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Definizione agevolata: estinzione del giudizio

Un contribuente aveva impugnato un’intimazione di pagamento per un debito IVA risalente, sostenendo l’avvenuta prescrizione. Mentre il caso era pendente in Cassazione, il contribuente ha aderito alla definizione agevolata, saldando integralmente il debito. La Corte, preso atto del pagamento e della conseguente cessazione della materia del contendere, ha dichiarato l’estinzione del giudizio, con spese a carico della parte che le ha anticipate.

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Pubblicato il 22 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione Agevolata: Come Chiudere un Contenzioso Tributario Pendente

L’adesione a una definizione agevolata, nota anche come “rottamazione”, può rappresentare una svolta decisiva non solo per la gestione dei debiti fiscali, ma anche per l’esito dei contenziosi tributari in corso. Un’ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce come il pagamento integrale del dovuto a seguito di rottamazione porti all’estinzione del giudizio, anche se questo è giunto fino all’ultimo grado di giudizio. Analizziamo insieme questo caso emblematico.

I Fatti di Causa: Un Debito Lontano e una Lunga Battaglia Legale

La vicenda ha origine da un’intimazione di pagamento notificata a un contribuente nel 2013, relativa a un debito IVA risalente addirittura al 1985. Il contribuente aveva immediatamente impugnato l’atto, eccependo la prescrizione decennale del credito. A suo avviso, il tempo trascorso dalla notifica della cartella di pagamento originaria (avvenuta nel 2001) era sufficiente a estinguere il debito.

Sia la Commissione Tributaria Provinciale (CTP) che la Commissione Tributaria Regionale (CTR) avevano però respinto le sue ragioni. I giudici di merito avevano ritenuto che il termine di prescrizione fosse stato interrotto da un provvedimento di sospensione dell’esecutività della cartella, emesso dall’Agenzia delle Entrate e durato dal 2001 al 2003. Di conseguenza, alla data di notifica dell’intimazione di pagamento, il debito non era ancora prescritto. Il contribuente, non soddisfatto della decisione, ha proposto ricorso per Cassazione.

La Svolta: L’Adesione alla Definizione Agevolata

Mentre la causa era pendente dinanzi alla Suprema Corte, si è verificato un evento determinante. Nel 2017, il contribuente ha presentato istanza di adesione alla definizione agevolata prevista dal D.L. n. 193/2016 (la cosiddetta “rottamazione-bis”). Successivamente, ha provveduto al pagamento integrale di quanto dovuto, estinguendo di fatto il debito oggetto della controversia.

Questa mossa si è rivelata strategica. L’agente della riscossione ha depositato in giudizio un estratto di ruolo aggiornato da cui risultava un debito residuo pari a zero. A questo punto, il contribuente ha formalmente chiesto alla Corte di Cassazione di dichiarare l’estinzione del giudizio.

La Decisione della Corte: Il Giudizio si Dichiara Estinto

La Corte di Cassazione ha accolto la richiesta del ricorrente, dichiarando estinto il giudizio per cessazione della materia del contendere.

Le Motivazioni

La Corte ha basato la sua decisione su un principio consolidato e sulla normativa specifica in materia. La legge sulla definizione agevolata (art. 6 del D.L. 193/2016) prevede che l’adesione alla procedura e il conseguente pagamento comportino la chiusura dei contenziosi pendenti. La richiesta del contribuente, supportata dalla prova del pagamento e avallata implicitamente dall’agente della riscossione (che ha depositato l’estratto di ruolo a zero), ha creato i presupposti per la fine del processo.

I giudici hanno richiamato un precedente specifico (Cass. n. 24083/2018), secondo cui, in presenza di una dichiarazione di avvalersi della definizione agevolata e della successiva comunicazione dell’esattore, il giudizio di cassazione deve essere dichiarato estinto. Questo avviene per “cessazione della materia del contendere”, poiché il pagamento integrale del debito fa venire meno l’oggetto stesso della disputa legale.

Le Conclusioni

Questa ordinanza conferma l’efficacia della definizione agevolata come strumento per risolvere non solo le pendenze debitorie ma anche i contenziosi tributari. Per i contribuenti, ciò significa che è possibile porre fine a lunghe e costose battaglie legali, anche quando queste sono arrivate all’ultimo grado di giudizio. La decisione sottolinea che, una volta soddisfatta la pretesa fiscale attraverso gli strumenti che la legge mette a disposizione, il processo non ha più ragione di esistere. Infine, in questi casi, le spese processuali restano a carico della parte che le ha anticipate, senza condanne per la controparte.

Aderire alla definizione agevolata (rottamazione) mentre è in corso una causa tributaria cosa comporta?
L’adesione alla definizione agevolata e il successivo integrale pagamento del debito comportano l’estinzione del giudizio pendente, poiché viene a mancare l’oggetto della controversia (la cosiddetta cessazione della materia del contendere).

Cosa significa “estinzione del giudizio per cessazione della materia del contendere”?
Significa che il processo si chiude senza una sentenza che stabilisca chi ha ragione o torto, perché un evento esterno (in questo caso, il pagamento del debito tramite rottamazione) ha risolto la disputa, rendendo inutile la continuazione della causa.

Chi paga le spese legali se il giudizio si estingue a seguito della definizione agevolata?
In caso di estinzione del giudizio per cessazione della materia del contendere a seguito di definizione agevolata, la Corte di Cassazione ha stabilito che le spese processuali restano a carico della parte che le ha anticipate. Non vi è quindi una condanna al pagamento delle spese legali della controparte.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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