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Deduzione cuneo fiscale: Appalto vs Concessione

La Cassazione chiarisce che una società di trasporto pubblico ha diritto alla deduzione cuneo fiscale sull’IRAP quando opera in regime di appalto, e non di concessione. Decisivo è il criterio di remunerazione: se il corrispettivo è fisso e pagato dall’ente pubblico (a km) e non dagli utenti, si tratta di appalto e la deduzione è legittima, non configurando un aiuto di Stato.

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Pubblicato il 8 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Deduzione Cuneo Fiscale: La Cassazione Chiarisce la Differenza tra Appalto e Concessione

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato un tema cruciale per le aziende che operano nel settore dei servizi pubblici, in particolare quello dei trasporti. La questione centrale riguarda la legittimità della deduzione cuneo fiscale ai fini IRAP e la sottile, ma fondamentale, distinzione tra contratto d’appalto e concessione di servizio pubblico. La Corte ha stabilito che la natura del rapporto contrattuale e le modalità di remunerazione dell’impresa sono decisive per determinare l’applicabilità del beneficio fiscale.

I Fatti di Causa: una Controversia Fiscale sul Trasporto Pubblico

Il caso ha origine dalla contestazione, da parte dell’Amministrazione Finanziaria, della deduzione IRAP per la riduzione del cuneo fiscale operata da una società di trasporti per l’anno d’imposta 2007. L’impresa svolgeva un servizio di trasporto pubblico locale per conto di una municipalizzata romana. Il corrispettivo era calcolato su base chilometrica (€ 2,26 per vettura), indipendentemente dal numero di passeggeri trasportati.

Secondo l’Ufficio, l’attività era da qualificarsi come public utility svolta in regime di concessione traslativa con tariffa onnicomprensiva e remuneratoria. In tale scenario, la normativa esclude la possibilità di usufruire della deduzione cuneo fiscale, poiché si presume che il costo dell’IRAP sia già incorporato nella tariffa, rendendo il beneficio un potenziale aiuto di Stato.

Mentre il giudice di primo grado aveva dato ragione all’Amministrazione Finanziaria, la commissione tributaria regionale aveva riformato la sentenza, accogliendo le ragioni del contribuente.

La Questione Giuridica: quando spetta la deduzione cuneo fiscale?

L’Amministrazione Finanziaria ha proposto ricorso in Cassazione, basandosi su due motivi principali:

1. Errata qualificazione del rapporto: Secondo il ricorrente, la corte di merito non avrebbe colto i caratteri tipici della concessione traslativa, come l’offerta del servizio alla collettività e il divieto di interruzione, che avrebbero dovuto escludere il diritto alla deduzione.
2. Natura della tariffa: Si contestava che la tariffa non fosse stata considerata remuneratoria, nonostante l’assenza di una clausola esplicita che obbligasse l’ente concedente a ripianare eventuali perdite della concessionaria.

Il cuore della controversia, quindi, risiede nel definire se il rapporto tra la società di trasporti e l’ente pubblico fosse un appalto di servizi o una concessione. La risposta a questa domanda determina direttamente l’applicabilità o meno della deduzione cuneo fiscale.

La Decisione della Suprema Corte: è Appalto, non Concessione

La Corte di Cassazione ha rigettato entrambi i motivi di ricorso, ritenendoli infondati. I giudici hanno tracciato una linea netta tra appalto e concessione, basandosi su un criterio distintivo fondamentale: la traslazione del rischio operativo.

Le motivazioni

La Corte ha affermato che si configura un appalto di pubblico servizio quando il corrispettivo è pagato direttamente dall’Amministrazione al prestatore del servizio, il quale non sopporta il rischio legato alla gestione. Al contrario, nella concessione, il concessionario trae la propria remunerazione dai proventi ricavati dagli utenti, assumendosi pienamente il rischio d’impresa.

Nel caso specifico, il rapporto è stato qualificato come appalto per quattro ragioni decisive:

1. Pagamento: Il compenso era versato dalla società municipalizzata e non direttamente dai passeggeri.
2. Calcolo del compenso: La remunerazione era calcolata in modo forfettario per chilometro percorso, non in base al numero di passeggeri o ai biglietti venduti.
3. Emissione dei biglietti: La società di trasporti non emetteva biglietti; gli utenti li acquistavano dalla municipalizzata.
4. Natura del corrispettivo: Non si trattava di una tariffa da ricaricare sull’utenza, ma di un prezzo fisso pagato dalla committente pubblica per la prestazione svolta.

Di conseguenza, non essendo una concessione traslativa con tariffa remuneratoria, ma un contratto d’appalto, viene meno il presupposto per escludere l’agevolazione fiscale. La deduzione non costituisce un aiuto di Stato, poiché l’impresa non gode di una tariffa che già internalizza il costo dell’IRAP.

Le conclusioni

La Corte ha concluso che il ricorso dell’Amministrazione Finanziaria era infondato e lo ha rigettato. La sentenza stabilisce un principio chiaro: la deduzione cuneo fiscale sull’IRAP è pienamente legittima per le imprese di trasporto che operano in regime di appalto, dove il corrispettivo è predeterminato dall’ente pubblico e non dipende dall’alea del mercato e dal numero di utenti. Questa decisione rafforza la certezza del diritto per le numerose aziende che forniscono servizi essenziali per conto della Pubblica Amministrazione, confermando che il beneficio fiscale è applicabile quando il rischio d’impresa rimane in capo al soggetto pubblico committente.

Quando un servizio di trasporto pubblico si qualifica come appalto e non come concessione?
Si qualifica come appalto quando il corrispettivo viene pagato direttamente dall’ente pubblico (e non dagli utenti), è calcolato in modo forfettario (es. per km percorso), e l’operatore non emette direttamente i biglietti, non sopportando così il rischio legato alla gestione e al numero di passeggeri.

Un’impresa di trasporti che opera in regime di appalto ha diritto alla deduzione del cuneo fiscale ai fini IRAP?
Sì, secondo la Corte ha diritto alla deduzione. Poiché non si tratta di una concessione con tariffa remuneratoria che già internalizza il costo dell’IRAP, l’applicazione del beneficio fiscale è legittima e non costituisce un aiuto di Stato.

Qual è l’elemento decisivo per distinguere un appalto da una concessione di servizio pubblico secondo la Cassazione?
L’elemento decisivo è la traslazione del rischio operativo. Nell’appalto, il rischio rimane in capo alla Pubblica Amministrazione che paga un corrispettivo fisso. Nella concessione, il rischio è trasferito al concessionario, che si remunera direttamente dagli incassi provenienti dagli utenti del servizio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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