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Deducibilità TFM amministratori: no a limiti TFR

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha stabilito che la deducibilità TFM amministratori non è soggetta agli stessi limiti quantitativi previsti per il TFR dei dipendenti. L’Agenzia delle Entrate aveva contestato a due società la deduzione di accantonamenti TFM ritenuti eccessivi. La Corte ha chiarito che, in assenza di una norma specifica, non si può applicare per analogia l’art. 2120 del codice civile. La deducibilità per competenza è ammessa a condizione che il diritto al TFM e il suo importo risultino da un atto scritto con data certa anteriore all’inizio del rapporto. In caso contrario, si applica il principio di cassa.

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Pubblicato il 15 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Deducibilità TFM amministratori: la Cassazione esclude i limiti del TFR

La questione della deducibilità TFM amministratori è un tema cruciale per la pianificazione fiscale delle società. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione è intervenuta per fare chiarezza, stabilendo un principio fondamentale: i limiti quantitativi previsti per il TFR dei lavoratori dipendenti non si applicano agli accantonamenti per il Trattamento di Fine Mandato degli amministratori. Questa decisione offre importanti indicazioni operative per le imprese che intendono remunerare i propri amministratori con questa forma di indennità.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da un avviso di accertamento notificato dall’Agenzia delle Entrate a due società, una consolidante e una consolidata. L’Amministrazione Finanziaria contestava l’indebita deduzione degli accantonamenti per il TFM degli amministratori, poiché l’importo superava il limite previsto dall’art. 2120 del codice civile per il TFR dei dipendenti. Secondo l’Agenzia, tale limite doveva essere applicato per analogia, in base al rinvio operato dall’art. 105 del TUIR.

Le società contribuenti avevano impugnato l’atto, ma sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale avevano dato ragione all’Ufficio, confermando la correttezza della rideterminazione del reddito. Le società, pertanto, hanno proposto ricorso per cassazione, sostenendo la violazione dell’art. 105 TUIR e l’inapplicabilità dell’art. 2120 c.c. alla fattispecie del TFM.

La questione giuridica e la deducibilità TFM amministratori

Il nodo centrale della controversia riguardava la possibilità di applicare in via analogica le regole di calcolo del TFR, e in particolare il limite quantitativo (retribuzione annua divisa per 13,5), agli accantonamenti destinati al TFM degli amministratori. Le società ricorrenti sostenevano che, in assenza di una disciplina specifica, l’importo deducibile dovesse essere determinato in base alla volontà delle parti, come risultante da un verbale di assemblea con data certa, che aveva quantificato la quota annua di accantonamento in Euro 166.000,00.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso delle società, cassando la sentenza impugnata. I giudici hanno affermato che non esiste alcuna norma che obblighi le società ad applicare le forme previste per i lavoratori dipendenti agli accantonamenti del TFM degli amministratori. L’applicazione analogica dell’art. 2120 c.c. è stata ritenuta infondata.

La Corte ha ribadito un principio consolidato in tema di redditi d’impresa: le quote accantonate per il TFM sono deducibili secondo il principio di competenza se sussistono due precise condizioni:

1. La previsione del trattamento deve risultare da un atto scritto con data certa anteriore all’inizio del rapporto di amministrazione.
2. Tale atto deve specificare anche l’importo dell’indennità.

In mancanza di questi presupposti, la deducibilità del compenso è regolata dal principio di cassa, come disposto dall’art. 95, comma 5, del TUIR, e l’importo sarà deducibile solo nell’esercizio in cui viene effettivamente corrisposto.

Nel caso specifico, la stessa Agenzia delle Entrate, nel proprio avviso di accertamento, aveva implicitamente ammesso l’esistenza di un atto con data certa che stabiliva il diritto al TFM, contestandone solo l’ammontare. Pertanto, essendo soddisfatte le condizioni per la deducibilità per competenza, la Corte ha concluso che i limiti quantitativi del TFR non potevano essere applicati.

Le Conclusioni

La decisione della Cassazione ha importanti implicazioni pratiche per le imprese. Viene confermato che le società godono di autonomia nel determinare l’importo del TFM da corrispondere ai propri amministratori, senza essere vincolate ai parametri del lavoro dipendente. Per garantire la deducibilità TFM amministratori secondo il principio di competenza, è tuttavia essenziale formalizzare la decisione con una delibera assembleare o un altro atto scritto che abbia data certa anteriore all’inizio del mandato e che ne quantifichi chiaramente l’importo. In questo modo, le società possono pianificare correttamente i costi e le relative deduzioni fiscali, evitando future contestazioni da parte dell’Amministrazione Finanziaria.

La deducibilità del TFM per gli amministratori è soggetta agli stessi limiti quantitativi del TFR per i dipendenti?
No, la Corte di Cassazione ha escluso che i limiti di calcolo previsti dall’art. 2120 del codice civile per il TFR dei dipendenti possano essere applicati per analogia al Trattamento di Fine Mandato degli amministratori, in mancanza di una specifica norma di legge che lo preveda.

Quali sono le condizioni per dedurre fiscalmente gli accantonamenti TFM secondo il principio di competenza?
Per dedurre le quote di TFM nell’esercizio di maturazione (principio di competenza), è necessario che il diritto all’indennità e il suo importo risultino da un atto scritto avente data certa anteriore all’inizio del rapporto di amministrazione. L’atto deve specificare l’importo del trattamento.

Cosa accade se manca un atto scritto con data certa che stabilisce il TFM?
In assenza dei presupposti per l’applicazione del principio di competenza (atto scritto con data certa anteriore e specificazione dell’importo), il costo relativo al TFM diventa deducibile solo nell’esercizio in cui viene effettivamente pagato all’amministratore, secondo il principio di cassa, come previsto dall’art. 95, comma 5, del t.u.i.r.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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