avvio della sanatoria è interpretata dalla legge come una volontà di abbandonare il contenzioso.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha dichiarato il processo estinto, basando la sua decisione su alcuni punti chiave. In primo luogo, i documenti prodotti dalla società contribuente dimostravano in modo inequivocabile la sua volontà di avvalersi della definizione agevolata. Le due domande, presentate in relazione ai due avvisi di liquidazione, e i relativi pagamenti rateali (25.203,00 euro per il primo avviso e 213.494,00 euro per il secondo) erano stati effettuati.

In secondo luogo, il riscontro positivo da parte dell’Amministrazione Finanziaria, che ha confermato la regolarità della procedura, ha eliminato ogni dubbio sull’efficacia della sanatoria. Infine, la Corte ha osservato che la domanda di definizione era stata presentata entro il 10 giugno 2019, e successivamente nessuna delle parti aveva depositato un’istanza per la prosecuzione del giudizio entro il termine del 31 dicembre 2020. Di conseguenza, come previsto dal comma 12 dell’art. 6, l’unica conclusione possibile era la declaratoria di estinzione del processo, conformemente alla richiesta dei ricorrenti.

Conclusioni

Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale: l’adesione corretta e completa a una procedura di definizione agevolata rappresenta una via d’uscita certa dai contenziosi tributari. Una volta che la procedura si è perfezionata con la presentazione della domanda e i pagamenti, e l’Amministrazione Finanziaria ne ha confermato la regolarità, il processo pendente si estingue per legge, a meno che una delle parti non manifesti espressamente la volontà di proseguire. Per i contribuenti, ciò significa che la sanatoria non è solo uno strumento per ridurre il debito fiscale, ma anche un meccanismo efficace per chiudere definitivamente e con certezza le liti pendenti. La decisione sulle spese, poste a carico di chi le ha anticipate, è una conseguenza diretta di questa tipologia di chiusura del procedimento.

Cosa succede a un processo tributario se il contribuente aderisce alla definizione agevolata?
Il processo viene dichiarato estinto se la domanda di definizione è regolare, i pagamenti sono stati eseguiti correttamente e nessuna delle parti presenta un’istanza di trattazione per proseguire il giudizio entro il termine previsto dalla legge.

La procedura di definizione agevolata sospende automaticamente il processo?
No, non automaticamente. La sospensione avviene solo se il contribuente ne fa apposita richiesta al giudice. Se la domanda di definizione viene poi presentata nei termini, il processo resta sospeso fino a una data specifica. Se entro un’ulteriore scadenza non viene richiesta la prosecuzione, il processo si estingue.

Chi paga le spese legali in caso di estinzione del giudizio per definizione agevolata?
In base a questa decisione, le spese del processo estinto restano a carico della parte che le ha anticipate. Non vi è una condanna al pagamento delle spese legali a favore dell’altra parte.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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