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Deducibilità spese sponsorizzazione: la presunzione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 17546/2025, ha riaffermato il principio della presunzione legale assoluta sulla deducibilità delle spese di sponsorizzazione a favore di associazioni sportive dilettantistiche, entro il limite di 200.000 euro. Il caso riguardava una società a cui l’Agenzia delle Entrate aveva contestato tali costi. La Corte ha stabilito che, se sussistono le condizioni previste dalla legge (art. 90, L. 289/2002), l’amministrazione finanziaria non può sindacare la congruità o l’economicità della spesa, annullando la decisione di merito che ne aveva ridotto l’importo deducibile.

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Pubblicato il 7 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Deducibilità spese sponsorizzazione: la Cassazione conferma la presunzione assoluta

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha fornito un’importante conferma sulla deducibilità delle spese di sponsorizzazione erogate a favore di associazioni sportive dilettantistiche. La pronuncia stabilisce che, al ricorrere di specifiche condizioni, opera una presunzione legale assoluta che preclude all’Amministrazione Finanziaria di contestare la congruità o l’economicità dei costi sostenuti dall’impresa sponsor. Analizziamo nel dettaglio la vicenda e le sue implicazioni pratiche.

I fatti del caso

Una società si è vista notificare un avviso di accertamento con cui l’Agenzia delle Entrate recuperava a tassazione i costi sostenuti per una sponsorizzazione, presumendone l’inesistenza. La Commissione Tributaria Regionale, pur riconoscendo l’effettività delle spese, aveva comunque accolto parzialmente l’appello dell’ufficio, riducendo l’importo deducibile a un quarto di quello dichiarato, poiché ritenuto ‘ingiustificatamente elevato’.

La società contribuente ha quindi proposto ricorso per cassazione, lamentando principalmente la violazione dell’articolo 90, comma 8, della Legge 289/2002. Tale norma prevede un regime fiscale agevolato per le sponsorizzazioni sportive, consentendo la deducibilità integrale dei costi fino a 200.000 euro.

La piena deducibilità delle spese di sponsorizzazione secondo la Corte

La Suprema Corte ha accolto il ricorso della società, cassando la sentenza impugnata. Gli Ermellini hanno ribadito il loro orientamento consolidato, secondo cui la norma citata introduce una ‘presunzione legale assoluta’ circa la natura pubblicitaria di tali spese. Ciò significa che, una volta rispettati i requisiti previsti, il costo si presume deducibile senza possibilità di prova contraria da parte del Fisco sulla sua inerenza o congruità.

Questo regime speciale deroga alle regole generali sulla deducibilità dei costi (art. 109 del T.U.I.R.), poiché persegue la finalità di incentivare gli investimenti nello sport amatoriale, considerato un’attività di rilevanza sociale.

Le motivazioni della decisione

La Corte ha specificato che la presunzione assoluta opera a condizione che:

1. Il soggetto sponsorizzato sia una compagine sportiva dilettantistica.
2. Sia rispettato il limite quantitativo di spesa di 200.000 euro.
3. La sponsorizzazione sia finalizzata a promuovere l’immagine e i prodotti dello sponsor.
4. Il soggetto sponsorizzato ponga effettivamente in essere una specifica attività promozionale.

Quando queste condizioni sono soddisfatte, il legislatore ha operato una scelta a monte, rendendo non sindacabile la decisione dell’imprenditore di investire in questo tipo di pubblicità. Di conseguenza, è preclusa all’Amministrazione Finanziaria qualsiasi valutazione sulla congruità, l’economicità o l’aspettativa di un ritorno commerciale diretto.

Nel caso di specie, la Commissione Tributaria Regionale aveva errato nel ridurre l’importo dei costi perché ‘ingiustificatamente elevati’. Tale valutazione, secondo la Cassazione, non è consentita, in quanto la norma speciale non la prevede. Poiché l’effettività della prestazione promozionale non era stata contestata, la spesa doveva essere considerata integralmente deducibile.

Conclusioni e implicazioni pratiche

Questa ordinanza consolida un principio fondamentale per le imprese che investono in sponsorizzazioni sportive. La deducibilità delle spese di sponsorizzazione a favore di enti sportivi dilettantistici gode di una tutela rafforzata. Le aziende possono quindi contare su una maggiore certezza giuridica, sapendo che, entro il tetto di 200.000 euro e a fronte di una reale attività promozionale, i costi sostenuti non potranno essere contestati dal Fisco sotto il profilo della loro antieconomicità o eccessività. Si tratta di un importante incentivo fiscale a sostegno dello sport amatoriale, che permette alle imprese di pianificare con sicurezza i propri investimenti pubblicitari in questo settore.

Le spese di sponsorizzazione a favore di società sportive dilettantistiche sono sempre deducibili?
Sì, sono considerate integralmente deducibili fino all’importo di 200.000 euro annui, a condizione che il soggetto sponsorizzato sia una compagine sportiva dilettantistica e realizzi una specifica attività promozionale per lo sponsor.

L’Amministrazione Finanziaria può contestare l’eccessività di una spesa di sponsorizzazione sportiva?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la norma speciale (art. 90, L. 289/2002) istituisce una presunzione legale assoluta che preclude al Fisco di valutare la congruità, l’inerenza o l’antieconomicità del costo, se i requisiti di legge sono rispettati.

Quali sono le condizioni per applicare la presunzione legale assoluta di deducibilità?
Le condizioni sono quattro: a) il soggetto sponsorizzato deve essere una compagine sportiva dilettantistica; b) deve essere rispettato il limite quantitativo di spesa; c) la sponsorizzazione deve mirare a promuovere l’immagine o i prodotti dello sponsor; d) lo sponsorizzato deve aver effettivamente svolto una specifica attività promozionale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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