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Definizione agevolata: estinzione del giudizio

Una società, dopo aver impugnato una cartella di pagamento per IRES fino alla Corte di Cassazione, ha aderito a una definizione agevolata, raggiungendo un accordo con l’Agenzia delle Entrate. A seguito della rinuncia al ricorso, la Suprema Corte ha dichiarato l’estinzione del giudizio, specificando che in questi casi non si applica la sanzione del doppio contributo unificato.

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Pubblicato il 31 agosto 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione Agevolata: Quando un Accordo Fiscale Estingue il Processo in Cassazione

L’iter di un contenzioso tributario può essere lungo e incerto. Tuttavia, strumenti come la definizione agevolata offrono una via d’uscita, permettendo di chiudere la controversia prima di una sentenza definitiva. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione illustra perfettamente come l’accordo tra contribuente e Fisco porti all’estinzione del giudizio, anche in fase di legittimità, con importanti conseguenze sulle spese e sulle sanzioni accessorie.

I Fatti del Caso: Dalla Cartella di Pagamento al Ricorso in Cassazione

La vicenda ha origine da una cartella di pagamento notificata a una società a responsabilità limitata per l’imposta IRES relativa all’anno 2012. La pretesa del Fisco derivava da una liquidazione formale della dichiarazione dei redditi.

La società ha contestato la cartella, ma i suoi ricorsi sono stati respinti sia dalla Commissione Tributaria Provinciale sia, in appello, dalla Commissione Tributaria Regionale. Ritenendo errata la decisione di secondo grado per un vizio di procedura (error in procedendo), l’azienda ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando che i giudici di merito non avessero riconosciuto l’emendabilità della dichiarazione originaria.

La Svolta: L’Intervento della Definizione Agevolata

Durante la pendenza del giudizio dinanzi alla Suprema Corte, lo scenario è cambiato radicalmente. La società ha colto l’opportunità offerta dall’art. 36 del d.l. n. 124/2019, aderendo alla procedura di definizione agevolata della controversia.

In data 14 dicembre 2020, è stato perfezionato un accordo stragiudiziale con l’Agenzia delle Entrate. L’accordo prevedeva uno sgravio parziale della cartella di pagamento originaria, a fronte del versamento di un importo ridotto. A seguito di tale accordo, il legale della società ha depositato un atto formale di rinuncia al ricorso, chiedendo l’estinzione del giudizio.

La Decisione della Corte: Estinzione del Giudizio

Preso atto della rinuncia al ricorso, la Corte di Cassazione non è entrata nel merito delle questioni sollevate dalla società. La funzione del giudice, in questi casi, non è più quella di decidere chi ha ragione o torto, ma di certificare la cessazione della materia del contendere. Di conseguenza, la Corte ha dichiarato l’estinzione del giudizio.

Le Motivazioni

La motivazione centrale dell’ordinanza risiede nel principio della cessazione della materia del contendere a seguito della rinuncia al ricorso. Una volta che il ricorrente, in virtù di un accordo transattivo, rinuncia formalmente alla propria impugnazione, viene meno l’oggetto stesso del giudizio. La Corte ha semplicemente verificato il perfezionamento della definizione agevolata e il conseguente atto di rinuncia, procedendo a dichiarare estinto il processo.

Un punto di particolare interesse riguarda il cosiddetto “doppio contributo unificato”. Si tratta di una sanzione che la parte che ha proposto il ricorso è tenuta a versare se questo viene integralmente respinto, dichiarato inammissibile o improcedibile. La Corte ha chiarito che, in caso di estinzione del giudizio per rinuncia a seguito di un accordo, questa sanzione non è dovuta. La sua natura, infatti, è sanzionatoria e si applica solo ai casi tipici di soccombenza, non essendo suscettibile di interpretazione estensiva o analogica a fattispecie diverse come la transazione fiscale.

Le Conclusioni

Questa ordinanza conferma l’importanza e l’efficacia degli strumenti di definizione agevolata nel sistema tributario. Per il contribuente, rappresentano una valida alternativa per chiudere una controversia in modo certo e rapido, evitando i rischi e i costi di un lungo processo. Per l’amministrazione finanziaria, consentono di recuperare parte del gettito in tempi brevi e di ridurre il carico di lavoro degli uffici giudiziari. La decisione della Cassazione ribadisce inoltre un principio fondamentale: la composizione bonaria della lite prevale sulla continuazione del contenzioso e non deve comportare l’applicazione di sanzioni processuali previste per l’esito negativo del giudizio.

Se un contribuente aderisce a una definizione agevolata durante un processo in Cassazione, cosa succede al giudizio?
Il giudizio viene dichiarato estinto. La Corte di Cassazione prende atto dell’accordo tra le parti e della conseguente rinuncia al ricorso, chiudendo il processo senza una decisione nel merito.

In caso di estinzione del giudizio per definizione agevolata, si deve pagare il ‘doppio contributo unificato’?
No. Secondo l’ordinanza, il doppio contributo unificato è una sanzione applicabile solo in caso di rigetto, inammissibilità o improcedibilità del ricorso, non quando il processo si estingue per un accordo tra le parti.

Qual è l’effetto principale di una definizione agevolata della controversia?
L’effetto principale è l’estinzione del debito tributario a fronte del pagamento di un importo ridotto concordato con l’Agenzia delle Entrate, con la conseguente chiusura di ogni pendenza giudiziaria relativa a quel debito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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