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Deduzione IRAP cuneo fiscale: Appalto vs Concessione

La Corte di Cassazione ha confermato il diritto di una società di trasporti alla deduzione IRAP cuneo fiscale, rigettando il ricorso dell’Agenzia delle Entrate. La Corte ha stabilito che il rapporto tra la società e l’ente pubblico era un appalto di servizi e non una concessione. Questa distinzione è decisiva perché, in un appalto, l’impresa riceve un corrispettivo fisso dall’ente, senza assumere il rischio operativo legato alle tariffe pagate dagli utenti. Di conseguenza, non sussistono i presupposti per escludere il beneficio fiscale.

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Pubblicato il 7 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Deduzione IRAP cuneo fiscale: La Cassazione chiarisce la differenza tra appalto e concessione

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione offre un importante chiarimento in materia di deduzione IRAP cuneo fiscale per le imprese che operano nel settore dei servizi pubblici, in particolare nel trasporto. La Suprema Corte ha stabilito che la qualificazione del rapporto come appalto di servizi, anziché come concessione, è un elemento determinante per l’accesso al beneficio fiscale, indipendentemente dalla natura della remunerazione. Analizziamo i dettagli di questa decisione fondamentale.

I Fatti del Caso: La Richiesta di Rimborso IRAP

Una società operante nel settore dei trasporti aveva presentato un’istanza di rimborso dell’IRAP per l’anno d’imposta 2009, richiedendo l’applicazione della deduzione legata alla riduzione del cosiddetto “cuneo fiscale”. Di fronte al silenzio-rifiuto dell’Amministrazione finanziaria, la società ha avviato un contenzioso tributario.

Le commissioni tributarie di primo e secondo grado avevano dato ragione alla società. In particolare, la Commissione Tributaria Regionale aveva qualificato il rapporto tra l’azienda e l’ente pubblico come un contratto di servizi, evidenziando che mancava il trasferimento del rischio d’impresa tipico della concessione. L’Agenzia delle Entrate, non soddisfatta, ha presentato ricorso in Cassazione.

La Controversia: Appalto di Servizi o Concessione Pubblica?

Il fulcro della disputa legale risiedeva nella natura giuridica del contratto. Secondo l’Agenzia delle Entrate, la società operava in regime di concessione e a tariffa remunerativa, due condizioni che, secondo la normativa, escludono la possibilità di usufruire della deduzione IRAP cuneo fiscale. L’Amministrazione sosteneva che la Commissione Regionale avesse errato nel valutare i concetti di “concessione” e “tariffa”.

La tesi della società contribuente, invece, si basava sul fatto che il contratto fosse un appalto di servizi. In questo schema, è l’ente pubblico a versare un corrispettivo all’impresa per la gestione del servizio di trasporto, e non l’utenza a sopportare direttamente il costo tramite una tariffa. Tale struttura contrattuale implica che il rischio operativo rimane in capo all’ente pubblico.

L’Analisi della Corte di Cassazione e la deduzione IRAP cuneo fiscale

La Corte di Cassazione ha esaminato congiuntamente i motivi di ricorso dell’Agenzia, ritenendoli infondati. Richiamando una propria precedente ordinanza su un caso analogo che vedeva coinvolte le stesse parti per annualità diverse, i giudici hanno ribadito un principio ormai consolidato.

La normativa sulla deduzione IRAP cuneo fiscale non si applica alle imprese che gestiscono servizi pubblici in forza di una “concessione traslativa” e a “tariffa remunerativa”, ossia una tariffa in grado di generare profitto. La ratio di questa esclusione è che tali imprese possono scaricare il costo dell’IRAP sulla tariffa pagata dagli utenti.

La Distinzione Chiave tra Appalto e Concessione

La Corte ha sottolineato che il problema della remuneratività della tariffa si pone solo per le imprese che operano in regime di concessione. Nel caso di specie, invece, la Commissione Tributaria Regionale aveva correttamente qualificato il rapporto come un appalto di servizi. In questo contesto, è l’ente pubblico a pagare un corrispettivo per il servizio, mentre l’impresa non assume il rischio economico legato alla domanda. La qualificazione del contratto come appalto è di per sé dirimente e sufficiente a garantire il diritto all’agevolazione fiscale.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte Suprema ha rigettato il ricorso dell’Agenzia delle Entrate basandosi su un ragionamento lineare. In primo luogo, ha ritenuto che la motivazione della sentenza di secondo grado fosse chiara, logica e ben argomentata, respingendo l’accusa di “motivazione apparente”. Nel merito, i giudici hanno confermato che la distinzione tra appalto e concessione è il primo e fondamentale passo dell’analisi. Una volta stabilito che si tratta di un appalto di servizi – in cui il corrispettivo è pagato dall’ente pubblico e non direttamente dagli utenti – viene a mancare il presupposto giuridico per negare il beneficio fiscale (la concessione). Di conseguenza, diventa superfluo e irrilevante indagare se la tariffa applicata agli utenti sia o meno remunerativa. L’assenza della concessione è un fattore assorbente che rende legittima la richiesta di deduzione da parte della società.

Le Conclusioni

Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale favorevole ai contribuenti che gestiscono servizi pubblici tramite contratti di appalto. La decisione chiarisce che l’esclusione dalla deduzione IRAP cuneo fiscale è strettamente legata alla presenza congiunta di due elementi: un regime di concessione e una tariffa remunerativa. In assenza del primo, il diritto al beneficio fiscale è garantito. Per le imprese del settore, è quindi cruciale analizzare attentamente la natura del contratto stipulato con l’ente pubblico, poiché da essa dipende la possibilità di accedere a importanti agevolazioni fiscali.

Quando un’impresa di trasporti ha diritto alla deduzione IRAP per il ‘cuneo fiscale’?
L’impresa ha diritto alla deduzione quando opera in virtù di un appalto di servizi, dove riceve un corrispettivo dall’ente pubblico, e non in un regime di concessione dove il rischio operativo è trasferito all’impresa e la remunerazione avviene tramite tariffe pagate dagli utenti.

Qual è la differenza fondamentale tra appalto di servizi e concessione secondo la Cassazione in questo caso?
La differenza risiede in chi sopporta il rischio operativo. Nell’appalto di servizi, è l’ente pubblico a pagare un corrispettivo per il servizio, e il rischio rimane prevalentemente a suo carico. Nella concessione, il rischio è trasferito all’impresa privata (il concessionario), che si remunera direttamente dagli utenti attraverso le tariffe.

Perché il concetto di ‘tariffa remunerativa’ è diventato irrilevante in questa decisione?
Il concetto di ‘tariffa remunerativa’ è diventato irrilevante perché la sua analisi è subordinata alla qualificazione del rapporto come ‘concessione’. Poiché la Corte ha confermato che si trattava di un ‘appalto di servizi’, il primo dei due requisiti necessari per escludere il beneficio fiscale (concessione + tariffa remunerativa) era assente, rendendo superflua ogni ulteriore indagine sulla tariffa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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