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Deducibilità interessi passivi: sì senza vincoli di scopo

Una società immobiliare si è vista contestare dall’Agenzia delle Entrate la deducibilità degli interessi passivi relativi a un mutuo ipotecario, poiché i fondi non erano stati usati per la costruzione dell’immobile, ma per altre finalità aziendali. La Corte di Cassazione ha dato ragione alla società, stabilendo che la norma agevolativa (art. 1, comma 36, L. 244/2007) richiede solo due presupposti per la piena deducibilità degli interessi passivi: che il soggetto sia una società di gestione immobiliare e che il finanziamento sia garantito da ipoteca su un immobile destinato alla locazione. La finalità specifica del mutuo è irrilevante.

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Pubblicato il 17 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Deducibilità Interessi Passivi: la Cassazione fa chiarezza

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha fornito un’interpretazione cruciale in materia di deducibilità interessi passivi per le società immobiliari. La decisione stabilisce che, ai fini della deroga prevista dall’art. 1, comma 36, della Legge 244/2007, non è necessario che il finanziamento ipotecario sia destinato specificamente all’acquisto o alla costruzione dell’immobile. Questo principio amplia notevolmente la portata dell’agevolazione fiscale, offrendo maggiore certezza agli operatori del settore.

I fatti di causa

Una società operante nel settore della gestione immobiliare riceveva un avviso di accertamento dall’Amministrazione Finanziaria. L’oggetto della contestazione era la ripresa a tassazione di una cospicua somma a titolo di interessi passivi, considerati non deducibili. Secondo l’Ufficio, il finanziamento ottenuto dalla società, sebbene garantito da ipoteca su un centro commerciale di sua proprietà e destinato alla locazione, non era stato utilizzato per la costruzione o ristrutturazione dello stesso, bensì per generare liquidità e finanziare altre società del gruppo. Di conseguenza, l’Amministrazione Finanziaria riteneva non applicabile la norma di favore che consente la piena deducibilità degli interessi passivi per le società immobiliari.

La società impugnava l’atto impositivo. Le commissioni tributarie di primo e secondo grado accoglievano solo parzialmente le ragioni del contribuente, ritenendo legittimo il recupero a tassazione per la parte di finanziamento usata per finalità diverse dalla costruzione o ristrutturazione dell’immobile. La controversia giungeva così all’esame della Corte di Cassazione.

La questione sulla deducibilità interessi passivi

Il cuore della disputa legale risiedeva nell’interpretazione dell’articolo 1, comma 36, della legge 244/2007. Questa norma stabilisce che gli interessi passivi relativi a finanziamenti garantiti da ipoteca su immobili destinati alla locazione non sono soggetti ai limiti generali di deducibilità previsti dall’articolo 96 del TUIR.

L’Agenzia delle Entrate sosteneva una lettura restrittiva: l’agevolazione sarebbe applicabile solo se esistesse un collegamento funzionale diretto tra il mutuo e l’immobile. In altre parole, il finanziamento doveva essere stato contratto per l’acquisto, la costruzione o la ristrutturazione del bene.

Al contrario, la società contribuente difendeva un’interpretazione letterale della norma, secondo cui i soli requisiti richiesti fossero:
1. Soggettivo: essere una società di gestione immobiliare.
2. Oggettivo: che gli interessi derivassero da un finanziamento garantito da ipoteca su un immobile locato.

L’analisi normativa e la sua portata

Il dibattito verteva quindi sulla presenza o meno di un presupposto oggettivo non esplicitato nel testo di legge. L’Amministrazione Finanziaria tentava di introdurre un vincolo di destinazione della somma mutuata, legandolo all’immobile stesso. Tale interpretazione, se accolta, avrebbe significativamente ristretto il campo di applicazione della norma agevolativa sulla deducibilità interessi passivi.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della società, cassando la sentenza d’appello e affermando un principio di diritto di grande rilevanza. I giudici hanno chiarito che l’interpretazione letterale e teleologica della norma non consente di introdurre limitazioni non previste dal legislatore. Il testo dell’art. 1, comma 36, della legge 244/2007 è chiaro e non subordina la piena deducibilità degli interessi alla finalità per cui il finanziamento è stato contratto.

Secondo la Corte, il legislatore, quando ha voluto porre dei limiti, lo ha fatto espressamente, come nel caso del requisito soggettivo che circoscrive l’agevolazione alle sole società di gestione immobiliare. Introdurre un ulteriore vincolo di scopo (finanziare l’acquisto o la costruzione dell’immobile) costituirebbe un’interpretazione non supportata dal dato normativo. La portata della disposizione è volutamente ampia e non giustifica limitazioni né sul piano oggettivo (tipologia di immobili) né su quello funzionale (obiettivi dell’indebitamento).

La Corte ha ribadito il suo recente e consolidato orientamento, secondo cui la norma in esame richiede unicamente che il finanziamento sia garantito da ipoteca su un immobile destinato alla locazione e che il soggetto che deduce gli interessi sia una società immobiliare. Qualsiasi altra condizione, inclusa la destinazione delle somme, è irrilevante ai fini dell’applicazione del beneficio fiscale.

Le conclusioni

In conclusione, la sentenza della Corte di Cassazione stabilisce in modo definitivo che per la piena deducibilità degli interessi passivi ai sensi dell’art. 1, comma 36, L. 244/2007, è sufficiente che il mutuo sia garantito da ipoteca su un immobile locato e che il mutuatario sia una società di gestione immobiliare. Non è richiesto alcun nesso funzionale tra il finanziamento e l’immobile. Questa decisione offre una notevole certezza giuridica agli operatori del settore immobiliare, confermando che possono accedere all’agevolazione anche quando i finanziamenti ipotecari sono ottenuti per scopi di liquidità generale o altre esigenze operative, a condizione che i requisiti soggettivi e di garanzia previsti dalla legge siano rispettati.

Per dedurre integralmente gli interessi passivi, una società immobiliare deve usare il mutuo solo per costruire o ristrutturare l’immobile ipotecato?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la legge non impone alcun vincolo sulla destinazione delle somme ottenute tramite il mutuo. L’integrale deducibilità è permessa anche se i fondi sono usati per altre finalità aziendali, come generare liquidità o finanziare altre operazioni.

Quali sono gli unici requisiti richiesti dalla legge per la piena deducibilità degli interessi passivi su mutui ipotecari per le società immobiliari?
I requisiti sono due: uno soggettivo, ovvero che il debitore sia una società di gestione immobiliare, e uno oggettivo, cioè che il finanziamento sia garantito da ipoteca su immobili destinati alla locazione. Non sono previste altre condizioni.

L’interpretazione dell’Agenzia delle Entrate, che limita la deducibilità alla finalità del finanziamento, è stata accolta dalla Corte di Cassazione?
No, l’interpretazione dell’Agenzia delle Entrate è stata respinta. La Corte ha ritenuto che tale lettura introduca una limitazione non prevista dal testo normativo, il quale ha una portata ampia e non giustifica restrizioni basate sugli obiettivi dell’indebitamento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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