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Deducibilità interessi passivi: via libera dalla Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, confermando la piena deducibilità degli interessi passivi per una società immobiliare. Secondo la Corte, per beneficiare dell’agevolazione, è sufficiente che il finanziamento sia garantito da ipoteca su immobili destinati alla locazione, senza che sia necessario dimostrare che i fondi siano stati utilizzati per l’acquisto o la costruzione degli stessi. Questa decisione rafforza un’interpretazione estensiva della norma, privilegiando il dato letterale rispetto a limitazioni non esplicite.

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Pubblicato il 17 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Deducibilità Interessi Passivi: La Cassazione Conferma la Visione Estensiva

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha consolidato un principio fondamentale in materia di deducibilità interessi passivi per le società immobiliari. La decisione chiarisce che, ai fini della totale deducibilità, non è necessario che il finanziamento ipotecario sia stato contratto specificamente per l’acquisto o la costruzione dell’immobile locato. Questo orientamento, favorevole al contribuente, offre importanti spunti operativi per le imprese del settore.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un avviso di accertamento notificato dall’Agenzia delle Entrate a una società a responsabilità limitata operante nel settore immobiliare. L’Amministrazione Finanziaria contestava l’indebita deduzione, ai fini IRES e IRAP per l’anno 2012, di una cospicua somma a titolo di interessi passivi su un mutuo.

Secondo l’Ufficio, tali interessi non erano deducibili in quanto il finanziamento, sebbene garantito da ipoteca su un complesso immobiliare già costruito e locato, non era stato utilizzato per la costruzione o ristrutturazione dell’immobile stesso, bensì per creare provvista economica per altre esigenze aziendali. La società contribuente ha impugnato l’atto, sostenendo che la norma di riferimento (art. 1, comma 36, della legge 244/2007) non poneva alcuna limitazione circa la finalità del finanziamento.

Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale avevano dato ragione alla società, ma l’Agenzia delle Entrate ha proposto ricorso per cassazione, portando la questione all’attenzione della Suprema Corte.

La Questione sulla Deducibilità Interessi Passivi

Il cuore della controversia risiedeva nell’interpretazione dell’art. 1, comma 36, della legge 244/2007. Questa norma, in deroga al principio generale di parziale deducibilità previsto dall’art. 96 del TUIR, stabilisce la totale deducibilità degli “interessi passivi relativi a finanziamenti garantiti da ipoteca su immobili destinati alla locazione”.

L’Agenzia delle Entrate sosteneva una lettura restrittiva: l’agevolazione sarebbe applicabile solo se vi fosse un collegamento funzionale diretto tra il mutuo e l’immobile (acquisto o costruzione). In assenza di tale nesso, gli interessi non sarebbero integralmente deducibili. La società, al contrario, difendeva un’interpretazione letterale, secondo cui l’unico requisito richiesto dalla norma è l’esistenza di un finanziamento garantito da ipoteca su un immobile locato, a prescindere dall’uso della liquidità ottenuta.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell’Amministrazione Finanziaria, aderendo all’interpretazione più ampia e favorevole al contribuente. I giudici hanno affermato che la norma in esame non pone alcun limite oggettivo all’integrale deducibilità degli interessi.

Il ragionamento della Corte si fonda sui seguenti punti chiave:

1. Interpretazione Letterale: Il testo della legge è chiaro e non contiene alcun riferimento alla finalità del finanziamento. Si limita a richiedere che gli interessi derivino da “finanziamenti garantiti da ipoteca su immobili destinati alla locazione”.
2. Assenza di Limitazioni Esplicite: Il legislatore, quando ha voluto imporre delle restrizioni, lo ha fatto espressamente. Ad esempio, con modifiche successive, ha introdotto un limite soggettivo, circoscrivendo l’agevolazione alle sole “società che svolgono in via effettiva e prevalente attività immobiliare”. L’assenza di un analogo limite oggettivo (sulla finalità del prestito) è una scelta deliberata e non una lacuna da colmare in via interpretativa.
3. Continuità Giurisprudenziale: La Corte ha ribadito il suo orientamento, già espresso in precedenti sentenze, secondo cui la portata della norma è “estremamente ampia, tanto da non giustificare limitazioni né sul piano oggettivo, delle tipologie di immobili considerate, né sul piano funzionale, degli obiettivi dell’indebitamento”.

In sostanza, la Corte ha stabilito che l’agevolazione è concessa indipendentemente dalla circostanza che il finanziamento sia o meno finalizzato all’acquisto o alla costruzione dell’immobile su cui grava l’ipoteca.

Le Conclusioni

La decisione della Cassazione ha importanti implicazioni pratiche per le società di gestione immobiliare. Essa conferma che è possibile beneficiare della totale deducibilità degli interessi passivi anche per finanziamenti accesi per esigenze generali di liquidità, rifinanziamento di debiti pregressi o per altre operazioni aziendali, a condizione che tali prestiti siano garantiti da ipoteca su immobili già di proprietà e destinati alla locazione.

Questa pronuncia fornisce certezza giuridica e flessibilità finanziaria alle imprese del settore, consentendo loro di ottimizzare la propria struttura finanziaria senza il timore di contestazioni fiscali basate su un’interpretazione restrittiva della norma. Resta fermo, ovviamente, il requisito soggettivo, che richiede lo svolgimento prevalente di attività immobiliare da parte della società.

Per la deducibilità integrale degli interessi passivi, il mutuo deve essere stato usato per costruire o acquistare l’immobile ipotecato?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che la legge non impone alcun vincolo sulla finalità del finanziamento. È sufficiente che il prestito sia garantito da ipoteca su immobili destinati alla locazione per beneficiare della deducibilità totale degli interessi passivi.

La disciplina sulla deducibilità degli interessi passivi si applica a qualsiasi tipo di società?
No. La normativa originaria non prevedeva limiti soggettivi, ma successive modifiche legislative hanno ristretto l’applicazione dell’agevolazione alle sole società che svolgono in via effettiva e prevalente attività di gestione immobiliare.

Quale criterio ha usato la Corte per interpretare la norma?
La Corte ha adottato un’interpretazione letterale e teleologica, concludendo che il testo della norma è estremamente ampio e non consente di introdurre limitazioni non espressamente previste dal legislatore, come quella relativa allo scopo del finanziamento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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