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Definizione agevolata controversie: estinzione giudizio

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’estinzione di un giudizio tributario a seguito dell’adesione del contribuente alla definizione agevolata delle controversie, prevista dalla Legge n. 197/2022. A fronte della regolare presentazione della domanda e del relativo pagamento, confermati anche dall’Amministrazione Finanziaria, i giudici hanno posto fine alla lite, stabilendo che le spese legali restino a carico di chi le ha sostenute.

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Pubblicato il 17 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione Agevolata Controversie: Come Porta all’Estinzione del Giudizio

L’adesione alla definizione agevolata delle controversie tributarie, spesso definita ‘pace fiscale’, rappresenta uno strumento efficace per porre fine a lunghi e complessi contenziosi tra contribuente e Fisco. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione chiarisce l’iter e gli effetti di questa procedura, confermando come la corretta adesione da parte del contribuente porti inesorabilmente all’estinzione del giudizio, anche quando questo è pendente nel grado più alto.

I Fatti del Caso: Dall’Accertamento al Ricorso in Cassazione

La vicenda trae origine da un’indagine penale che ha portato l’Amministrazione Finanziaria a emettere diversi atti impositivi nei confronti di varie società e persone fisiche. In particolare, a un imprenditore, ritenuto amministratore di fatto e beneficiario dei proventi illeciti di una S.r.l. in liquidazione, veniva notificato un avviso di accertamento per il recupero di una quota del 20% delle imposte e sanzioni non più esigibili dalla società, ormai estinta.

Il contribuente impugnava l’atto davanti alla Commissione Tributaria Provinciale, che accoglieva parzialmente le sue ragioni. Successivamente, sia l’Ufficio che l’imprenditore proponevano appello. La Commissione Tributaria Regionale respingeva l’appello principale dell’Agenzia Fiscale e accoglieva quello incidentale del contribuente. L’Amministrazione Finanziaria, non soddisfatta della decisione, proponeva ricorso per Cassazione, a cui l’imprenditore resisteva con controricorso e ricorso incidentale condizionato.

L’Intervento della Definizione Agevolata Controversie e i suoi Effetti

Durante la pendenza del giudizio in Cassazione, il quadro processuale muta radicalmente. Il difensore del contribuente, avvalendosi delle disposizioni della Legge n. 197/2022, presenta un’istanza di definizione agevolata delle controversie. A supporto della richiesta, deposita la domanda di definizione e la prova dell’avvenuto pagamento dell’intero importo dovuto secondo la normativa agevolativa.

Successivamente, anche l’Avvocatura Generale dello Stato, in rappresentanza dell’Agenzia Fiscale, deposita un’istanza con cui chiede la dichiarazione di estinzione del giudizio, allegando una nota interna dell’Ufficio che conferma la regolarità della definizione della lite da parte del contribuente.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

Di fronte a tale scenario, la Corte di Cassazione non entra nel merito dei motivi di ricorso, ma si limita a prendere atto dell’avvenuta definizione della lite. I giudici richiamano l’articolo 1 della Legge n. 197/2022, che disciplina la procedura. In particolare, il comma 186 consente di definire le controversie tributarie pendenti in ogni stato e grado.

Il comma 197 stabilisce gli oneri per il contribuente, che deve depositare presso l’organo giurisdizionale copia della domanda di definizione e la prova del versamento. Il successivo comma 198 prevede la conseguenza diretta di tale adempimento: il processo è dichiarato estinto. La norma specifica inoltre che ‘le spese del processo restano a carico della parte che le ha anticipate’.

Avendo entrambe le parti confermato il perfezionamento della procedura, la Corte non ha potuto far altro che applicare la legge e dichiarare l’estinzione del giudizio.

Conclusioni

Questa ordinanza conferma la natura puramente procedurale del controllo del giudice in caso di adesione alla definizione agevolata. Una volta che il contribuente ha presentato la domanda e versato le somme dovute, e l’Amministrazione Finanziaria ha verificato la regolarità della procedura, il processo si estingue automaticamente. Questa soluzione offre un chiaro vantaggio in termini di certezza del diritto e di deflazione del contenzioso, permettendo di chiudere definitivamente liti che potrebbero protrarsi per anni, con un esito favorevole per entrambe le parti in termini di tempi e costi.

Cosa succede a un processo tributario se il contribuente aderisce alla definizione agevolata?
Il processo viene dichiarato estinto. L’ordinanza chiarisce che, una volta depositata la domanda di definizione e la prova del versamento, e a seguito della conferma della regolarità da parte dell’Agenzia delle Entrate, il giudice deve dichiarare l’estinzione del giudizio in applicazione della normativa specifica (art. 1, comma 198, L. n. 197/2022).

Chi paga le spese legali in caso di estinzione del giudizio per definizione agevolata?
Le spese del processo restano a carico della parte che le ha anticipate. La legge stessa prevede questa regola, derogando al principio generale della soccombenza. Ciascuna parte, quindi, sostiene i propri costi legali sostenuti fino a quel momento.

È necessario che entrambe le parti chiedano l’estinzione del processo?
No, non è strettamente necessario. La legge prevede che l’estinzione sia dichiarata a seguito del deposito della domanda e del pagamento da parte del contribuente. Nel caso di specie, tuttavia, la richiesta congiunta e la conferma da parte dell’Agenzia delle Entrate hanno reso il percorso ancora più lineare per la Corte, che ha potuto procedere speditamente alla declaratoria di estinzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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