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Definizione agevolata e estinzione del processo

Un contribuente, dopo aver impugnato in Cassazione un accertamento fiscale basato sul metodo sintetico, ha aderito alla definizione agevolata della lite. La Corte Suprema, constatando la presentazione della domanda e il mancato deposito di un’istanza di prosecuzione da parte di entrambe le parti, ha dichiarato l’estinzione del processo. La decisione chiarisce che in questi casi le spese legali restano a carico di chi le ha anticipate e non si applicano sanzioni aggiuntive.

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Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione Agevolata: Quando il Processo Tributario si Estingue

L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio di come la definizione agevolata delle liti pendenti possa rappresentare una via d’uscita efficace e definitiva da un lungo contenzioso tributario. La Corte di Cassazione ha dichiarato l’estinzione di un processo a seguito dell’adesione del contribuente a questa procedura, delineando un percorso procedurale di grande interesse pratico per cittadini e professionisti del settore.

I Fatti del Caso: Accertamento Sintetico e Ricorso in Cassazione

La vicenda ha origine da due avvisi di accertamento con cui l’Amministrazione Finanziaria contestava a un contribuente maggiori redditi ai fini IRPEF per gli anni 2007 e 2008. L’accertamento si basava sul cosiddetto “metodo sintetico”, che prende in considerazione elementi indicativi di capacità contributiva come il costo di abitazioni, autoveicoli e il mantenimento di un’imbarcazione a motore.

Il contribuente aveva impugnato tali atti, e la controversia, dopo i primi due gradi di giudizio, era approdata dinanzi alla Corte di Cassazione. Il ricorso del contribuente si fondava su cinque motivi, che spaziavano da vizi procedurali a contestazioni sul metodo di accertamento e violazioni di legge.

La Svolta: L’Istanza di Definizione Agevolata

Durante la pendenza del giudizio in Cassazione, il ricorrente ha compiuto un passo decisivo: ha presentato domanda di definizione agevolata della controversia, ai sensi dell’art. 6 del D.L. n. 119/2018. Questa norma offriva la possibilità di chiudere le liti fiscali pendenti versando gli importi dovuti in misura ridotta.

Il contribuente ha corredato l’istanza con le prove dei versamenti effettuati e ha chiesto la sospensione del processo, come previsto dalla legge. Successivamente, nessuna delle parti – né il contribuente né l’Agenzia delle Entrate – ha depositato, entro il termine ultimo del 31 dicembre 2020, l’istanza di trattazione necessaria per far proseguire il giudizio.

Le Motivazioni della Corte: L’Automatismo dell’Estinzione grazie alla definizione agevolata

La Corte di Cassazione ha preso atto della situazione e ha dichiarato l’estinzione del processo. La motivazione si fonda su un’applicazione diretta e quasi automatica della normativa sulla definizione agevolata.

Il comma 13 dell’art. 6 del D.L. 119/2018 stabilisce infatti che, in assenza di un’istanza di trattazione depositata entro la scadenza, il processo si estingue. L’adesione alla sanatoria, unita all’inerzia successiva delle parti, integra la condizione prevista dalla legge per porre fine alla lite.

La Corte ha inoltre chiarito due aspetti importanti:

1. Cessazione della materia del contendere: Non si è potuto dichiarare la cessazione della materia del contendere perché mancava la prova del pagamento di tutte le rate, ma ciò non ha impedito l’estinzione del giudizio per la diversa causa prevista dalla legge.
2. Spese e sanzioni: Le spese legali sono state poste a carico delle parti che le avevano anticipate, secondo un principio di compensazione implicito nella procedura. Inoltre, la Corte ha specificato che non ricorrevano i presupposti per il versamento, da parte del ricorrente, dell’ulteriore importo a titolo di contributo unificato. Tale sanzione, infatti, è prevista solo in caso di rigetto, inammissibilità o improcedibilità del ricorso, e non può essere estesa per analogia al caso di estinzione.

Conclusioni: L’Impatto della Definizione Agevolata sulle Liti Pendenti

Questa pronuncia conferma la natura di strumento deflattivo del contenzioso propria della definizione agevolata. Essa non solo offre un vantaggio economico al contribuente, ma stabilisce anche un meccanismo processuale snello per la chiusura delle liti. La mancata presentazione dell’istanza di trattazione, dopo aver aderito alla sanatoria, opera come una sorta di silenzio-assenso verso la fine del processo. Per i contribuenti e i loro difensori, ciò significa che l’adesione alla definizione agevolata, se correttamente gestita, rappresenta una strada sicura per ottenere la certezza della chiusura del contenzioso, evitando i costi e le incertezze di un giudizio di legittimità.

Cosa succede a un processo tributario se una parte presenta domanda di definizione agevolata?
Il processo viene sospeso in attesa della conclusione della procedura. Se, dopo aver aderito e pagato, nessuna delle parti deposita un’istanza per proseguire il giudizio entro i termini di legge, il processo si estingue automaticamente.

Chi paga le spese legali in caso di estinzione del processo per definizione agevolata?
Secondo la decisione della Corte, le spese restano a carico delle parti che le hanno anticipate. In pratica, ciascuna parte paga i propri costi legali, realizzando una forma di compensazione delle spese.

L’estinzione del giudizio per definizione agevolata comporta sanzioni aggiuntive per il ricorrente?
No. La Corte ha chiarito che la sanzione consistente nel pagamento di un ulteriore importo a titolo di contributo unificato non si applica in caso di estinzione del giudizio, essendo prevista solo per i casi di rigetto, inammissibilità o improcedibilità dell’impugnazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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