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Definizione agevolata: come estingue il processo

Una società impugnava un avviso di accertamento fiscale. Durante il ricorso in Cassazione, aderiva alla definizione agevolata della lite. La Corte Suprema, preso atto della regolarità della procedura confermata dalla stessa Agenzia delle Entrate, ha dichiarato l’estinzione del giudizio, ponendo fine alla controversia senza una decisione nel merito.

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Pubblicato il 16 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione Agevolata: la Via d’Uscita dal Contenzioso Tributario

La definizione agevolata rappresenta uno strumento cruciale per cittadini e imprese che desiderano risolvere le pendenze con il Fisco in modo rapido e meno oneroso rispetto a un lungo processo. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ha ribadito l’effetto risolutivo di questa procedura, portando all’estinzione immediata del giudizio pendente. Analizziamo insieme questo caso per capire le implicazioni pratiche di tale istituto.

I Fatti di Causa

Una società operante nel settore elettrico riceveva un avviso di accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate per l’anno d’imposta 2008. L’atto contestava un maggior reddito d’impresa per oltre un milione di euro, con conseguente richiesta di maggiori imposte (IRES, IRAP, IVA), sanzioni e accessori.

La società impugnava l’atto dinanzi alla Commissione Tributaria Provinciale, che accoglieva parzialmente il ricorso. Successivamente, sia l’Ufficio che la società proponevano appello alla Commissione Tributaria Regionale, la quale riformava in parte la prima decisione.

Insoddisfatta dell’esito, la società presentava ricorso per cassazione. Durante la pendenza di quest’ultimo giudizio, si apriva una finestra normativa che permetteva di chiudere le liti fiscali attraverso una procedura speciale.

Il Ruolo Decisivo della Definizione Agevolata

Mentre il processo era in corso presso la Suprema Corte, la società contribuente, già ammessa a una procedura di concordato preventivo, presentava domanda di definizione agevolata della lite ai sensi del D.L. n. 119 del 2018. Questa normativa, come altre simili introdotte nel tempo, offre ai contribuenti la possibilità di chiudere le controversie pendenti pagando solo le imposte dovute, senza sanzioni e interessi, o con una loro drastica riduzione.

L’adesione a questa procedura si è rivelata la mossa vincente. All’udienza finale, la stessa Agenzia delle Entrate, tramite il suo procuratore, ha confermato la regolarità della definizione e la sua piena riferibilità all’avviso di accertamento oggetto del giudizio. A fronte di tale conferma, l’Ufficio stesso ha richiesto alla Corte di dichiarare l’estinzione del processo.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione, preso atto dell’intervenuta definizione agevolata, ha accolto la richiesta di estinzione. La motivazione è lineare e si fonda direttamente sulla legge. Quando una lite tributaria pendente viene definita tramite una delle procedure di sanatoria previste dal legislatore, il processo non ha più ragione di proseguire.

La Corte non entra nel merito dei motivi del ricorso, ovvero non valuta se le pretese della società o dell’Agenzia fossero fondate. Il suo compito, in questo scenario, è meramente ricognitivo: verificare che la procedura di definizione si sia perfezionata correttamente. La dichiarazione della stessa Agenzia delle Entrate in udienza ha rimosso ogni dubbio, rendendo la declaratoria di estinzione un atto dovuto.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame conferma la grande efficacia pratica della definizione agevolata come strumento deflattivo del contenzioso tributario. Per il contribuente, essa rappresenta un’opportunità per chiudere definitivamente una vertenza incerta e costosa con un esborso certo e ridotto. Per lo Stato, consente di incassare somme in tempi rapidi, alleggerendo il carico di lavoro degli uffici giudiziari.

La decisione sottolinea come, una volta perfezionata la procedura, l’esito del giudizio sia segnato: la sua estinzione. Questo offre una certezza fondamentale a chi sceglie di avvalersi di tali strumenti, sapendo che l’adesione corretta alla sanatoria porterà alla fine della lite, indipendentemente dal suo stato e grado.

Cosa succede a un processo tributario se il contribuente aderisce alla definizione agevolata?
Se il contribuente aderisce correttamente alla definizione agevolata e l’Agenzia delle Entrate ne conferma la regolarità, il giudizio tributario pendente si estingue, come dichiarato dalla Corte nel caso di specie, senza una decisione nel merito della controversia.

È necessario il consenso dell’Agenzia delle Entrate in udienza per l’estinzione del giudizio?
Nel caso esaminato, la dichiarazione dell’Agenzia delle Entrate, che ha confermato in udienza la regolarità della definizione, è stata determinante. Il provvedimento si basa sulla conferma del corretto perfezionamento della procedura di definizione, che ha portato la stessa Agenzia a chiederne l’estinzione.

Qual è il ruolo della Corte di Cassazione quando interviene una definizione agevolata?
La Corte di Cassazione, una volta accertata l’avvenuta e regolare definizione agevolata della pendenza tributaria, non entra nel merito dei motivi del ricorso ma dichiara l’estinzione del giudizio, ponendo di fatto fine al processo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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