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Deduzione extracontabile: obbligatorio il Quadro EC

Una società si è vista negare una cospicua deduzione extracontabile per ammortamenti perché non aveva compilato lo specifico Quadro EC nella dichiarazione dei redditi, pur avendo presentato un altro modello di riconciliazione. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 25473/2024, ha confermato la posizione dell’Agenzia delle Entrate, stabilendo che la compilazione del Quadro EC è un requisito sostanziale e non una mera formalità. La sua omissione preclude inderogabilmente il diritto alla deduzione.

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Pubblicato il 19 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Deduzione extracontabile: perché la compilazione del Quadro EC è un onere non formale

Nel complesso mondo della fiscalità d’impresa, la corretta compilazione della dichiarazione dei redditi è un adempimento cruciale. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione, l’ordinanza n. 25473 del 23 settembre 2024, ribadisce un principio fondamentale: l’omissione di un quadro specifico, richiesto dalla legge per una deduzione extracontabile, non è un semplice errore formale, ma un inadempimento sostanziale che preclude il diritto al beneficio fiscale. Analizziamo insieme il caso e le sue importanti implicazioni.

I Fatti del Caso

Una società operante nel settore alimentare aveva effettuato una variazione in diminuzione nel proprio modello Unico ai fini Irap, per un importo superiore ai 3 milioni di euro. Tale variazione derivava dalla differenza tra gli ammortamenti fiscalmente rilevanti e quelli civilistici, una classica operazione di deduzione extracontabile. L’Agenzia delle Entrate, tuttavia, notificava un avviso di accertamento, contestando la deduzione. La ragione? La società non aveva compilato l’apposito prospetto della dichiarazione, il Quadro EC, previsto dall’art. 109, comma 4, lett. b) del T.U.I.R. per monitorare tali componenti negativi.

La società si difendeva sostenendo di aver comunque compilato il Quadro RV, dedicato alla riconciliazione dei dati di bilancio, e che quindi l’omissione del Quadro EC fosse da considerarsi un mero errore formale, non tale da inficiare il suo diritto sostanziale alla deduzione. Il contenzioso tributario ha visto esiti alterni nei primi due gradi di giudizio, fino ad approdare in Cassazione su ricorso dell’Agenzia delle Entrate.

La Decisione della Corte e il valore della deduzione extracontabile

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Amministrazione finanziaria, cassando la sentenza d’appello e affermando un principio di diritto molto chiaro. I giudici hanno stabilito che l’adempimento richiesto dalla norma, ovvero la compilazione del Quadro EC, non riveste un carattere meramente formale. Al contrario, si tratta di un onere sostanziale posto a carico del contribuente per poter legittimamente usufruire della deduzione di componenti negativi che, per loro natura, non transitano nel conto economico.

La Corte ha dato continuità a un orientamento già consolidato, richiamando precedenti pronunce (Cass. n. 26398/2018 e n. 34750/2019) che avevano già chiarito la natura necessitata e sostanziale della compilazione del suddetto quadro.

Le Motivazioni della Sentenza

Il cuore della motivazione risiede nell’interpretazione della ratio dell’art. 109, comma 4, lett. b) del T.U.I.R. (nella formulazione applicabile all’epoca dei fatti). Il legislatore, nel permettere la deduzione di costi non imputati a conto economico, ha posto una condizione precisa: tali valori devono risultare da un apposito prospetto della dichiarazione. Questo adempimento non è un’inutile formalità, ma lo strumento scelto dalla legge per garantire la trasparenza, la certezza e la tracciabilità di queste variazioni fiscali.

Secondo la Suprema Corte, la compilazione del Quadro EC è l’unico modo per rendere gli oneri deducibili “certi e precisi”, come richiesto dalla norma. La sua mancanza impedisce all’Amministrazione finanziaria di verificare correttamente la posizione del contribuente e neutralizza il meccanismo di controllo previsto dalla legge. Di conseguenza, l’errore non è sanabile e la compilazione di altri quadri, come l’RV, non può supplire a questa specifica mancanza, poiché hanno finalità differenti. L’onere di gestire in via extracontabile questi componenti è interamente a carico del contribuente, che deve seguire scrupolosamente le indicazioni normative per non perdere il beneficio.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame lancia un messaggio inequivocabile a imprese e professionisti: in materia fiscale, la forma è spesso sostanza. Quando una norma subordina un’agevolazione a un preciso adempimento dichiarativo, questo non può essere considerato un optional o un dettaglio trascurabile. La mancata compilazione di un quadro specifico, come il Quadro EC per la deduzione extracontabile, comporta la perdita definitiva del beneficio fiscale, con conseguenze economiche anche molto pesanti. Questo caso evidenzia la necessità di una diligenza massima nella predisposizione delle dichiarazioni fiscali, poiché il principio di prevalenza della sostanza sulla forma non può essere invocato per sanare l’omissione di un requisito che la legge ha configurato come essenziale.

È possibile ottenere una deduzione extracontabile se non si compila l’apposito quadro della dichiarazione dei redditi?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che la mancata compilazione del prospetto richiesto dalla legge (in questo caso, il Quadro EC) preclude la possibilità di usufruire della deduzione, trattandosi di un onere di natura sostanziale e non di un mero errore formale.

La compilazione di un altro quadro con finalità di riconciliazione (come il Quadro RV) può sostituire quella del quadro specifico richiesto per la deduzione?
No. Secondo la sentenza, la compilazione del Quadro RV non può essere considerata un’alternativa valida o una sanatoria per un errore formale. La legge imponeva la compilazione dello specifico Quadro EC per gestire i componenti negativi non transitati a conto economico, e tale adempimento è necessario per opporre la deduzione all’Amministrazione finanziaria.

Qual è il principio affermato dalla Corte riguardo agli oneri formali in materia fiscale?
Il principio è che quando la legge subordina un beneficio fiscale, come una deduzione, a un adempimento formale specifico (la compilazione di un prospetto), tale adempimento assume carattere sostanziale. La sua omissione non è sanabile e comporta la perdita del beneficio, in quanto è l’unico modo previsto dalla normativa per rendere certi e precisi gli elementi necessari al calcolo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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