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Deducibilità costi transazioni: la Cassazione decide

Un istituto di credito si è visto negare la deducibilità di costi derivanti da transazioni con la clientela e dall’acquisizione di un diritto di superficie per l’anno fiscale 2006. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 7722/2025, ha accolto il ricorso della banca, stabilendo che il “principio di derivazione rafforzata”, che lega il reddito imponibile al bilancio redatto secondo i principi contabili internazionali (IAS/IFRS), si applica retroattivamente. Di conseguenza, la deducibilità costi transazioni e degli ammortamenti è valida se conforme agli IAS, a prescindere dai tradizionali criteri fiscali di certezza e inerenza, anche per periodi d’imposta antecedenti al 2008.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Deducibilità costi transazioni: la Cassazione apre alla retroattività per i soggetti IAS

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha affrontato un tema cruciale per le società che redigono il bilancio secondo i principi contabili internazionali: la deducibilità costi transazioni e ammortamenti per gli anni precedenti l’entrata in vigore del cosiddetto “principio di derivazione rafforzata”. La decisione chiarisce che la coerenza con gli standard IAS/IFRS può validare la deducibilità fiscale anche per il passato, segnando un punto a favore della prevalenza della sostanza economica sulla forma.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine da un avviso di accertamento notificato a un istituto di credito per l’anno d’imposta 2006. L’Agenzia delle Entrate contestava la deducibilità di diverse voci di costo:
1. Spese sostenute a seguito di transazioni con la clientela per prevenire contenziosi legati a investimenti finanziari.
2. Costi relativi all’acquisizione di un diritto di superficie su un immobile, ritenuti non inerenti per il mancato utilizzo concreto del bene nell’anno di riferimento.
3. Quote di ammortamento relative all’acquisizione di una lista clienti.

La Commissione Tributaria Regionale aveva parzialmente accolto le ragioni dell’Ufficio, negando in particolare la deducibilità dei costi di transazione relativi a una specifica posizione e di quelli per il diritto di superficie. L’istituto di credito ha quindi proposto ricorso in Cassazione.

L’Analisi della Corte sulla Deducibilità dei Costi delle Transazioni

Il cuore della controversia risiede nell’applicabilità del “principio di derivazione rafforzata”, introdotto dalla Legge n. 244/2007. Questo principio stabilisce che per i soggetti “IAS adopters”, il reddito imponibile è determinato direttamente sulla base delle qualificazioni, classificazioni e imputazioni temporali del bilancio, anche in deroga alle specifiche norme fiscali.

La Corte ha chiarito un punto fondamentale: la normativa transitoria (art. 1, comma 61, L. 244/2007) consente l’applicazione retroattiva di tale principio ai periodi d’imposta antecedenti al 2008. La condizione è che i comportamenti contabili adottati dal contribuente in quegli anni siano stati coerenti con i principi IAS/IFRS e con le nuove disposizioni che sarebbero poi entrate in vigore.

Nel caso specifico, la banca aveva dedotto i costi delle transazioni in conformità con i principi contabili internazionali. Pertanto, la Corte ha stabilito che tali costi sono pienamente deducibili, superando i tradizionali requisiti fiscali di “certezza e precisione” invocati dall’Agenzia delle Entrate. La scelta contabile, basata sulla sostanza economica, prevale sulla regola formale fiscale.

La Questione del Diritto di Superficie e il Principio IAS 16

Un ragionamento analogo è stato applicato alla seconda doglianza, relativa ai costi per il diritto di superficie. L’Agenzia ne contestava la deducibilità per “difetto di inerenza”, dato che l’immobile non era stato materialmente utilizzato nel 2006.

Anche in questo caso, il principio di derivazione rafforzata si è rivelato decisivo. Esso impone l’applicazione del Principio Contabile Internazionale IAS 16, il quale prevede che l’ammortamento di un’attività inizi quando questa è disponibile all’uso, non quando viene effettivamente utilizzata. Poiché l’Agenzia non aveva contestato la disponibilità del bene, ma solo il suo mancato utilizzo, la Corte ha concluso che i costi di ammortamento erano legittimamente deducibili.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha motivato la sua decisione basandosi sulla volontà del legislatore di armonizzare la disciplina fiscale con quella contabile per i soggetti che adottano gli standard internazionali. La norma transitoria della Legge 244/2007 è stata interpretata come una clausola di salvaguardia per i comportamenti virtuosi, volti ad anticipare l’applicazione di principi contabili più evoluti. La coerenza tra il comportamento contabile passato e i principi della nuova normativa è la chiave per l’applicazione retroattiva delle regole sulla deducibilità costi transazioni. Di conseguenza, le valutazioni fatte in bilancio secondo i criteri IAS/IFRS, come la svalutazione di un credito a seguito di una transazione o l’inizio dell’ammortamento di un bene disponibile, assumono piena rilevanza fiscale, superando le obiezioni basate su una visione più formalistica del diritto tributario.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza rappresenta un’importante conferma per tutte le imprese IAS adopters. Essa consolida il principio secondo cui la prevalenza della sostanza sulla forma non è solo una regola contabile, ma un criterio guida anche per la determinazione del reddito imponibile. Le aziende che hanno adottato pratiche contabili conformi agli IAS prima del 2008 vedono ora rafforzata la legittimità delle loro scelte fiscali, a condizione di poter dimostrare la coerenza richiesta dalla norma transitoria. La decisione offre quindi maggiore certezza giuridica e premia l’allineamento proattivo agli standard internazionali.

I costi derivanti da transazioni per prevenire liti con i clienti sono deducibili per un’impresa che adotta i principi IAS?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che le somme erogate a seguito di transazioni per prevenire o definire un contenzioso con i clienti sono costi pienamente deducibili, in quanto inerenti all’esercizio dell’attività d’impresa. Per i soggetti IAS, questa deducibilità è rafforzata dal principio di derivazione che dà prevalenza alle scritture contabili.

Le norme fiscali per i soggetti IAS, introdotte nel 2007, possono essere applicate a periodi d’imposta precedenti come il 2006?
Sì. La legge (art. 1, comma 61, l. 244/2007) prevede una norma transitoria che rende le nuove disposizioni applicabili anche ai periodi d’imposta precedenti il 2008. La condizione è che i comportamenti contabili adottati dal contribuente in quegli anni siano coerenti con i principi contabili internazionali e con quelli che sarebbero derivati dalle nuove disposizioni.

Per dedurre fiscalmente l’ammortamento di un bene è necessario il suo utilizzo effettivo nell’anno d’imposta?
No, non per le società che applicano i principi IAS/IFRS. In base al “principio di derivazione rafforzata”, si applica il principio contabile IAS 16, secondo il quale l’ammortamento ha inizio quando il bene è “disponibile all’uso”, indipendentemente dal suo utilizzo concreto. Se l’Agenzia delle Entrate contesta solo il mancato uso e non la mancata disponibilità, il costo è deducibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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