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Definizione agevolata coerede: vale per tutti gli eredi

In un caso di imposta di successione, un coerede ha impugnato l’avviso di accertamento, ma suo fratello (anch’egli coerede) ha aderito alla definizione agevolata, pagando la prima rata. La Corte di Cassazione ha stabilito che, in virtù del principio di solidarietà tributaria tra coeredi, la definizione perfezionata da uno solo di essi estingue l’intero debito e, di conseguenza, il contenzioso per tutti, anche per il coerede che si era opposto e voleva una decisione nel merito.

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Pubblicato il 25 agosto 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione Agevolata del Coerede: L’Effetto Liberatorio si Estende a Tutti

Quando si eredita un patrimonio insieme ad altri parenti, possono sorgere controversie con l’Agenzia delle Entrate riguardo l’imposta di successione. Ma cosa succede se uno dei coeredi decide di chiudere la partita con il fisco attraverso una definizione agevolata coerede, mentre un altro vorrebbe continuare la causa? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce che la decisione di uno può vincolare tutti, estinguendo l’intero debito tributario.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da un avviso di accertamento per l’imposta di successione notificato a due fratelli, coeredi di un cospicuo patrimonio immobiliare. Uno dei due fratelli decideva di impugnare l’atto, ritenendolo illegittimo, e avviava un lungo contenzioso tributario. Nel corso del giudizio, l’altro fratello, pur non comparendo formalmente, presentava istanza di definizione agevolata delle controversie pendenti, come previsto dalla normativa, e provvedeva al pagamento della prima rata.

L’Agenzia delle Entrate comunicava quindi alla Commissione Tributaria l’avvenuta richiesta di definizione, chiedendo l’estinzione del giudizio. Il fratello che aveva promosso la causa si opponeva fermamente, sostenendo di non aver mai richiesto alcuna definizione agevolata e di avere interesse a una pronuncia sul merito della controversia per veder annullato l’atto impositivo. Ciononostante, la Commissione Tributaria dichiarava estinto il giudizio. Da qui, il ricorso in Cassazione.

La Decisione della Cassazione e l’Importanza della Solidarietà Tributaria

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la decisione dei giudici di merito. Il punto centrale della pronuncia risiede nel principio dell’obbligazione solidale che lega i coeredi nel pagamento dell’imposta di successione.

Secondo la legge (in particolare l’art. 36 del D.Lgs. 346/1990), tutti i coeredi sono obbligati in solido per l’intero importo del tributo successorio. Questo significa che l’Agenzia delle Entrate può richiedere il pagamento totale a uno qualsiasi degli eredi, e il pagamento effettuato da uno libera automaticamente tutti gli altri.

Le Motivazioni

La Corte ha spiegato che la normativa sulla definizione agevolata (art. 6, comma 14, D.L. n. 119/2018) stabilisce esplicitamente che ‘la definizione perfezionata dal coobbligato giova in favore degli altri’. Questo principio si applica direttamente al caso dell’imposta di successione.

La prestazione dovuta al fisco è unica (eadem res debita), anche se ci sono più debitori. Quando uno dei coeredi ha aderito alla definizione agevolata e ha pagato la prima rata, ha di fatto perfezionato un accordo che ha ridotto e definito l’unica prestazione dovuta. L’effetto liberatorio di questo pagamento si estende oggettivamente a tutti i condebitori, cancellando il debito nei confronti di tutti.

Di conseguenza, è diventato irrilevante che il ricorrente non avesse presentato la richiesta o fosse contrario alla definizione. Non esistendo più una lite pendente, poiché il debito tributario era stato definito, il giudizio non poteva che essere dichiarato estinto. L’interesse del ricorrente a una decisione nel merito è stato ritenuto inesistente, in quanto l’eventuale inadempimento futuro del fratello alle rate successive della definizione agevolata è un’ipotesi astratta che non giustifica la prosecuzione di una causa ormai priva di oggetto.

Le Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale in materia di imposta di successione: l’obbligazione solidale tra coeredi ha conseguenze molto pratiche. L’azione di un singolo coerede, come l’adesione a una sanatoria fiscale, può avere un impatto decisivo e vincolante per tutti gli altri. Prima di intraprendere un contenzioso, è quindi essenziale che i coeredi coordinino le proprie strategie, poiché la mossa di uno può porre fine alla partita per l’intera squadra, indipendentemente dalla volontà degli altri giocatori.

Se un coerede decide di aderire a una definizione agevolata per l’imposta di successione, questa decisione ha effetti anche sugli altri coeredi che non hanno aderito?
Sì. La Corte di Cassazione ha confermato che, in virtù del principio di solidarietà dell’obbligazione tributaria, la definizione perfezionata da un coobbligato giova a favore di tutti gli altri, estinguendo il debito e il contenzioso per l’intera coeredità.

L’opposizione di un coerede può impedire l’estinzione del giudizio se un altro coerede ha già perfezionato la definizione agevolata?
No. Una volta che la definizione è stata perfezionata da uno dei coeredi (ad esempio con il pagamento della prima rata), la lite si considera non più pendente. L’opposizione dell’altro coerede, che magari avrebbe preferito una decisione nel merito, diventa irrilevante perché il debito oggetto della controversia è stato definito.

Perché la definizione perfezionata da un solo coobbligato giova a tutti gli altri?
Questo accade a causa del principio dell’obbligazione solidale, secondo cui la prestazione dovuta è unica (‘eadem res debita’). L’adempimento o la definizione da parte di un solo debitore estingue l’unica obbligazione, liberando di conseguenza tutti gli altri condebitori nei confronti del creditore (in questo caso, il fisco).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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