LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Definizione agevolata: cartella valida anche con avviso

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 17584/2025, ha stabilito che un contenzioso su una cartella di pagamento derivante da controllo automatizzato è ammissibile alla definizione agevolata, anche se il contribuente aveva ricevuto in precedenza un avviso bonario. La Corte ha chiarito che l’impugnazione dell’avviso bonario è facoltativa, pertanto la cartella resta il primo atto impugnabile che permette di contestare il merito della pretesa fiscale e accedere ai benefici della definizione agevolata.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 3 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione agevolata: cartella valida anche con avviso bonario

La Corte di Cassazione ha recentemente chiarito un punto fondamentale in materia di definizione agevolata delle liti fiscali. Con una decisione che offre un importante respiro ai contribuenti, è stato stabilito che una controversia su una cartella di pagamento, emessa a seguito di controlli automatizzati, può essere oggetto di definizione agevolata anche qualora sia stata preceduta da un avviso bonario. Questa pronuncia consolida un orientamento favorevole al contribuente, ampliando le possibilità di chiudere i contenziosi con il Fisco.

I Fatti di Causa

Una società si trovava a impugnare una cartella di pagamento emessa dall’Agenzia delle Entrate a seguito di un controllo automatizzato sulla dichiarazione dei redditi per l’anno d’imposta 2014. Mentre il contenzioso era in corso, la società presentava istanza di definizione agevolata della lite, prevista da una specifica normativa.

L’Agenzia delle Entrate rigettava però l’istanza, sostenendo che la cartella di pagamento non fosse un atto “impositivo”, ma meramente “riscossivo”, e che quindi non rientrasse tra gli atti definibili. Secondo il Fisco, la pretesa era già stata comunicata con un precedente avviso bonario. La Commissione Tributaria Regionale, tuttavia, accoglieva la tesi della società, dichiarando l’estinzione del giudizio. L’Agenzia delle Entrate decideva quindi di ricorrere in Cassazione.

La Questione Giuridica e la Definizione Agevolata

Il nodo centrale della questione era stabilire se una cartella di pagamento, quando preceduta da un avviso bonario (o comunicazione di irregolarità), potesse essere considerata il primo atto con cui la pretesa fiscale viene esercitata, rendendo così la lite suscettibile di definizione agevolata. L’Agenzia delle Entrate sosteneva che l’avviso bonario fosse il primo atto e che la successiva cartella avesse solo natura esecutiva. Al contrario, il contribuente riteneva che solo la cartella avesse la natura di atto impositivo pienamente contestabile.

L’Importanza dell’Avviso Bonario nel Contenzioso

L’avviso bonario è una comunicazione che invita il contribuente a sanare volontariamente un’irregolarità. La sua impugnazione, però, non è obbligatoria. Se il contribuente non paga e non contesta l’avviso, l’amministrazione procede con l’emissione della cartella di pagamento. La questione era se questo passaggio intermedio privasse la cartella della sua natura di atto idoneo a far sorgere una controversia definibile in via agevolata.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, fornendo motivazioni chiare e aderendo a un principio di diritto già consolidato. I giudici hanno affermato che la soluzione non è preclusa dalla circostanza che la cartella sia stata preceduta dalla notifica di un avviso di irregolarità.

La Corte ha spiegato che l’impugnazione dell’avviso bonario è “meramente facoltativa”, poiché non rientra nell’elenco tassativo degli atti impugnabili previsto dalla legge processuale tributaria (art. 19 del d.lgs. 546/1992). Di conseguenza, la mancata impugnazione di tale avviso non determina la “cristallizzazione” della pretesa tributaria. Il contribuente conserva il pieno diritto di contestare il merito della pretesa attraverso l’impugnazione della successiva cartella di pagamento.

La Corte ha quindi ribadito il seguente principio di diritto: «In tema di definizione agevolata, il giudizio avente ad oggetto l’impugnazione della cartella emessa in sede di controllo automatizzato ex art. 36-bis d.P.R. n. 600 del 1973, dà origine a una controversia suscettibile di definizione ex art. 6 d.l. n. 119 del 2018, […] anche qualora la predetta cartella sia stata preceduta dalla notificazione dell’avviso di irregolarità (cd. avviso bonario)».

Le Conclusioni

Questa ordinanza della Corte di Cassazione rappresenta una vittoria significativa per i contribuenti. Sancisce in modo definitivo che la presenza di un avviso bonario non impedisce di accedere alla definizione agevolata per le controversie nate da cartelle di pagamento emesse a seguito di controlli automatizzati. La decisione rafforza la tutela del contribuente, garantendogli la possibilità di contestare nel merito la pretesa fiscale con l’impugnazione della cartella e di usufruire, al contempo, degli strumenti deflattivi del contenzioso messi a disposizione dal legislatore.

Una cartella di pagamento da controllo automatizzato è ammissibile alla definizione agevolata?
Sì, la Corte di Cassazione ha stabilito che il giudizio sull’impugnazione di una cartella emessa a seguito di controllo automatizzato è una controversia suscettibile di definizione agevolata, in quanto la cartella, in questo contesto, assume natura di atto impositivo.

La presenza di un precedente ‘avviso bonario’ impedisce la definizione agevolata della cartella?
No. La Corte ha chiarito che anche se la cartella è stata preceduta dalla notifica di un avviso di irregolarità (cd. avviso bonario), la controversia resta definibile in via agevolata, poiché l’impugnazione di tale avviso è facoltativa.

Perché l’avviso bonario non preclude l’accesso alla definizione agevolata?
Perché la legge non lo include tra gli atti la cui impugnazione è obbligatoria. Di conseguenza, la successiva cartella di pagamento è considerata l’atto principale con cui la pretesa fiscale viene formalmente esercitata, permettendo al contribuente sia di contestare il merito sia di accedere alla definizione agevolata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati