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Deduzione IRAP trasporto: la Cassazione chiarisce

Una società di trasporti ha richiesto un rimborso IRAP, rivendicando il diritto alla deduzione legata al cuneo fiscale. L’Agenzia delle Entrate ha negato il beneficio, sostenendo che l’azienda operasse in regime di concessione e a tariffa, rientrando così nei casi di esclusione. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’esclusione dalla deduzione IRAP trasporto è legittima solo se coesistono due condizioni specifiche: il contratto deve essere una vera ‘concessione’, con trasferimento del rischio operativo all’impresa, e la ‘tariffa’ deve essere ‘remunerativa’, ovvero calcolata per coprire tutti i costi, inclusa l’IRAP stessa. Poiché la corte di merito non aveva svolto questa analisi dettagliata, la Cassazione ha annullato la sentenza e rinviato il caso per una nuova valutazione.

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Pubblicato il 7 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Deduzione IRAP Trasporto Pubblico: Quando è Esclusa? La Cassazione Fa Chiarezza

La questione della deduzione IRAP trasporto per le aziende che operano nel settore pubblico è da tempo al centro di un acceso dibattito giuridico. La normativa fiscale prevede un’agevolazione per ridurre il cuneo fiscale sul costo del lavoro, ma esclude le imprese che operano ‘in concessione e a tariffa’. Con l’Ordinanza n. 9913/2025, la Corte di Cassazione ha fornito un’interpretazione decisiva, stabilendo criteri precisi per l’applicazione di tale esclusione e sottolineando la necessità di un’analisi approfondita dei contratti di servizio.

Il Contesto: La Richiesta di Rimborso IRAP

Una società esercente l’attività di trasporto pubblico di passeggeri aveva richiesto all’Agenzia delle Entrate il rimborso dell’IRAP versata per gli anni 2010, 2011 e 2012, per un importo complessivo di oltre 230.000 euro. La società riteneva di avere diritto alle deduzioni sul costo del lavoro previste dalla Finanziaria 2007, mirate a ridurre il cuneo fiscale.

I Fatti del Caso e l’Iter Giudiziario

Di fronte al silenzio-rifiuto dell’amministrazione finanziaria, la società ha adito la Commissione Tributaria Provinciale, che ha accolto il ricorso. Tuttavia, l’Agenzia delle Entrate ha impugnato la decisione dinanzi alla Commissione Tributaria Regionale, la quale ha ribaltato il verdetto. Secondo i giudici d’appello, l’azienda rientrava tra i soggetti esclusi dal beneficio, in quanto operava in virtù di una concessione di servizio pubblico e veniva remunerata secondo un sistema ‘a tariffa’. La società ha quindi presentato ricorso in Cassazione, lamentando un’errata applicazione della legge e una motivazione carente da parte della CTR, che non avrebbe analizzato la natura reale del rapporto contrattuale.

La Decisione della Cassazione sulla deduzione IRAP trasporto

La Corte di Cassazione ha accolto i motivi del ricorso, ritenendo fondate le censure della società. I giudici supremi hanno chiarito che, per escludere un’impresa dalla deduzione IRAP trasporto, non è sufficiente affermare genericamente che essa operi ‘in concessione’ e ‘a tariffa’. È necessario, invece, verificare la sussistenza di due presupposti specifici e concorrenti, uno di natura giuridica e uno di natura economica.

La Distinzione Cruciale tra Concessione e Appalto

Il primo presupposto è che il rapporto tra l’ente pubblico e l’impresa sia qualificabile come una vera e propria concessione di servizio. La Corte, richiamando la giurisprudenza nazionale e comunitaria, ha ribadito che l’elemento distintivo fondamentale tra una concessione e un appalto di servizi risiede nel trasferimento del rischio operativo.
Si ha una concessione quando l’operatore si assume il rischio economico della gestione, e la sua remunerazione dipende essenzialmente dai proventi derivanti dall’utenza. Al contrario, si configura un appalto quando l’onere economico del servizio grava sull’amministrazione, che corrisponde un compenso all’operatore, il quale non sopporta il rischio di mercato. La CTR, secondo la Cassazione, ha errato nel non esaminare le clausole contrattuali per verificare su chi incombesse effettivamente tale rischio.

Il Concetto di ‘Tariffa Remunerativa’

Il secondo presupposto, di natura economica, è che l’impresa operi ‘a tariffa’ in senso specifico. La Corte ha precisato che la tariffa che giustifica l’esclusione dal beneficio fiscale deve essere ‘remunerativa’. Questo significa che deve essere determinata in modo da coprire integralmente non solo i costi operativi, ma anche il carico fiscale, inclusa l’IRAP, garantendo un margine di profitto. La logica della norma è evitare una ‘sovra-compensazione’: se la tariffa già copre l’imposta, concedere anche la deduzione costituirebbe un vantaggio indebito, assimilabile a un aiuto di Stato. La sentenza di merito è stata cassata anche perché non ha svolto alcuna indagine per accertare se il sistema tariffario applicato avesse queste caratteristiche.

Le Motivazioni della Sentenza

La ratio decidendi della Corte si fonda sulla necessità di un’interpretazione della norma nazionale conforme ai principi del diritto europeo, in particolare in materia di aiuti di Stato. L’esclusione dal beneficio fiscale è giustificata solo quando serve a mantenere la neutralità del mercato, evitando di concedere un doppio vantaggio alle imprese le cui tariffe sono già ‘gonfiate’ per includere il costo dell’IRAP. Una valutazione superficiale, basata solo sul nome del contratto (‘concessione’) o sulla presenza di una qualsiasi tariffa, è illegittima. I giudici di merito avrebbero dovuto procedere a un’indagine fattuale e concreta, analizzando il contratto di servizio per qualificare correttamente il rapporto e scrutando le modalità di determinazione del corrispettivo per comprendere se la tariffa fosse effettivamente remunerativa nel senso specificato.

Conclusioni: Le Implicazioni per le Aziende di Trasporto

In conclusione, l’ordinanza della Cassazione stabilisce un principio di diritto fondamentale per tutte le imprese del settore trasporti e, più in generale, per quelle che gestiscono servizi pubblici. Per essere esclusi dalla deduzione IRAP trasporto, è indispensabile che l’amministrazione finanziaria dimostri la compresenza di una vera concessione, con rischio operativo a carico dell’impresa, e di un sistema tariffario remunerativo che già compensa il costo dell’imposta. La sentenza impugnata è stata cassata con rinvio alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado della Lombardia, che dovrà riesaminare il caso attenendosi a questi rigorosi principi, effettuando una nuova e approfondita valutazione delle clausole contrattuali e del sistema di remunerazione.

Quando un’azienda di trasporto è esclusa dalla deduzione IRAP sul costo del lavoro?
Un’azienda di trasporto è esclusa solo se ricorrono congiuntamente due condizioni: 1) opera in base a un contratto di ‘concessione’, che implica il trasferimento del rischio operativo sull’azienda stessa; 2) la sua remunerazione avviene tramite una ‘tariffa remunerativa’, ossia una tariffa calcolata in modo da coprire tutti i costi, compreso l’onere fiscale dell’IRAP.

Qual è la differenza tra ‘concessione’ e ‘appalto di servizi’ ai fini della deduzione IRAP?
La differenza fondamentale risiede nel rischio operativo. Nella ‘concessione’, il rischio economico della gestione del servizio è a carico dell’impresa (il concessionario), la cui remunerazione dipende in gran parte dall’utenza. Nell”appalto di servizi’, il rischio rimane in capo alla pubblica amministrazione, che paga un corrispettivo all’impresa per il servizio svolto.

Cosa si intende per ‘tariffa remunerativa’ ai fini dell’esclusione dalla deduzione IRAP?
Per ‘tariffa remunerativa’ non si intende una qualsiasi tariffa, ma specificamente un corrispettivo che, per come è determinato dall’autorità pubblica, è già sufficiente a coprire tutti i costi di gestione del servizio, a garantire un profitto e a compensare integralmente il carico fiscale, inclusa l’IRAP. Se la tariffa ha questa caratteristica, la deduzione non spetta per evitare una sovra-compensazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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