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Definizione agevolata: estingue il processo in Cassazione

Un contribuente, oggetto di accertamenti fiscali per capitali detenuti all’estero, aveva ottenuto ragione nei primi due gradi di giudizio grazie allo ‘scudo fiscale’. Durante il ricorso per Cassazione promosso dall’Agenzia delle Entrate, il contribuente ha aderito alla definizione agevolata prevista dal D.L. 119/2018. La Corte di Cassazione, preso atto del perfezionamento della procedura, ha dichiarato l’estinzione del giudizio per cessata materia del contendere, ponendo fine alla disputa senza una decisione nel merito.

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Pubblicato il 15 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione Agevolata: Come Chiudere un Contenzioso Fiscale in Cassazione

La definizione agevolata si conferma uno strumento decisivo per porre fine ai contenziosi tributari, anche quando questi raggiungono il massimo grado di giudizio. Con l’ordinanza in esame, la Corte di Cassazione stabilisce l’estinzione del processo a seguito dell’adesione del contribuente a una sanatoria, senza entrare nel merito delle questioni fiscali sottostanti. Analizziamo come questa procedura possa rappresentare la via d’uscita definitiva da una lunga battaglia legale con il Fisco.

I Fatti: Dallo Scudo Fiscale al Ricorso dell’Agenzia

La vicenda ha origine da quattro avvisi di accertamento e un atto di irrogazione sanzioni emessi dall’Agenzia delle Entrate nei confronti di un contribuente. L’amministrazione finanziaria contestava redditi non dichiarati, presumendo che somme trasferite nella Repubblica di San Marino fossero il frutto di evasione fiscale, data anche l’omessa compilazione del quadro RW.

Il contribuente si è difeso sostenendo di aver regolarizzato la propria posizione attraverso il cosiddetto ‘scudo fiscale’. Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale hanno dato ragione al contribuente, ritenendo che l’adesione allo scudo avesse un effetto preclusivo su ulteriori accertamenti, a patto di dimostrare una generica riconducibilità tra le somme accertate e quelle ‘scudate’.

L’Agenzia delle Entrate, non condividendo questa interpretazione, ha proposto ricorso per Cassazione. Secondo l’ente impositore, l’effetto protettivo dello scudo fiscale richiederebbe una prova ben più stringente: un collegamento diretto e specifico tra i capitali rimpatriati e i redditi oggetto di accertamento, non una semplice capienza quantitativa.

La Svolta del Processo: l’Adesione alla Definizione Agevolata

Mentre la causa era pendente dinanzi alla Suprema Corte, il contribuente ha deciso di avvalersi della definizione agevolata delle liti pendenti, introdotta dall’art. 6 del D.L. n. 119/2018. Ha presentato le domande di definizione per ciascun atto impugnato e ha provveduto al pagamento della prima rata, depositando in giudizio tutta la documentazione a prova del perfezionamento della procedura.

Questa mossa strategica ha cambiato radicalmente le sorti del processo. La legge, infatti, prevede che l’adesione a questa sanatoria, se completata correttamente, possa portare all’estinzione del giudizio.

La Decisione della Corte: Estinzione del Giudizio

La Corte di Cassazione, ricevuta la documentazione, ha preso atto della volontà del contribuente di chiudere la partita con il fisco attraverso la via della definizione agevolata.

Le Motivazioni

La Corte ha dichiarato estinto il giudizio per ‘cessata materia del contendere’. La motivazione si basa su una concatenazione di fatti e norme:
1. Adesione alla sanatoria: Il contribuente ha formalmente aderito alla definizione agevolata, presentando istanza e pagando quanto dovuto.
2. Mancato diniego dell’Agenzia: L’Agenzia delle Entrate non ha notificato alcun atto di diniego della definizione entro i termini previsti dalla legge (31 luglio 2020 e 31 dicembre 2020). Questo silenzio-assenso ha reso la procedura definitiva.
3. Effetto estintivo: L’articolo 6, comma 13, del D.L. 119/2018, collegato all’art. 46 del D.Lgs. 546/1992, stabilisce che il perfezionamento della definizione agevolata produce l’estinzione del processo tributario.

Di conseguenza, la Corte non è entrata nel merito del ricorso dell’Agenzia, lasciando di fatto irrisolta l’interessante questione giuridica sull’interpretazione dello scudo fiscale.

Le Conclusioni

L’ordinanza offre importanti spunti pratici. In primo luogo, conferma che la definizione agevolata è un’opzione valida ed efficace per chiudere definitivamente le pendenze fiscali, evitando i rischi e i costi di un giudizio di legittimità. In secondo luogo, chiarisce due aspetti economici rilevanti per il contribuente:
* Spese legali: Le spese del giudizio estinto restano a carico di ciascuna parte che le ha sostenute. Non vi è condanna al rimborso delle spese della controparte.
* Niente ‘doppio contributo unificato’: La Corte ha precisato che la sanzione del raddoppio del contributo unificato non è dovuta. Tale sanzione si applica solo nei casi di rigetto, inammissibilità o improcedibilità del ricorso, non in caso di estinzione del processo per cessata materia del contendere. Questa decisione rappresenta un ulteriore vantaggio economico per chi sceglie la via della sanatoria.

Cosa succede a un processo in Cassazione se il contribuente aderisce alla definizione agevolata?
Se la procedura di definizione agevolata è perfezionata correttamente e l’Agenzia delle Entrate non la nega entro i termini, la Corte di Cassazione dichiara il processo estinto per cessata materia del contendere, ponendo fine alla lite.

Chi paga le spese legali in caso di estinzione del giudizio per definizione agevolata?
La legge specifica che, in questi casi, le spese legali del giudizio estinto rimangono a carico di ciascuna delle parti che le ha sostenute. Non è prevista una condanna al pagamento delle spese della controparte.

Si deve pagare il raddoppio del contributo unificato se il processo si estingue per definizione agevolata?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che il cosiddetto ‘doppio contributo unificato’ è una sanzione applicabile solo in caso di rigetto, inammissibilità o improcedibilità del ricorso, e non quando il processo si estingue per altre cause come la definizione agevolata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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