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Deducibilità interessi passivi: la Cassazione decide

Una holding si è vista negare la deducibilità degli interessi passivi su finanziamenti infragruppo perché l’Agenzia delle Entrate ha ritenuto le operazioni anti-economiche. La Corte di Cassazione, rilevando un contrasto giurisprudenziale sulla materia e la particolare rilevanza delle questioni, non ha emesso una decisione finale. Con un’ordinanza interlocutoria, ha rinviato la causa a una pubblica udienza per definire in modo chiaro i limiti del sindacato del Fisco sulle scelte imprenditoriali e l’applicazione del principio di inerenza alla deducibilità interessi passivi.

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Pubblicato il 29 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Deducibilità Interessi Passivi e Anti-Economicità: La Cassazione Fa il Punto

La deducibilità degli interessi passivi rappresenta uno dei temi più dibattuti nel diritto tributario, specialmente quando riguarda operazioni tra società dello stesso gruppo. Un’ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione mette in luce le incertezze normative e giurisprudenziali, decidendo di rimettere la questione a una pubblica udienza per fare definitiva chiarezza. Analizziamo i fatti e le importanti questioni di diritto sollevate.

I Fatti del Caso

Una holding italiana aveva ricevuto due finanziamenti da un’altra società finanziaria appartenente al medesimo gruppo internazionale. Per gli anni d’imposta dal 2012 al 2016, la società aveva dedotto gli interessi passivi corrisposti su tali prestiti. L’Agenzia delle Entrate, tuttavia, ha contestato questa deduzione, pur ammettendo che non vi fosse una violazione formale delle norme fiscali (come l’art. 96 TUIR sul limite del ROL).

Secondo l’Ufficio, l’operazione era da considerarsi anti-economica e, di conseguenza, gli interessi non erano inerenti all’attività d’impresa. Le ragioni della presunta anti-economicità erano tre:
1. La società aveva scelto di estinguere altri finanziamenti infruttiferi anziché quelli che generavano interessi passivi.
2. Esistevano contemporaneamente finanziamenti passivi onerosi e finanziamenti attivi concessi a un’altra società del gruppo a un tasso molto basso (1%).
3. La società distribuiva utili al socio invece di utilizzare quelle risorse per estinguere i debiti.

In sostanza, per il Fisco, la holding si era ‘caricata’ di costi per abbattere il proprio imponibile e sfruttare, a livello di consolidato fiscale, il ROL maturato, rendendo deducibili interessi che altrimenti non lo sarebbero stati.

La Decisione della Corte: Rinvio in Pubblica Udienza

La Corte di Cassazione, con la presente ordinanza interlocutoria, non ha deciso nel merito la controversia. Ha invece riconosciuto che le questioni legali sollevate sono di ‘particolare rilevanza’ e che la giurisprudenza in materia non è univoca. Per questo motivo, ha ritenuto necessario rimettere la trattazione e la decisione del ricorso a una pubblica udienza. Questa scelta sottolinea la volontà della Corte di stabilire un principio di diritto chiaro e consolidato, data l’importanza del tema.

Le Motivazioni: I Dubbi sulla Deducibilità Interessi Passivi

L’ordinanza evidenzia i tre nodi cruciali che la Corte dovrà sciogliere.

Il Principio di Inerenza per gli Interessi Passivi: È sempre applicabile?

Il punto centrale è l’interpretazione dell’art. 109, comma 5, del TUIR. Esistono due orientamenti giurisprudenziali contrastanti:
* Un primo filone sostiene che gli interessi passivi sono sempre deducibili (nei limiti del ROL), senza che sia necessario un giudizio di inerenza. Essi sono considerati oneri legati alla gestione finanziaria generale dell’impresa.
* Un secondo filone, più recente, ha temperato questa assolutezza, affermando che, sebbene non si debba dimostrare un legame con specifici ricavi, gli interessi devono comunque essere correlati all’intera attività dell’impresa nel suo complesso.
La Corte dovrà chiarire quale di questi orientamenti debba prevalere.

Anti-Economicità vs. Scelte Imprenditoriali: Dove si ferma il Fisco?

Un altro punto controverso è il rapporto tra il giudizio di anti-economicità e il principio di inerenza. L’Agenzia delle Entrate può sindacare le scelte imprenditoriali, ritenendole svantaggiose, al punto da negare la deducibilità di un costo? La Corte si interroga su quanto una scelta palesemente ‘antieconomica’ possa essere considerata un indizio sufficiente a provare la mancanza di inerenza del costo, specialmente nelle operazioni interne a un gruppo societario.

Abuso del Diritto: una contestazione mancata

La Corte nota implicitamente che l’accertamento non era stato fondato su una formale contestazione di abuso del diritto, che avrebbe richiesto il rispetto di specifiche garanzie procedurali previste dallo Statuto del Contribuente. L’accusa si è concentrata sull’anti-economicità come prova della non inerenza, un percorso giuridicamente distinto e più incerto.

Le Conclusioni: Cosa Aspettarsi dalla Pubblica Udienza?

La futura sentenza che scaturirà dalla pubblica udienza avrà un impatto significativo per tutte le imprese, in particolare per i gruppi societari. La Corte di Cassazione è chiamata a tracciare una linea netta sui poteri dell’Amministrazione Finanziaria nel valutare le strategie aziendali. La decisione finale chiarirà se e in che limiti la deducibilità degli interessi passivi possa essere negata sulla base di un giudizio di anti-economicità e come questo si relazioni con il principio di inerenza e con l’eventuale abuso del diritto. Si attende un pronunciamento che possa finalmente portare certezza in un’area del diritto tributario da tempo caratterizzata da grande incertezza.

Gli interessi passivi su finanziamenti infragruppo sono sempre deducibili?
L’ordinanza evidenzia che la questione è controversa. Mentre un orientamento giurisprudenziale li considera sempre deducibili nei limiti quantitativi di legge (ROL), un altro più recente richiede una correlazione con l’attività complessiva dell’impresa. La Corte dovrà risolvere questo contrasto per dare una risposta definitiva.

L’Agenzia delle Entrate può contestare una scelta aziendale come ‘anti-economica’ per negare la deducibilità di un costo?
Sì, l’Agenzia può utilizzare il criterio dell’anti-economicità, ma la Corte sta valutando i limiti di tale potere. Un’operazione anti-economica può essere considerata un indizio della mancanza di inerenza del costo, ma la Corte dovrà chiarire quando questo indizio diventa prova sufficiente, specialmente rispetto a scelte gestionali che, per quanto opinabili, restano legittime.

Perché la Corte di Cassazione ha rinviato la decisione a una pubblica udienza?
La Corte ha rinviato la decisione perché le questioni giuridiche sollevate sono di ‘particolare rilevanza’ e la giurisprudenza esistente non è consolidata, presentando orientamenti contrastanti. Una pubblica udienza permette una discussione più approfondita per arrivare a una decisione che possa fungere da principio guida chiaro e stabile per casi futuri.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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