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Deducibilità costi aziendali: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 7723/2025, ha stabilito importanti principi sulla deducibilità costi aziendali. Ha confermato che le somme pagate da un istituto di credito per transazioni con i clienti, al fine di prevenire contenziosi, sono deducibili in quanto inerenti all’attività d’impresa. Inoltre, per i soggetti che adottano i principi contabili internazionali (IAS/IFRS), i costi di ammortamento di un bene sono deducibili dal momento in cui il bene è ‘disponibile all’uso’, anche se non ancora concretamente utilizzato. Infine, ha chiarito che una lista clienti, se identificabile e separabile, costituisce un bene immateriale autonomo e non parte dell’avviamento, con conseguente applicazione di un’aliquota di ammortamento più favorevole.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Deducibilità costi aziendali: la Cassazione fa chiarezza su transazioni, beni non utilizzati e principi IAS

La corretta gestione della deducibilità costi aziendali rappresenta una sfida costante per le imprese. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, la n. 7723/2025, ha offerto chiarimenti cruciali su tre fronti specifici: i costi derivanti da transazioni con la clientela, i costi per l’acquisto di diritti su beni non immediatamente utilizzati e l’ammortamento delle liste clienti. Questa decisione rafforza l’importanza dei principi contabili internazionali (IAS/IFRS) e del principio di inerenza.

I Fatti del Caso: Una Controversia Fiscale Complessa

Un istituto di credito cooperativo si è trovato al centro di una controversia con l’Amministrazione Finanziaria riguardo alla dichiarazione dei redditi per l’anno 2007. L’avviso di accertamento contestava la deducibilità di tre tipologie di costi:

1. Costi di transazione: Somme, per oltre 200.000 Euro, versate ai clienti per prevenire o risolvere controversie legate a investimenti finanziari. L’Agenzia ne negava la deducibilità per presunta illiceità della condotta della banca.
2. Costi per diritto di superficie: Oneri per circa 65.000 Euro relativi all’acquisizione di un diritto di superficie su un immobile, che l’istituto non aveva ancora utilizzato nell’anno di imposta.
3. Ammortamento lista clienti: L’ammortamento di una lista clienti, acquisita da un promotore finanziario, era stato contestato dall’Agenzia, che la riteneva parte dell’avviamento e quindi ammortizzabile con un’aliquota inferiore.

Dopo decisioni contrastanti nei primi due gradi di giudizio, la questione è approdata in Cassazione.

L’Analisi della Corte e la Deducibilità dei Costi Aziendali

La Suprema Corte ha accolto le ragioni del contribuente su tutti i punti principali, rigettando il ricorso incidentale dell’Amministrazione Finanziaria. Vediamo nel dettaglio le argomentazioni per ciascuna voce di costo.

Costi di Transazione: Inerenti se per Prevenire Contenziosi

La Corte ha stabilito che le somme pagate a titolo di transazione per evitare un contenzioso con i clienti sono pienamente deducibili. Questi costi non derivano da sanzioni per un illecito accertato, ma da una scelta imprenditoriale volta a proteggere l’immagine commerciale e a evitare i rischi e i costi di una causa legale. Pertanto, sono considerati inerenti all’attività d’impresa ai sensi dell’art. 109 del TUIR. La deducibilità è esclusa solo per sanzioni pecuniarie di carattere afflittivo, non per risarcimenti o accordi transattivi che rientrano nella normale gestione aziendale.

Diritto di Superficie: Conta la Disponibilità, non l’Uso

Sul secondo punto, la Corte ha applicato il principio di “derivazione rafforzata”, valido per le società che redigono il bilancio secondo i principi IAS/IFRS. Secondo lo IAS 16, l’ammortamento di un’attività inizia quando questa è disponibile all’uso, ovvero si trova nel luogo e nelle condizioni necessarie per funzionare come inteso dalla direzione aziendale. Il mancato utilizzo effettivo del bene in un dato periodo non preclude la deducibilità dell’ammortamento. Poiché la banca aveva la piena disponibilità del diritto di superficie, i relativi costi erano deducibili, indipendentemente dal suo utilizzo concreto nell’anno 2007.

