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Definizione agevolata: estingue il giudizio tributario

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’estinzione di un giudizio relativo all’imposta di registro sulla cessione di quote di una farmacia. La decisione non è entrata nel merito della controversia, ma è scaturita dalla perfezionata definizione agevolata da parte di uno dei soggetti coobbligati. In applicazione della normativa specifica, il beneficio della definizione si è esteso a tutte le parti in causa, determinando la cessazione del contenzioso per tutti i soggetti coinvolti.

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Pubblicato il 16 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione Agevolata: Come Estingue il Giudizio per Tutti i Coobbligati

Una recente sentenza della Corte di Cassazione illustra il potente effetto della definizione agevolata nelle controversie tributarie. Anche se il caso nasce da una complessa questione sull’imposta di registro per la cessione di quote di una farmacia, la soluzione non arriva da una decisione sul merito, ma dall’adesione di uno dei contribuenti a un condono fiscale. Vediamo come questo strumento ha portato all’estinzione dell’intero giudizio, con importanti implicazioni per tutti i soggetti coinvolti.

I Fatti di Causa: La Cessione delle Quote della Farmacia

La vicenda trae origine da un avviso di liquidazione emesso dall’Agenzia delle Entrate. L’Amministrazione contestava il regime fiscale applicato alla cessione di quote di una farmacia, ereditate da soggetti privi dei requisiti professionali per esercitare l’attività di farmacista. A seguito del decesso del titolare, gli eredi avevano continuato a gestire l’attività come società di fatto per poi cedere le quote.

Secondo l’Agenzia delle Entrate, tale operazione non doveva essere soggetta a imposta di registro in misura fissa, come per una normale cessione di quote societarie, ma in misura proporzionale, equiparandola a una cessione d’azienda. I contribuenti, inclusi gli eredi, gli acquirenti e il notaio rogante, si erano opposti a tale pretesa, ottenendo ragione sia in primo che in secondo grado.

L’Impatto Decisivo della Definizione Agevolata

Mentre il ricorso dell’Agenzia delle Entrate era pendente in Cassazione, uno dei coobbligati, una delle società acquirenti, ha presentato istanza di definizione agevolata della lite, prevista dall’art. 6 del D.L. 119/2018. Questa procedura, perfezionata con il pagamento dell’importo dovuto, si è rivelata l’elemento risolutivo dell’intera vicenda.

La Normativa sulla Definizione Agevolata e i Coobbligati

La legge prevede espressamente che la definizione perfezionata da un coobbligato produca effetti anche per tutti gli altri. In particolare, il comma 14 dell’art. 6 del D.L. 119/2018 stabilisce che il beneficio si estende agli altri coobbligati, inclusi quelli per i quali la controversia non è più pendente. Questo principio è fondamentale per garantire l’economia processuale e la certezza del diritto, evitando decisioni contrastanti sullo stesso rapporto tributario.

Le Motivazioni della Decisione della Corte

La Corte di Cassazione, preso atto della documentazione che provava il perfezionamento della definizione agevolata da parte di uno dei coobbligati, non è entrata nel merito della questione fiscale. Il suo ruolo si è limitato a verificare la sussistenza delle condizioni per l’estinzione del giudizio.

Constatato che l’Agenzia delle Entrate non aveva notificato alcun provvedimento di diniego della definizione e che il pagamento era stato effettuato, i giudici hanno applicato direttamente la norma. Di conseguenza, hanno dichiarato l’estinzione di entrambi i giudizi riuniti, poiché l’effetto della definizione si era propagato a tutti i soggetti coinvolti nella controversia, dal notaio agli eredi e agli acquirenti.

Le Conclusioni

Questa sentenza ribadisce un principio cruciale in materia di contenzioso tributario: l’adesione alla definizione agevolata da parte di un solo coobbligato ha un effetto estintivo che si propaga a tutti gli altri. Ciò significa che una controversia pluriennale può concludersi non per una vittoria legale nel merito, ma per l’attivazione di uno strumento deflattivo del contenzioso. Per i contribuenti coinvolti in liti fiscali con più soggetti obbligati in solido, questa pronuncia sottolinea l’importanza di monitorare le azioni degli altri coobbligati, poiché la scelta di uno può determinare la fine del processo per tutti, con le spese legali che restano a carico di chi le ha sostenute.

Cosa succede a un processo tributario se uno dei coobbligati aderisce alla definizione agevolata?
Se uno dei coobbligati perfeziona la definizione agevolata della controversia, presentando la domanda e pagando l’importo dovuto, il beneficio si estende a tutti gli altri e l’intero giudizio viene dichiarato estinto dalla Corte.

La Corte di Cassazione si è pronunciata sulla correttezza dell’imposta di registro applicata nel caso specifico?
No, la Corte non è entrata nel merito della questione fiscale. Ha dichiarato l’estinzione del giudizio per una ragione procedurale, ovvero l’avvenuta definizione agevolata, che ha reso superfluo decidere chi avesse ragione sulla tassazione dell’atto.

Chi paga le spese legali in caso di estinzione del giudizio per definizione agevolata?
In base alla sentenza e alla normativa di riferimento (art. 46, comma 3, del D.Lgs. n. 546/1992), le spese del giudizio estinto rimangono a carico delle parti che le hanno anticipate.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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