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Deducibilità interessi passivi: guida completa 2025

La Corte di Cassazione si è pronunciata sulla deducibilità interessi passivi relativi a un mutuo milionario contratto da una società immobiliare. L’Amministrazione Finanziaria negava la deduzione sostenendo che il finanziamento non fosse destinato alla costruzione dell’immobile. La Corte ha stabilito che la finalità del prestito è irrilevante: per la piena deducibilità è sufficiente che il finanziamento sia garantito da ipoteca su immobili destinati alla locazione. Ha tuttavia accolto i motivi del Fisco su un aspetto minore, relativo all’errata imputazione temporale di alcuni costi.

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Pubblicato il 17 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Deducibilità Interessi Passivi: La Cassazione Fa Chiarezza sui Mutui Immobiliari

La questione della deducibilità interessi passivi è da sempre un tema centrale per le società, in particolare per quelle del settore immobiliare che fanno ampio ricorso a finanziamenti per le loro operazioni. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale sui requisiti necessari per beneficiare della piena deducibilità degli interessi relativi a mutui garantiti da ipoteca su immobili destinati alla locazione, confermando un orientamento di grande favore per i contribuenti.

I Fatti del Caso: Un Accertamento Fiscale su un Finanziamento Milionario

Una società di gestione immobiliare aveva dedotto integralmente, ai fini IRES e IRAP per l’anno 2009, gli interessi passivi derivanti da un cospicuo mutuo di oltre 90 milioni di euro. Tale finanziamento era stato garantito da un’ipoteca su un grande complesso commerciale di proprietà della società, già costruito e operativo.

A seguito di una verifica fiscale, l’Amministrazione Finanziaria aveva contestato tale deduzione. Secondo il Fisco, il beneficio della piena deducibilità, previsto dalla legge 244/2007, si sarebbe potuto applicare solo se il mutuo fosse stato contratto specificamente per la costruzione o la ristrutturazione degli immobili dati in garanzia. Poiché in questo caso il complesso era già stato ultimato da anni e i fondi erano stati usati per altre esigenze aziendali, l’Ufficio riteneva gli interessi indeducibili.

La Questione Giuridica e la Deducibilità degli Interessi Passivi

Il cuore della controversia risiedeva nell’interpretazione dell’articolo 1, comma 36, della legge 244/2007. Questa norma stabilisce una deroga al principio generale di parziale deducibilità degli interessi passivi (previsto dall’art. 96 del TUIR), consentendo la deduzione totale per quelli relativi a “finanziamenti garantiti da ipoteca su immobili destinati alla locazione”.

La domanda era: questa norma richiede solo un requisito oggettivo (un mutuo ipotecario su un immobile locato) o anche un requisito funzionale (il mutuo deve servire a costruire o ristrutturare quello stesso immobile)?

La società contribuente sosteneva la prima tesi, basata sul tenore letterale della norma. L’Amministrazione Finanziaria, invece, propendeva per la seconda, ritenendo che lo scopo della legge fosse incentivare gli investimenti immobiliari diretti.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione, nel rigettare il motivo di ricorso principale del Fisco, ha fornito una motivazione chiara e lineare. Gli Ermellini hanno affermato che l’interpretazione della norma deve basarsi sul suo significato letterale. L’articolo 1, comma 36, della legge 244/2007 ha una portata “estremamente ampia” e non pone alcuna limitazione né sul piano oggettivo (tipologia di immobili) né su quello funzionale (gli scopi del finanziamento).

Le uniche due condizioni richieste dalla legge sono:
1. L’esistenza di un finanziamento.
2. La presenza di una garanzia ipotecaria su immobili destinati alla locazione.

Secondo la Corte, è del tutto irrilevante che gli immobili siano già costruiti o che i fondi vengano utilizzati per finanziare altre attività d’impresa. Se il legislatore avesse voluto introdurre un limite legato alla finalità del prestito, lo avrebbe specificato chiaramente, come ha fatto in seguito limitando l’ambito di applicazione soggettivo della norma alle sole società di gestione immobiliare. L’assenza di una simile specificazione per l’aspetto oggettivo conferma la volontà di non porre vincoli sull’utilizzo della provvista finanziaria.

La Corte ha, tuttavia, accolto i motivi di ricorso secondari, relativi alla deduzione di alcuni costi di modesto importo. La società li aveva imputati al 2009, ma le relative fatture erano state emesse nel 2008. In questo caso, la Cassazione ha ribadito la rigidità del principio di competenza (art. 109 TUIR), secondo cui un costo è deducibile nell’esercizio in cui diventa certo e determinato, momento che, di norma, coincide con l’emissione della fattura.

Le Conclusioni

Questa pronuncia consolida un principio di diritto di grande importanza per il settore immobiliare. Le società di gestione possono beneficiare della piena deducibilità degli interessi passivi su mutui ipotecari garantiti da immobili locati, a prescindere dalla destinazione delle somme ottenute. Ciò offre maggiore flessibilità nella gestione della liquidità e nella pianificazione finanziaria, consentendo di utilizzare la leva finanziaria per diverse esigenze aziendali senza perdere il vantaggio fiscale.

Allo stesso tempo, la decisione sui costi minori funge da monito: la corretta applicazione del principio di competenza fiscale rimane un aspetto cruciale. Anche errori di modesta entità possono essere oggetto di contestazione e portare a un esito sfavorevole per il contribuente.

È sempre possibile per una società immobiliare dedurre gli interessi passivi di un mutuo garantito da ipoteca su un immobile in locazione?
Sì, secondo la Corte la deducibilità è piena e incondizionata, purché il finanziamento sia garantito da ipoteca su immobili destinati alla locazione. Le uniche condizioni poste dalla norma sono l’esistenza del finanziamento e la destinazione alla locazione degli immobili oggetto di ipoteca.

La deducibilità degli interessi passivi dipende dall’utilizzo che l’azienda fa dei soldi ottenuti dal mutuo?
No. La Corte ha stabilito che la finalità del finanziamento è irrilevante. Non è necessario che le somme siano utilizzate per l’acquisto o la costruzione degli immobili posti a garanzia; possono essere destinate ad altre e diverse esigenze d’impresa.

Quando un costo diventa “certo” ai fini della sua deduzione fiscale secondo il principio di competenza?
Il costo diventa deducibile nell’esercizio in cui si acquisisce certezza della sua esistenza e determinabilità del suo ammontare. La Corte specifica che, di norma, questo momento coincide con l’emissione della fattura, poiché è in quel momento che il debitore acquisisce notizia del costo certo e determinato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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