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Deducibilità contributi esteri: Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 9446/2025, ha stabilito l’importante principio della deducibilità dei contributi esteri versati da un lavoratore fiscalmente residente in Italia, anche quando il suo reddito da lavoro dipendente sia determinato su base convenzionale. L’Agenzia delle Entrate aveva negato tale deduzione, ma la Suprema Corte ha accolto il ricorso del contribuente, chiarendo che i contributi, se non deducibili dal singolo reddito di categoria, diventano oneri deducibili dal reddito complessivo generale.

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Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Deducibilità Contributi Esteri: La Cassazione Fa Chiarezza per i Lavoratori Transfrontalieri

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 9446/2025) ha fornito un chiarimento fondamentale in materia di deducibilità contributi esteri, una questione di grande interesse per i molti lavoratori fiscalmente residenti in Italia ma che prestano la loro attività all’estero. La Corte ha stabilito che i contributi previdenziali obbligatori versati in un altro Stato sono deducibili dal reddito complessivo anche quando la base imponibile è calcolata secondo il criterio della ‘retribuzione convenzionale’.

I Fatti del Caso

La vicenda riguarda un contribuente, dipendente di una società con sede in Svizzera, che per l’anno d’imposta 2009 aveva prestato la propria attività lavorativa nel paese elvetico pur mantenendo la residenza fiscale in Italia. In sede di dichiarazione dei redditi, l’uomo aveva calcolato il proprio reddito da lavoro dipendente utilizzando il regime della retribuzione convenzionale, previsto dall’art. 51, comma 8-bis del TUIR. Da tale importo, aveva dedotto i contributi previdenziali obbligatori versati in Svizzera.

L’Agenzia delle Entrate, tuttavia, notificava un avviso di accertamento disconoscendo tale deduzione. Secondo l’Amministrazione finanziaria, il reddito determinato convenzionalmente costituiva una base imponibile forfettaria e del tutto sganciata dai costi effettivi, inclusi i contributi, che non potevano quindi essere sottratti.

La Questione Giuridica sulla Deducibilità Contributi Esteri

Il cuore della controversia legale verteva sull’interpretazione combinata di due norme chiave del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR): l’articolo 51, comma 8-bis, che disciplina la determinazione del reddito da lavoro dipendente all’estero su base convenzionale, e l’articolo 10, comma 1, lettera e), che prevede la deducibilità dal reddito complessivo dei contributi previdenziali obbligatori.

L’Agenzia delle Entrate proponeva una lettura restrittiva, secondo cui la natura speciale e forfettaria della retribuzione convenzionale impediva qualsiasi deduzione. Il contribuente, al contrario, sosteneva che, proprio perché non deducibili in sede di determinazione del reddito di categoria, tali contributi dovessero essere ammessi come oneri deducibili dal reddito complessivo, come previsto dall’art. 10 del TUIR.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto pienamente la tesi del contribuente, cassando la sentenza d’appello e decidendo nel merito a suo favore. La motivazione si fonda su un principio di ‘specialità reciproca’ tra le norme che regolano la determinazione delle singole categorie di reddito e quelle che disciplinano la formazione del reddito complessivo.

I giudici hanno chiarito che l’articolo 10 del TUIR agisce come una norma di chiusura del sistema. Esso consente di dedurre dal reddito complessivo quegli oneri, come i contributi obbligatori, ‘se non sono deducibili nella determinazione dei singoli redditi che concorrono a formarlo’.

Secondo la Corte, l’impossibilità di dedurre i contributi svizzeri dal reddito da lavoro dipendente (calcolato su base convenzionale) non ne esclude la rilevanza fiscale, ma, al contrario, costituisce il presupposto stesso per la loro deducibilità dal reddito complessivo. In altre parole, la non deducibilità ‘a monte’ attiva la deducibilità ‘a valle’.

La Corte ha inoltre rigettato l’ipotesi che tale deduzione spettasse solo ai lavoratori con un sostituto d’imposta in Italia, non trovando alcun fondamento normativo per una simile distinzione.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa sentenza rappresenta un punto fermo a favore dei contribuenti che lavorano all’estero. Si afferma con chiarezza che la scelta del legislatore di tassare il reddito su base convenzionale non può tradursi in una penalizzazione per il lavoratore, privandolo del diritto di dedurre i costi obbligatori sostenuti per la previdenza. La decisione garantisce un trattamento fiscale più equo e coerente, confermando che la deducibilità contributi esteri è un diritto anche per chi rientra nel regime delle retribuzioni convenzionali. I lavoratori transfrontalieri e i loro consulenti possono ora fare affidamento su un principio solido per la corretta compilazione delle proprie dichiarazioni dei redditi.

È possibile dedurre i contributi previdenziali versati all’estero se il reddito è tassato in Italia su base convenzionale?
Sì, la Corte di Cassazione ha stabilito che i contributi previdenziali obbligatori versati all’estero sono deducibili dal reddito complessivo, anche quando il reddito da lavoro dipendente è determinato secondo il criterio della retribuzione convenzionale previsto dall’art. 51, comma 8-bis, del TUIR.

Perché l’Agenzia delle Entrate negava la deducibilità di tali contributi?
L’Agenzia delle Entrate sosteneva che la retribuzione convenzionale fosse una base imponibile forfettaria e ‘sganciata’ da qualsiasi costo effettivo, inclusi i contributi previdenziali, ritenendoli di conseguenza non deducibili né dal reddito di categoria né dal reddito complessivo.

Qual è il principio giuridico chiave affermato dalla Corte di Cassazione in questa sentenza?
Il principio chiave è che l’impossibilità di dedurre un onere (come i contributi) nella determinazione di una singola categoria di reddito (in questo caso, il reddito da lavoro dipendente convenzionale) costituisce il presupposto necessario per poterlo dedurre dal reddito complessivo ai sensi dell’art. 10 del TUIR.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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