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Deducibilità TFM: i limiti del TFR non si applicano

L’Agenzia delle Entrate contestava a due società la deducibilità di accantonamenti per il TFM degli amministratori, sostenendo l’applicazione dei limiti quantitativi previsti per il TFR dei dipendenti. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell’Agenzia, confermando che la deducibilità TFM non è soggetta ai limiti dell’art. 2120 c.c. e segue le proprie regole, basate sul principio di competenza se l’indennità è prevista da un atto scritto con data certa anteriore al rapporto.

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Pubblicato il 15 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Deducibilità TFM: la Cassazione conferma l’inapplicabilità dei limiti del TFR

La gestione fiscale del Trattamento di Fine Mandato (TFM) destinato agli amministratori di società rappresenta un tema di costante dibattito tra imprese e Amministrazione Finanziaria. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale in materia, chiarendo in modo definitivo la questione della deducibilità TFM e la sua totale autonomia rispetto ai limiti quantitativi previsti per il Trattamento di Fine Rapporto (TFR) dei lavoratori dipendenti.

I Fatti del Caso: una controversia fiscale sulla deducibilità TFM

Il caso ha origine da un avviso di accertamento notificato dall’Agenzia delle Entrate a una società consolidante e alla sua consolidata. L’Agenzia contestava l’indebita deduzione di una parte degli accantonamenti per il TFM degli amministratori relativi all’anno d’imposta 2008. Secondo l’Ufficio, la quota di accantonamento deducibile doveva essere limitata applicando per analogia le regole di calcolo previste dall’art. 2120 del codice civile per il TFR dei lavoratori dipendenti.

Le società si sono opposte a questa interpretazione, sostenendo la piena legittimità della deduzione operata, in quanto l’importo del TFM era stato regolarmente deliberato dall’assemblea dei soci. Dopo un primo grado di giudizio sfavorevole, la Commissione Tributaria Regionale accoglieva le ragioni delle contribuenti, affermando che la normativa fiscale non impone un’equiparazione tra TFM e TFR. Di conseguenza, l’Agenzia delle Entrate ha presentato ricorso per cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

Con una decisione netta, la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, confermando la sentenza di secondo grado. Gli Ermellini hanno stabilito che le limitazioni quantitative previste dall’art. 2120 c.c. per il TFR non sono estensibili al TFM degli amministratori. La decisione si allinea a un consolidato orientamento giurisprudenziale, fornendo così certezza giuridica alle imprese.

Le Motivazioni: la distinzione tra TFM e TFR e le regole sulla deducibilità TFM

Il cuore della motivazione risiede nella netta distinzione tra i due istituti. Il TFR è disciplinato da una norma specifica (art. 2120 c.c.) che ne definisce rigidamente il metodo di calcolo. Al contrario, per il TFM manca una norma analoga che ne vincoli l’ammontare. La sua determinazione è lasciata all’autonomia contrattuale delle parti, ovvero alla delibera dell’assemblea dei soci.

La Corte ha ribadito i criteri che governano la deducibilità TFM ai fini delle imposte sui redditi:

1. Principio di Competenza: Le quote accantonate annualmente sono deducibili nell’esercizio di competenza a condizione che il diritto all’indennità risulti da un atto scritto avente data certa anteriore all’inizio del rapporto di amministrazione. Tale atto deve anche specificare l’importo del trattamento.
2. Principio di Cassa: In assenza dei requisiti sopra menzionati (atto scritto con data certa e importo definito), il costo del TFM diventa deducibile per la società solo nell’esercizio in cui viene effettivamente erogato all’amministratore, seguendo il cosiddetto principio di cassa.

Nel caso specifico, la Commissione Tributaria Regionale aveva correttamente ritenuto legittimo l’accantonamento, in quanto l’importo era stato determinato dall’assemblea, escludendo l’applicazione dei limiti del TFR. La Cassazione ha ritenuto questa impostazione conforme ai principi di diritto.

Le Conclusioni: implicazioni per le società e gli amministratori

Questa ordinanza consolida un principio di notevole importanza pratica per le società. Viene confermato che le imprese godono di ampia autonomia nel determinare l’entità del TFM da riconoscere ai propri amministratori, senza essere vincolate ai più stringenti parametri del TFR.

Tuttavia, per garantire la deducibilità TFM secondo il principio di competenza e quindi poter spalmare il costo su più esercizi, è fondamentale rispettare scrupolosamente i requisiti formali richiesti dalla giurisprudenza: la previsione del compenso deve essere formalizzata in un atto scritto (solitamente la delibera assembleare di nomina) con data certa e anteriore all’inizio del mandato, specificandone chiaramente l’ammontare. Il mancato rispetto di tali formalità non preclude la deducibilità del costo, ma la posticipa al momento dell’effettivo pagamento, con evidenti conseguenze sulla pianificazione fiscale dell’impresa.

I limiti quantitativi previsti per il TFR dei lavoratori dipendenti si applicano anche al TFM degli amministratori?
No, la Corte di Cassazione ha escluso che i limiti dell’art. 2120 c.c., dettati per il TFR dei dipendenti, possano essere applicati agli accantonamenti per il TFM degli amministratori.

A quali condizioni è possibile dedurre gli accantonamenti per il TFM secondo il principio di competenza?
La deduzione per competenza è ammessa a condizione che la previsione del TFM risulti da un atto scritto con data certa anteriore all’inizio del rapporto di amministrazione e che tale atto ne specifichi anche l’importo.

Cosa succede se non sono rispettate le condizioni per la deducibilità del TFM per competenza?
In mancanza dei presupposti (atto scritto con data certa e importo specificato), trova applicazione il principio di cassa. Di conseguenza, il costo del TFM sarà deducibile solo nell’esercizio in cui l’indennità viene effettivamente corrisposta all’amministratore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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