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Definizione agevolata estingue il processo tributario

Un contribuente, coinvolto in un contenzioso fiscale per IRPEF, IRAP e IVA fino alla Corte di Cassazione, ha aderito alla definizione agevolata prevista dal D.L. 119/2018. Di conseguenza, la Suprema Corte ha dichiarato l’estinzione del giudizio, poiché la controversia era stata risolta tramite la procedura di sanatoria. Le spese legali sono state compensate tra le parti.

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Pubblicato il 25 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione Agevolata: Come Estingue il Processo Tributario

L’adesione alla definizione agevolata rappresenta uno strumento cruciale per i contribuenti che intendono chiudere le liti pendenti con il Fisco. Questa scelta, come confermato da una recente ordinanza della Corte di Cassazione, ha un effetto diretto e risolutivo sul processo tributario: ne determina l’estinzione. Analizziamo insieme un caso pratico che illustra perfettamente le dinamiche e le conseguenze di questa procedura.

I Fatti del Contenzioso

La vicenda ha origine da un avviso di accertamento notificato a un contribuente per l’anno d’imposta 2011, con cui l’Agenzia delle Entrate contestava un maggior reddito d’impresa ai fini IRPEF, IRAP ed IVA. Il contribuente ha impugnato l’atto davanti alla Commissione Tributaria Provinciale, che ha accolto parzialmente il ricorso, ritenendo legittimo solo il recupero dell’IVA.

Insoddisfatto, il contribuente ha proposto appello alla Commissione Tributaria Regionale, chiedendo l’annullamento totale dell’accertamento. L’Agenzia delle Entrate si è costituita in giudizio, presentando a sua volta un appello incidentale per ottenere la riforma della sentenza di primo grado nella parte sfavorevole. La Commissione Regionale ha però respinto entrambe le impugnazioni, confermando la decisione iniziale.

La controversia è così approdata in Corte di Cassazione, con un ricorso principale da parte dell’Agenzia delle Entrate e un controricorso con ricorso incidentale da parte del contribuente.

La Svolta: L’Adesione alla Definizione Agevolata

Durante il giudizio di legittimità, si è verificato l’evento che ha cambiato le sorti del processo. Il contribuente ha deciso di avvalersi della definizione agevolata delle controversie tributarie, prevista dall’art. 6 del D.L. 119/2018. Questa norma offre la possibilità di chiudere le liti pendenti pagando un importo forfettario, con notevoli vantaggi in termini di sanzioni e interessi.

L’Agenzia delle Entrate stessa ha depositato in Cassazione un’istanza per l’estinzione del giudizio, allegando la comunicazione della Direzione Provinciale che confermava il perfezionamento della definizione dell’atto di accertamento impugnato. A questo punto, il destino del processo era segnato.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte, presa visione della documentazione, non ha potuto far altro che dichiarare l’estinzione del processo. Il ragionamento giuridico è lineare e si fonda direttamente sulla legge. L’articolo 6, comma 13, del D.L. 119/2018 stabilisce infatti che le controversie definibili tramite questa procedura si estinguono, salvo diversa decisione delle parti.

La Corte ha precisato alcuni aspetti importanti:
1. Estinzione e non Cessazione della Materia del Contendere: Non si tratta di una “cessazione della materia del contendere”, che richiederebbe la prova del pagamento di tutte le rate previste. L’estinzione è un effetto automatico previsto dalla legge speciale sulla definizione agevolata.
2. Spese Legali: In caso di estinzione per questa causa, le spese del giudizio restano a carico delle parti che le hanno anticipate. Ciascuno, in sostanza, paga i propri avvocati.
3. Nessun Raddoppio del Contributo Unificato: Il contribuente non è tenuto a versare l’ulteriore importo a titolo di contributo unificato previsto in caso di rigetto o inammissibilità del ricorso. La norma ha natura sanzionatoria e non può essere applicata in via estensiva a casi, come l’estinzione, non espressamente previsti.

Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce la portata risolutiva della definizione agevolata. È uno strumento che non solo offre un vantaggio economico al contribuente, ma pone anche fine a lunghi e costosi anni di contenzioso. La decisione di aderirvi blocca il processo in qualsiasi stato e grado si trovi, portandolo a una conclusione certa e definitiva attraverso l’estinzione. Per i contribuenti e i professionisti, ciò rappresenta una valida alternativa strategica alla prosecuzione di una lite dall’esito incerto, garantendo la chiusura tombale della pendenza con il Fisco.

Cosa succede a un processo tributario se il contribuente aderisce alla definizione agevolata?
Il processo si estingue. Secondo l’art. 6, comma 13, del D.L. 119/2018, la definizione della controversia comporta l’automatica estinzione del giudizio pendente, a meno che le parti non prendano una decisione diversa.

Chi paga le spese legali in caso di estinzione del giudizio per definizione agevolata?
Le spese legali restano a carico delle parti che le hanno anticipate. Ciò significa che ogni parte (contribuente e Agenzia delle Entrate) paga le proprie spese legali sostenute fino a quel momento.

Perché la Corte non ha richiesto la prova del pagamento di tutte le rate della definizione agevolata?
Perché la legge prevede specificamente l’estinzione del giudizio come conseguenza della definizione della lite, a differenza della “cessazione della materia del contendere” che, secondo la giurisprudenza, richiede la prova del completo adempimento del pagamento. L’estinzione in questo caso è un effetto diretto e automatico della normativa speciale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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