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Definizione agevolata: effetti sul socio di S.r.l.

Una società a responsabilità limitata che aderisce a una definizione agevolata per chiudere una lite fiscale non salva automaticamente il socio dall’accertamento. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha chiarito che la posizione fiscale della società e quella del socio sono autonome. Pertanto, la presunzione di distribuzione degli utili extracontabili al socio rimane valida, e l’Amministrazione Finanziaria può procedere con l’accertamento IRPEF nei suoi confronti, nonostante il condono societario.

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Pubblicato il 15 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione Agevolata della Società: Quali Conseguenze per il Socio?

L’adesione di una società a una definizione agevolata di una lite fiscale, comunemente nota come condono, è una scelta strategica per chiudere un contenzioso con il Fisco. Ma quali sono gli effetti di questa decisione sul socio della società? La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha fornito un chiarimento fondamentale: il condono societario non estingue l’accertamento fiscale a carico del socio per i maggiori redditi da partecipazione. Vediamo insieme i dettagli di questa importante pronuncia.

I Fatti del Caso: Dall’Accertamento alla Lite Fiscale

Il caso trae origine da un avviso di accertamento notificato dall’Agenzia delle Entrate a un socio di una S.r.l. a ristretta base societaria. L’Amministrazione Finanziaria contestava un maggior reddito IRPEF per l’anno 2002, derivante dalla presunta distribuzione di utili extracontabili accertati in capo alla società stessa.

Inizialmente, il contribuente aveva ottenuto ragione davanti alla Commissione Tributaria Provinciale, la quale aveva annullato l’accertamento basandosi sul fatto che anche il ricorso della società era stato accolto.

La Decisione dei Giudici di Merito

L’Agenzia delle Entrate ha impugnato la decisione e la Commissione Tributaria Regionale, pur in contumacia del contribuente, ha confermato la sentenza di primo grado. La motivazione dei giudici d’appello si fondava su un presupposto cruciale: la società aveva aderito a una definizione agevolata della propria lite, pagando quanto dovuto e ottenendo l’estinzione del giudizio. Secondo la CTR, questo faceva venir meno il presupposto impositivo per l’accertamento nei confronti del socio, rendendolo di fatto nullo.

La Posizione della Cassazione sulla Definizione Agevolata e i Soci

La Corte di Cassazione ha ribaltato completamente la prospettiva, accogliendo il ricorso dell’Agenzia delle Entrate e affermando un principio di diritto di grande rilevanza pratica.

Autonomia Fiscale tra Società e Socio

Il punto centrale della decisione è la netta distinzione tra la posizione fiscale della società e quella dei suoi soci. Anche nelle società a ristretta base azionaria, dove la presunzione di distribuzione degli utili è consolidata, i due soggetti mantengono un’autonomia soggettiva e fiscale. L’avviso di accertamento emesso nei confronti della società e quello consequenziale notificato al socio sono atti distinti, sebbene collegati.

La Natura del Condono Fiscale

La Corte ha ribadito che le disposizioni condonistiche, come la definizione agevolata, sono sistemi eccezionali che mirano a ridurre il contenzioso e a recuperare risorse finanziarie. Non hanno lo scopo di accertare l’effettivo imponibile, ma di regolare l’obbligazione tributaria a prescindere da esso. L’adesione a tale beneficio è una libera scelta del contribuente (in questo caso, la società) e non può precludere il potere-dovere dell’Amministrazione Finanziaria di accertare la posizione di altri soggetti (i soci).

Le motivazioni

La Suprema Corte ha motivato la sua decisione sottolineando che l’adesione della società alla definizione agevolata non comporta né una forma di autotutela amministrativa né un annullamento dell’atto impositivo originario. I fatti che hanno fondato l’accertamento societario (i maggiori utili extracontabili) continuano a esistere e possono legittimamente fondare l’accertamento presuntivo verso il socio. La presunzione di attribuzione pro quota degli utili ai soci di società a ristretta base non viene meno in caso di condono societario. Di conseguenza, l’accertamento a carico del socio rimane valido e pienamente efficace. Sarà onere del socio contestare non solo la presunzione di distribuzione, ma anche le risultanze della verifica fiscale che hanno originato l’accertamento societario.

Le conclusioni

L’ordinanza stabilisce un principio chiaro: la scelta di una società di chiudere una lite con il Fisco tramite una definizione agevolata è irrilevante ai fini dell’accertamento IRPEF sui redditi da partecipazione dei soci. Questi ultimi non possono beneficiare indirettamente del condono societario e, se destinatari di un avviso di accertamento, dovranno difendersi autonomamente dimostrando l’infondatezza della pretesa fiscale. La causa è stata quindi rinviata alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado, che dovrà decidere nuovamente la controversia attenendosi a questo principio.

La definizione agevolata di una lite fiscale da parte di una S.r.l. annulla l’accertamento fiscale nei confronti del socio?
No, la Cassazione ha stabilito che l’adesione della società alla definizione agevolata non determina la cessazione del presupposto impositivo nei confronti dei soci, poiché società e socio sono soggetti fiscali distinti e autonomi.

Perché il condono della società non si estende automaticamente ai soci?
Perché la definizione agevolata è una scelta del singolo contribuente (la società) e non incide sull’accertamento dell’imponibile, ma serve a chiudere la lite per finalità deflattive. La posizione del socio è autonoma e l’Amministrazione Finanziaria conserva il potere di accertamento nei suoi confronti.

Cosa deve fare un socio se la sua società aderisce a un condono fiscale?
Il socio deve comunque difendersi autonomamente dall’accertamento fiscale a suo carico. Ha l’onere di contestare sia la presunzione di distribuzione degli utili, sia le risultanze della verifica fiscale che hanno dato origine all’accertamento societario.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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