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Definizione agevolata cartella: quando è possibile?

Una società che ha acquisito un ramo d’azienda ha ricevuto una cartella di pagamento per debiti tributari della società cedente. La richiesta di definizione agevolata della cartella è stata respinta dall’Amministrazione Finanziaria. La Corte di Cassazione ha stabilito che, per la società acquirente, tale cartella costituisce il primo atto con cui viene formalizzata la pretesa fiscale nei suoi confronti, assumendo quindi natura di atto impositivo. Di conseguenza, la cartella è ammissibile alla definizione agevolata, portando all’estinzione del giudizio.

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Pubblicato il 1 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione Agevolata Cartella: Sì della Cassazione per il Cessionario d’Azienda

Quando una società acquista un ramo d’azienda, può trovarsi a ereditare non solo attività, ma anche debiti pregressi del venditore. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta un caso emblematico, chiarendo quando una cartella di pagamento notificata al nuovo proprietario può beneficiare della definizione agevolata cartella. La Corte ha stabilito un principio fondamentale: per il cessionario, la cartella che comunica per la prima volta un debito tributario del cedente ha natura di atto impositivo e, come tale, è definibile.

I Fatti di Causa

Una società operante nel settore dei servizi ambientali, che chiameremo Società Alfa S.p.A., aveva acquisito un ramo d’azienda da un’altra impresa, la Società Cedente S.r.l. Successivamente, l’Amministrazione Finanziaria notificava alla Società Alfa una cartella di pagamento per debiti tributari maturati dalla Società Cedente prima della cessione, ritenendola responsabile in solido ai sensi dell’art. 2560 del Codice Civile.

La Società Alfa impugnava la cartella, ma nel frattempo presentava istanza di definizione agevolata della lite, versando la prima rata richiesta dalla normativa. L’Amministrazione Finanziaria respingeva la domanda, sostenendo che la cartella fosse un mero atto di riscossione e non un atto impositivo, e che quindi non rientrasse tra quelli ammessi al condono. La controversia è così giunta fino alla Corte di Cassazione.

La Questione Giuridica: Atto di Riscossione o Atto Impositivo?

Il cuore della controversia risiedeva nella qualificazione giuridica della cartella di pagamento notificata alla Società Alfa. Secondo l’Amministrazione Finanziaria, l’atto impositivo era già stato notificato alla Società Cedente, e la cartella inviata alla Società Alfa era solo la fase finale di riscossione di un debito già accertato.

Al contrario, la Società Alfa sosteneva che, per essa, quella cartella rappresentava il primo e unico atto con cui veniva a conoscenza della pretesa fiscale e della sua presunta responsabilità solidale. Pertanto, nei suoi confronti, l’atto doveva essere considerato impositivo, rendendo così accessibile la definizione agevolata.

La Definizione Agevolata della Cartella secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto la tesi della società. Richiamando un principio già espresso dalle Sezioni Unite, i giudici hanno chiarito che, per individuare un atto impositivo ai fini della definizione agevolata cartella, non bisogna guardare alla discrezionalità dell’amministrazione, ma alla circostanza che l’atto ‘imponga’ per la prima volta una prestazione al contribuente.

Nel caso specifico, la Società Alfa non era l’originario debitore. La cartella di pagamento era il primo documento che formalizzava la pretesa fiscale direttamente nei suoi confronti, in qualità di cessionaria d’azienda. Per questo motivo, l’atto assume una natura impositiva, in quanto rende la società edotta della pretesa vantata dall’Erario.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha motivato la sua decisione sottolineando che, in un’ipotesi di cessione d’azienda, la cartella emessa nei confronti del cessionario per debiti del cedente non è un semplice atto esecutivo. Essa costituisce il primo ed unico atto attraverso il quale la pretesa fiscale viene esercitata nei confronti del nuovo soggetto, fondando la sua responsabilità sulla base dell’articolo 2560 del codice civile. Questa cartella, quindi, ha una duplice natura: impositiva per il cessionario e di riscossione rispetto al debito originario. Poiché la Società Alfa aveva contestato nel merito la sussistenza della sua responsabilità, la controversia verteva sulla fondatezza della pretesa impositiva, rendendo la lite pienamente definibile.

Conclusioni

L’ordinanza rappresenta una tutela importante per le imprese che effettuano operazioni di acquisizione di rami d’azienda. Viene sancito il diritto del cessionario di accedere alle procedure di definizione agevolata per i debiti tributari ereditati, a condizione che la cartella di pagamento sia il primo atto con cui l’Amministrazione Finanziaria formalizza la pretesa nei suoi confronti. La decisione della Corte, accogliendo il ricorso della società e dichiarando estinto il giudizio a seguito del perfezionamento della definizione agevolata, consolida un orientamento che favorisce la risoluzione delle controversie tributarie e offre maggiore certezza giuridica agli operatori economici.

Una cartella di pagamento inviata al cessionario di un’azienda per debiti del cedente è sempre un atto di riscossione?
No. Secondo la Corte di Cassazione, se tale cartella è il primo atto con cui la pretesa fiscale viene formalizzata nei confronti del cessionario, essa assume natura di atto impositivo e non di semplice riscossione.

Il cessionario di un’azienda può richiedere la definizione agevolata per una cartella di pagamento relativa a debiti del cedente?
Sì, può farlo. La sentenza stabilisce che, poiché la cartella in questo contesto ha natura impositiva per il cessionario, la controversia che ne scaturisce è ammissibile alla procedura di definizione agevolata.

Cosa succede al processo se la domanda di definizione agevolata viene accolta e perfezionata?
Se la domanda viene accolta e il contribuente paga gli importi dovuti, come nel caso esaminato, il giudizio pendente viene dichiarato estinto. Le spese legali del giudizio estinto restano a carico della parte che le ha anticipate.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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