Lista Clienti: Un Bene Immateriale Separabile dall’Avviamento

Infine, riguardo alla lista clienti, la Cassazione ha respinto la tesi dell’Amministrazione Finanziaria. Applicando nuovamente i principi contabili internazionali (in particolare IAS 38 e IFRS 3), la Corte ha confermato che un’attività immateriale acquisita in un’aggregazione aziendale, come una lista clienti, può essere contabilizzata separatamente dall’avviamento se è identificabile e separabile. Nel caso di specie, la banca aveva dimostrato che la lista clienti aveva un valore specifico e poteva essere rilevata autonomamente. Di conseguenza, il suo ammortamento secondo le regole previste per i beni immateriali a vita definita era corretto.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni della Corte si fondano su due pilastri fondamentali. Il primo è una corretta interpretazione del principio di inerenza: un costo è inerente non solo quando direttamente produttivo di ricavi, ma anche quando si inserisce in una logica di gestione aziendale volta a preservare e migliorare il valore dell’impresa. Le transazioni per evitare liti rientrano in questa categoria. Il secondo pilastro è il principio di derivazione rafforzata per i soggetti IAS adopter. Per tali soggetti, le regole contabili internazionali prevalgono sulle norme fiscali nazionali per quanto riguarda la qualificazione, la classificazione e l’imputazione temporale dei componenti di reddito. La Corte ha sottolineato come la normativa transitoria della Legge 244/2007 rendesse questi principi applicabili anche ai periodi d’imposta precedenti al 2008, come quello in esame.

Le Conclusioni: Implicazioni per le Imprese

Questa ordinanza offre preziose indicazioni per le aziende. In primo luogo, conferma che le spese sostenute per risolvere bonariamente controversie con i clienti sono, di regola, deducibili. In secondo luogo, per le imprese che adottano i principi IAS/IFRS, viene rafforzata la certezza che la deducibilità degli ammortamenti decorre dalla disponibilità del bene, non dal suo effettivo utilizzo, allineando la prassi fiscale a quella contabile. Infine, si chiarisce che asset immateriali come le liste clienti, se correttamente valorizzati e identificati, possono essere ammortizzati autonomamente, spesso con benefici fiscali rispetto all’indistinto calderone dell’avviamento. La sentenza, quindi, promuove un approccio alla deducibilità costi aziendali più aderente alla sostanza economica delle operazioni e ai moderni principi contabili.

I costi sostenuti da un’azienda per accordi transattivi con i clienti sono deducibili?
Sì, secondo la Corte, le somme erogate per prevenire o definire un contenzioso con i clienti sono costi deducibili. Essi sono considerati inerenti all’esercizio dell’attività d’impresa in quanto mirano a proteggere l’immagine aziendale e a gestire i rischi legali, e non costituiscono sanzioni per illeciti.

È possibile dedurre i costi di ammortamento di un bene che l’azienda non ha ancora utilizzato?
Sì, per le società che adottano i principi contabili internazionali (IAS/IFRS). La Corte ha chiarito che, in base al principio di ‘derivazione rafforzata’, l’ammortamento inizia quando l’attività è ‘disponibile all’uso’ secondo le previsioni della direzione aziendale, non quando viene effettivamente utilizzata. Il mancato utilizzo non impedisce la deducibilità.

Una lista clienti acquisita con un ramo d’azienda è sempre considerata parte dell’avviamento ai fini fiscali?
No. La Corte ha stabilito che, in base ai principi contabili internazionali (IFRS 3 e IAS 38), se una lista clienti acquisita in un’aggregazione aziendale può essere identificata individualmente e rilevata separatamente, essa costituisce un bene immateriale a sé stante, distinto dall’avviamento. Pertanto, può essere ammortizzata secondo le regole specifiche per tale bene.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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