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Definizione agevolata controversie: la Cassazione rinvia

Un gruppo societario contesta l’applicazione dell’imposta di registro proporzionale su atti di accollo di debito. Durante il ricorso in Cassazione, una delle società aderisce alla definizione agevolata controversie tributarie. La Suprema Corte, in attesa di conoscere l’esito della procedura di definizione, non decide nel merito ma rinvia la causa a nuovo ruolo, ordinando all’Amministrazione Finanziaria di fornire informazioni scritte sull’esito della procedura entro 90 giorni. La decisione sottolinea l’impatto delle procedure di sanatoria fiscale sui processi in corso.

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Pubblicato il 2 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione Agevolata Controversie: La Cassazione Sospende il Giudizio in Attesa di Chiarimenti

L’ordinanza in esame offre uno spaccato interessante sull’interazione tra i processi giudiziari e le procedure amministrative di sanatoria fiscale. In particolare, la Corte di Cassazione si è trovata a gestire un caso in cui era stata presentata un’istanza di definizione agevolata controversie tributarie mentre il ricorso era pendente. La decisione, pur non entrando nel merito della questione fiscale, stabilisce un importante principio procedurale: la necessità di accertare l’esito della definizione prima di proseguire con il giudizio.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da due avvisi di liquidazione emessi dalla Direzione provinciale dell’Amministrazione Finanziaria. L’ente impositore aveva recuperato a tassazione, con imposta di registro in misura proporzionale, due atti stipulati nel 2013. Con tali atti, una società holding si era accollata, ai sensi dell’art. 1273 c.c., i debiti che un’altra società del gruppo aveva maturato nei confronti di terzi. Le società contribuenti ritenevano che tale operazione, assimilabile a un aumento di capitale, dovesse scontare l’imposta in misura fissa e non proporzionale.

Dopo una decisione sfavorevole da parte della Commissione Tributaria Regionale, le società hanno proposto ricorso per cassazione, sostenendo le proprie ragioni con diversi motivi di impugnazione.

La Svolta: L’Istanza di Definizione Agevolata Controversie

Durante la pendenza del giudizio di legittimità, una delle società ricorrenti ha depositato una nota informando la Corte di aver aderito alla definizione agevolata controversie tributarie, prevista dal D.L. n. 119 del 2018. A supporto, ha prodotto le domande di definizione e le quietanze dei versamenti già eseguiti, chiedendo in via principale la declaratoria di cessazione della materia del contendere.

Questa mossa ha cambiato le carte in tavola. La Corte non poteva più semplicemente valutare i motivi del ricorso, ma doveva prima considerare l’effetto di questa nuova procedura amministrativa sul processo in corso.

La Decisione della Corte: Un Rinvio per Acquisire Informazioni

La Suprema Corte, con un approccio pragmatico e attento alle norme procedurali, ha deciso di non pronunciarsi. Ha osservato che la parte ricorrente aveva presentato istanza di definizione agevolata ai sensi di una normativa specifica (il d.l. 119/2018) e che mancava un riscontro da parte dell’Amministrazione Finanziaria su tale istanza.

Di conseguenza, la Corte ha disposto il rinvio della causa a nuovo ruolo. Questo significa che il processo è stato temporaneamente sospeso e verrà nuovamente calendarizzato per la discussione in futuro.

Le Motivazioni

La motivazione alla base di questa decisione è squisitamente procedurale. Le leggi sulla definizione agevolata controversie prevedono la sospensione del processo in attesa dell’esito della domanda. Se la definizione si perfeziona, il processo si estingue. Proseguire con il giudizio senza conoscere lo stato della procedura di definizione sarebbe stato antieconomico e potenzialmente inutile.

Per questo motivo, la Corte ha ordinato all’Amministrazione Finanziaria di fornire, entro il termine di novanta giorni, informazioni scritte e dettagliate sull’esito della procedura di definizione agevolata avanzata dalla società. Solo una volta acquisita questa informazione fondamentale, la Corte potrà decidere se dichiarare estinto il giudizio o se, in caso di esito negativo della definizione, procedere con l’esame del ricorso.

Le Conclusioni

L’ordinanza evidenzia come le procedure di sanatoria fiscale, come la definizione agevolata controversie, abbiano un impatto diretto e significativo sui processi tributari pendenti a ogni livello, compreso quello di legittimità. La decisione della Cassazione di rinviare la causa e di acquisire informazioni dall’Amministrazione Finanziaria rappresenta una corretta applicazione dei principi di economia processuale e di coordinamento tra l’azione amministrativa e quella giurisdizionale. Per i contribuenti e i professionisti, ciò conferma l’importanza di comunicare tempestivamente al giudice l’avvio di tali procedure e di seguirne attentamente l’iter, dal quale dipende la sorte stessa del processo.

Cosa accade a un processo in Cassazione se una parte richiede la definizione agevolata della controversia?
Il processo può essere sospeso. Come in questo caso, la Corte di Cassazione ha deciso di rinviare la causa a un nuovo ruolo, attendendo di conoscere l’esito della procedura di definizione prima di prendere qualsiasi decisione sul merito del ricorso.

Chi deve informare la Corte sull’esito della procedura di definizione agevolata?
Sebbene sia il contribuente a presentare l’istanza, la Corte in questa ordinanza ha specificamente ordinato all’Amministrazione Finanziaria (Agenzia delle Entrate) di fornire informazioni scritte sull’esito della procedura entro un termine di 90 giorni.

L’adesione alla definizione agevolata comporta l’automatica estinzione del processo?
No, non è automatica. L’ordinanza dimostra che la Corte deve prima verificare il perfezionamento della procedura. Secondo la normativa citata, il processo viene sospeso e solo se la definizione si conclude positivamente e non vi è un’istanza di trattazione da parte interessata, viene dichiarato estinto con un decreto del Presidente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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