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Deducibilità sponsorizzazioni sportive: la presunzione

Una contribuente si è vista contestare la deducibilità dei costi per la sponsorizzazione di un’associazione sportiva dilettantistica, ritenuti eccessivi dal Fisco. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione, riaffermando il principio della presunzione legale assoluta per la deducibilità delle sponsorizzazioni sportive fino a 200.000 euro. Secondo la Corte, se sono rispettate le condizioni di legge, l’Agenzia delle Entrate non può sindacare l’economicità o la congruità della spesa, poiché la norma speciale mira a incentivare il sostegno allo sport amatoriale.

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Pubblicato il 17 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Deducibilità sponsorizzazioni sportive: la presunzione assoluta che ferma il Fisco

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito un principio fondamentale per le imprese che investono nello sport: la deducibilità delle sponsorizzazioni sportive a favore di associazioni dilettantistiche è assistita da una presunzione legale assoluta, che limita fortemente il potere di accertamento dell’Agenzia delle Entrate. Questa decisione chiarisce che, entro determinati limiti e a precise condizioni, il Fisco non può contestare la deducibilità di tali costi basandosi su valutazioni di convenienza economica o congruità.

I Fatti di Causa

Una contribuente aveva impugnato degli avvisi di accertamento con cui l’Agenzia delle Entrate recuperava a tassazione (ai fini Iva, Irpef e Irap) i costi sostenuti per la sponsorizzazione di un gruppo sportivo dilettantistico. Secondo l’amministrazione finanziaria, le somme erogate erano ‘sproporzionate ed eccessive’ e, pertanto, la deducibilità doveva essere limitata a importi inferiori. La contribuente, al contrario, sosteneva la piena legittimità della deduzione, appellandosi a una specifica norma di legge.

Il caso, dopo un primo esito favorevole alla contribuente presso la Commissione Tributaria Provinciale, era stato ribaltato in appello dalla Commissione Tributaria Regionale, che aveva dato ragione all’Agenzia. La questione è così giunta all’esame della Corte di Cassazione.

La questione giuridica e la deducibilità sponsorizzazioni sportive

Il cuore della controversia risiede nell’interpretazione dell’articolo 90, comma 8, della Legge n. 289/2002. Questa norma stabilisce che il corrispettivo in denaro o in natura erogato a favore di società e associazioni sportive dilettantistiche, fino a un importo annuo di 200.000 euro, costituisce per il soggetto erogante spesa di pubblicità.

Il dubbio era se questa qualificazione come ‘spesa di pubblicità’ fosse una presunzione assoluta, non contestabile dal Fisco, o se l’amministrazione potesse comunque sindacare l’inerenza e la congruità del costo, come avviene per le spese ordinarie d’impresa secondo l’articolo 109 del TUIR.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso della contribuente, cassando la sentenza d’appello e chiarendo in modo definitivo la portata della norma. I giudici hanno affermato che le spese di sponsorizzazione in esame sono assistite da una ‘presunzione legale assoluta’ circa la loro natura pubblicitaria.

Questo significa che, una volta verificate le seguenti condizioni, il costo è integralmente deducibile senza che il Fisco possa eccepire altro:
1. Il soggetto sponsorizzato è una compagine sportiva dilettantistica.
2. Viene rispettato il limite quantitativo di 200.000 euro annui.
3. La sponsorizzazione mira a promuovere l’immagine o i prodotti dello sponsor.
4. Il soggetto sponsorizzato ha effettivamente posto in essere una specifica attività promozionale.

La Corte ha sottolineato che questa è una norma speciale, creata dal legislatore con una finalità ‘agevolativa’ per incentivare gli investimenti nello sport amatoriale, riconosciuto come attività di rilevanza sociale e costituzionale. Pertanto, questa norma deroga al regime generale di deducibilità dei costi. Di conseguenza, non è consentita al Fisco alcuna contestazione sulla ‘incongruità’ o ‘antieconomicità’ della spesa. È irrilevante che l’investimento non garantisca un ritorno economico immediato e certo; la scelta dell’imprenditore di promuovere il proprio marchio attraverso lo sport dilettantistico non è sindacabile nel merito.

La Commissione Tributaria Regionale aveva errato proprio nel momento in cui, pur non contestando l’effettività della sponsorizzazione, si era addentrata in una ‘valutazione supplementare’ sulla sua convenienza economica, un’analisi preclusa dalla presunzione legale.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

La decisione della Cassazione offre una solida garanzia per le imprese che scelgono di sostenere lo sport dilettantistico. L’ordinanza conferma che la deducibilità delle sponsorizzazioni sportive entro i 200.000 euro non è un’opzione soggetta alla discrezionalità del Fisco, ma un diritto tutelato da una presunzione legale assoluta.

Per le aziende, questo significa poter pianificare gli investimenti in pubblicità con maggiore certezza, a patto di documentare scrupolosamente l’esistenza del contratto di sponsorizzazione e l’effettiva esecuzione delle prestazioni promozionali da parte dell’associazione sportiva (es. esposizione di striscioni, loghi su maglie, ecc.). La valutazione sull’opportunità strategica dell’investimento resta una prerogativa insindacabile dell’imprenditore.

Le spese di sponsorizzazione a favore di associazioni sportive dilettantistiche sono sempre deducibili?
Sì, le spese fino a un importo annuo di 200.000 euro sono considerate spese di pubblicità e sono integralmente deducibili, a condizione che il soggetto sponsorizzato sia un’associazione sportiva dilettantistica e che quest’ultima svolga un’effettiva attività promozionale per lo sponsor.

Il Fisco può contestare la deducibilità di una sponsorizzazione sportiva se la ritiene troppo costosa o ‘antieconomica’?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la norma istituisce una presunzione legale assoluta. Pertanto, se le condizioni di legge sono rispettate (limite di 200.000 euro, natura dilettantistica, effettività della promozione), l’amministrazione finanziaria non può negare la deducibilità basandosi su valutazioni di congruità, economicità o assenza di un ritorno commerciale diretto.

Quali sono le condizioni per beneficiare della presunzione assoluta di deducibilità per le sponsorizzazioni sportive?
Le condizioni sono quattro: a) il soggetto sponsorizzato deve essere una compagine sportiva dilettantistica; b) deve essere rispettato il limite quantitativo di spesa di 200.000 euro annui; c) la sponsorizzazione deve avere lo scopo di promuovere l’immagine o i prodotti dello sponsor; d) l’associazione sportiva deve aver effettivamente svolto una specifica attività promozionale in cambio del corrispettivo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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