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Definizione agevolata: estinzione del giudizio

Una società e i suoi soci, destinatari di avvisi di accertamento per presunti versamenti e prelievi ingiustificati, hanno impugnato la pretesa fiscale fino in Cassazione. Durante il giudizio, hanno aderito alla definizione agevolata prevista dalla legge, pagando quanto dovuto. La Corte di Cassazione, preso atto del buon esito della procedura, ha dichiarato l’estinzione del giudizio, ponendo fine alla controversia senza una decisione nel merito.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione Agevolata: Come Chiudere un Contenzioso Fiscale in Cassazione

La definizione agevolata rappresenta uno strumento cruciale per i contribuenti che desiderano porre fine a lunghe e complesse controversie con l’Amministrazione Finanziaria. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione illustra perfettamente come l’accesso a questa procedura possa determinare l’estinzione del giudizio, anche quando questo è giunto al suo grado più alto. Analizziamo insieme questo caso per comprendere i meccanismi e le conseguenze pratiche.

I Fatti del Caso

Una società, inizialmente una s.n.c. e poi trasformatasi in s.r.l., e i suoi soci si sono visti notificare diversi avvisi di accertamento. L’Agenzia delle Entrate contestava un maggior reddito imponibile, derivante da versamenti e prelievi ritenuti ingiustificati sui conti correnti della società e dei soci stessi.

Il caso ha attraversato i vari gradi di giudizio:
1. Primo Grado (CTP): I giudici tributari di primo grado avevano accolto parzialmente le ragioni dei contribuenti, riducendo l’importo richiesto dal Fisco.
2. Secondo Grado (CTR): Insoddisfatte, sia l’Agenzia delle Entrate (con appello principale) sia la società (con appello incidentale) si sono rivolte alla Commissione Tributaria Regionale, che ha però confermato la decisione di primo grado.

La controversia è quindi approdata in Corte di Cassazione, con la società e i soci che hanno presentato ricorso per vizi di legittimità della sentenza d’appello.

L’Accesso alla Definizione Agevolata

Il punto di svolta del processo è avvenuto quando la difesa dei contribuenti ha comunicato alla Corte di aver aderito alla procedura di definizione agevolata prevista dalla normativa (L. n. 130 del 2022). A supporto di tale comunicazione, sono state depositate le copie delle domande di adesione e le ricevute dei pagamenti effettuati, a chiusura di tutte le pendenze relative agli atti impositivi oggetto della causa.

Questo atto ha cambiato radicalmente le sorti del procedimento. Invece di discutere nel merito i motivi del ricorso, la Corte si è trovata di fronte a una situazione in cui la materia del contendere era di fatto cessata.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha agito in modo conseguenziale. Preliminarmente a qualsiasi esame dei motivi di ricorso, ha preso atto della documentazione prodotta. Ha verificato la sussistenza di tutti i presupposti richiesti dalla legge per l’operatività della definizione agevolata:

1. La domanda del contribuente: La società e i soci avevano formalmente richiesto di accedere alla procedura.
2. Il pagamento: Erano state fornite le prove del versamento degli importi dovuti.
3. L’assenza di diniego: Non risultava alcun atto di diniego da parte dell’Amministrazione Finanziaria.

Di fronte a questi elementi, i giudici hanno concluso che la pretesa erariale si era estinta per via stragiudiziale. Di conseguenza, ai sensi dell’art. 391 del codice di procedura civile, anche il processo doveva essere dichiarato estinto. La ragione stessa della lite era venuta meno.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

La decisione evidenzia la potenza dello strumento della definizione agevolata. Essa non solo offre un vantaggio economico al contribuente, che può chiudere la pendenza pagando un importo ridotto, ma ha anche un effetto processuale dirompente: l’estinzione del giudizio. Questo significa un risparmio di tempo, costi e incertezze legati alla prosecuzione del contenzioso. Un altro aspetto rilevante riguarda le spese legali: la normativa specifica sulla definizione agevolata prevede che, in caso di estinzione del giudizio, le spese restino a carico della parte che le ha anticipate. In sostanza, ogni parte paga i propri avvocati, senza condanne alla rifusione delle spese processuali.

Cosa succede a un processo tributario se il contribuente aderisce alla definizione agevolata?
Il processo viene dichiarato estinto. La Corte, verificata la regolarità della domanda e dei pagamenti, prende atto che la controversia è terminata e chiude il procedimento senza decidere nel merito della questione fiscale.

Quali sono i presupposti per ottenere l’estinzione del giudizio tramite definizione agevolata?
Devono sussistere tre condizioni: la presentazione di una formale domanda di adesione da parte del contribuente, l’effettuazione del pagamento richiesto dalla procedura e l’assenza di un provvedimento di diniego da parte dell’Amministrazione finanziaria.

In caso di estinzione del giudizio per definizione agevolata, chi paga le spese legali?
La legge specifica che le spese del giudizio restano a carico della parte che le ha anticipate. Ciò significa che non vi è una condanna al pagamento delle spese della controparte; ciascuno sostiene i propri costi legali.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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