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Deduzione ACE: la data della delibera è decisiva

Una società si è vista negare il rimborso IRES per la mancata fruizione della deduzione ACE. La Corte di Cassazione ha confermato il diniego, stabilendo che un aumento di capitale, per essere agevolabile, deve essere stato deliberato dopo il 31 dicembre 2010. La data di sottoscrizione successiva non è sufficiente, poiché la norma mira a incentivare nuove decisioni di capitalizzazione, non a premiare quelle già prese prima della sua entrata in vigore.

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Pubblicato il 3 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Deduzione ACE: la Cassazione fissa il paletto temporale sulla data della delibera

L’agevolazione nota come deduzione ACE (Aiuto alla Crescita Economica) è stata introdotta per incentivare le imprese a rafforzare la propria struttura patrimoniale, premiando gli aumenti di capitale proprio. Tuttavia, l’applicazione di questa misura ha generato dubbi interpretativi, in particolare sui requisiti temporali. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 5073/2024) ha fatto luce su un punto cruciale: per beneficiare dell’agevolazione, la delibera di aumento del capitale deve essere successiva al 31 dicembre 2010.

Il caso: un aumento di capitale a cavallo della normativa

Una società di intermediazione mobiliare aveva richiesto all’Amministrazione Finanziaria il rimborso della maggiore IRES versata per gli anni dal 2011 al 2014, a seguito del mancato utilizzo della deduzione ACE.

La società riteneva di aver diritto all’agevolazione in virtù di un significativo aumento di capitale. L’operazione era stata deliberata il 1° dicembre 2010, ma sottoscritta e versata il 3 gennaio 2011. Secondo la tesi della contribuente, l’incremento patrimoniale, essendosi concretizzato nel 2011, rientrava a pieno titolo nel perimetro della normativa ACE, introdotta proprio per incentivare la crescita a partire da quell’anno.

Di fronte al silenzio-rifiuto dell’Agenzia delle Entrate, la società ha avviato un contenzioso tributario che, dopo due gradi di giudizio sfavorevoli, è approdato in Corte di Cassazione.

La questione giuridica e la tesi della contribuente

Il cuore della controversia risiedeva nell’interpretazione del coordinamento tra la norma primaria (D.L. n. 201/2011) e il suo decreto attuativo (D.M. 14 marzo 2012). Quest’ultimo specificava che, per essere rilevanti ai fini ACE, i conferimenti in denaro dovevano essere eseguiti in attuazione di una delibera di aumento di capitale “assunta successivamente all’esercizio in corso al 31 dicembre 2010”.

La società ricorrente sosteneva che questa disposizione del decreto ministeriale fosse in contrasto con la legge, la quale si limitava a calcolare l’agevolazione sulla “variazione in aumento del capitale proprio rispetto a quello esistente alla chiusura dell’esercizio in corso al 31 dicembre 2010”. Secondo questa lettura, la legge non attribuiva alcuna rilevanza alla data della delibera, ma solo all’effettivo incremento patrimoniale. Limitare l’accesso al beneficio basandosi sulla data della delibera sarebbe stata, quindi, un’applicazione illegittima e restrittiva da parte della norma secondaria.

Le motivazioni della Corte di Cassazione sulla Deduzione ACE

La Corte di Cassazione ha rigettato integralmente il ricorso della società, ritenendo infondata la presunta contraddizione tra legge e decreto attuativo. I giudici hanno chiarito che l’interpretazione corretta deve tener conto della finalità stessa della deduzione ACE: incentivare nuove scelte di patrimonializzazione.

Il ragionamento della Corte si sviluppa su questi punti:

1. Finalità Incentivante: La norma è nata per stimolare le imprese a finanzarsi con capitale di rischio piuttosto che con debito. Questo incentivo deve necessariamente applicarsi a decisioni prese dopo l’introduzione della misura, non a quelle già assunte in passato.
2. Coerenza del Sistema: La legge (art. 1, comma 9, del D.L. n. 201/2011) stabilisce che le disposizioni sull’ACE si applicano a decorrere dal periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2011. Un aumento di capitale deliberato prima del 31 dicembre 2010, secondo la Corte, fa parte del “capitale già esistente” in quella fase. L’agevolazione, invece, riguarda gli aumenti deliberati successivamente a tale data, i cui effetti si manifestano a partire dal 2011.
3. Nessun Contrasto Normativo: Il decreto attuativo, nel richiedere che la delibera sia successiva al 31 dicembre 2010, non ha fatto altro che esplicitare una condizione già implicita nella logica e nella finalità della norma primaria. Non si tratta di un’aggiunta restrittiva, ma di una coerente specificazione applicativa. La stessa relazione illustrativa al decreto ministeriale chiariva che l’esclusione degli aumenti deliberati entro il 2010 era “coerente con la finalità incentivante della misura”.

La Corte ha quindi enunciato un chiaro principio di diritto: la deduzione ACE “si applica soltanto agli aumenti di capitale deliberati successivamente al 31 dicembre 2010, e quindi a far data dai periodi d’imposta in corso al 31 dicembre 2011 o successivi”.

Conclusioni: implicazioni pratiche della sentenza

Questa sentenza consolida un orientamento interpretativo rigoroso sull’applicazione temporale degli incentivi fiscali. Per le imprese, il messaggio è chiaro: per accedere a un’agevolazione, non è sufficiente che l’effetto economico (come l’incasso di un conferimento) si verifichi nel periodo di vigenza della norma, ma è necessario che anche l’atto decisionale che lo origina (la delibera) rientri nel perimetro temporale definito dal legislatore.

La decisione sottolinea l’importanza di analizzare non solo il testo della legge, ma anche la sua ratio (la finalità) e le disposizioni dei decreti attuativi, che, se coerenti con la norma primaria, ne diventano parte integrante e vincolante. In materia di deduzione ACE, la data del 1° gennaio 2011 si conferma quindi come lo spartiacque fondamentale non per la mera esecuzione, ma per la decisione stessa di aumentare il capitale sociale.

Per ottenere la deduzione ACE, quale data è rilevante per un aumento di capitale: quella della delibera o quella della sottoscrizione?
Secondo la Corte di Cassazione, la data determinante è quella della delibera dell’aumento di capitale. Per beneficiare dell’agevolazione, tale delibera deve essere stata assunta dopo il 31 dicembre 2010.

Un aumento di capitale deliberato prima del 31 dicembre 2010 può beneficiare dell’agevolazione ACE?
No. La sentenza chiarisce che un aumento di capitale deliberato prima di tale data non può usufruire dell’agevolazione, anche se la sottoscrizione e il versamento sono avvenuti successivamente, poiché la norma intende incentivare nuove decisioni di capitalizzazione, non premiare quelle già prese in passato.

Il decreto ministeriale che ha attuato la norma sull’ACE è in contrasto con la legge primaria?
No. La Corte ha stabilito che non vi è alcun contrasto. Il decreto ministeriale, nel prevedere che la delibera debba essere successiva al 31 dicembre 2010, ha semplicemente esplicitato una condizione già contenuta nella finalità incentivante della legge primaria, senza introdurre una limitazione illegittima.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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