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Deducibilità assegno divorzile: la Cassazione decide

Un contribuente deduce dal reddito le somme versate all’ex coniuge per coprire le tasse sull’assegno di mantenimento. L’Amministrazione Finanziaria contesta la deduzione, sostenendo che solo l’assegno periodico è deducibile. La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, ritiene la questione sulla deducibilità dell’assegno divorzile estesa a tali somme di rilevante importanza e rinvia la causa alla pubblica udienza per una decisione di principio.

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Pubblicato il 4 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Deducibilità Assegno Divorzile: La Cassazione Rimette la Decisione alla Pubblica Udienza

La questione della deducibilità dell’assegno divorzile e delle somme accessorie è un tema di grande interesse che tocca sia il diritto di famiglia sia quello tributario. Un’ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione ha recentemente sollevato un importante interrogativo: le somme che un ex coniuge versa all’altro per coprire le imposte sull’assegno di mantenimento sono deducibili dal proprio reddito? La Corte, ritenendo la questione di particolare rilevanza, ha deciso di rinviare la causa alla pubblica udienza per una trattazione approfondita.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da un accordo di divorzio in cui un ex marito si era impegnato non solo a corrispondere un assegno periodico all’ex moglie, ma anche a tenerla indenne dalla tassazione su tale assegno. In pratica, si era assunto l’onere di rimborsarle le imposte dovute. In sede di dichiarazione dei redditi, il contribuente ha dedotto dal proprio imponibile non solo l’importo dell’assegno, ma anche le somme versate a titolo di rimborso fiscale.

L’Amministrazione Finanziaria, a seguito di un controllo formale, ha contestato questa seconda deduzione, emettendo una cartella di pagamento. Il contenzioso tributario che ne è seguito ha avuto un iter complesso, passando per diversi gradi di giudizio con esiti alterni, fino ad approdare dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Questione sulla Deducibilità dell’Assegno Divorzile e dei Rimborsi Fiscali

L’Amministrazione Finanziaria ha basato il proprio ricorso su due motivi principali.

Violazione della Norma sulla Deducibilità

Il primo motivo riguarda la violazione dell’art. 10, comma 1, lett. c), del TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi). Secondo le Agenzie fiscali, questa norma consente la deduzione dei soli assegni periodici corrisposti al coniuge, in quanto aventi natura assistenziale. Qualsiasi altro accordo patrimoniale tra i coniugi, come quello di rendere “netto” l’assegno rimborsando le imposte, non rientrerebbe nell’ambito della norma.

Consentire tale deduzione, secondo la tesi erariale, creerebbe un ingiustificato “salto d’imposta”: il coniuge erogante dedurrebbe il costo dal proprio reddito, mentre il coniuge percipiente riceverebbe una somma che, di fatto, non verrebbe tassata (essendo un rimborso di imposte già pagate). Ciò si tradurrebbe in un danno per l’erario.

L’Applicazione del Giudicato Esterno

Il secondo motivo di ricorso contestava la decisione della Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado, che aveva annullato la cartella di pagamento basandosi su una precedente sentenza favorevole al contribuente (giudicato esterno). L’Amministrazione Finanziaria ha sostenuto che il principio del giudicato non potesse essere applicato automaticamente a un’annualità d’imposta diversa, specialmente in presenza di costi che, seppur periodici, devono essere valutati anno per anno.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione, con la sua ordinanza interlocutoria, non ha fornito una risposta definitiva, ma ha evidenziato la delicatezza e l’importanza delle questioni sollevate. Il Collegio ha riconosciuto che il tema della deducibilità dell’assegno divorzile estesa alle somme corrisposte per coprire la tassazione del reddito dell’ex coniuge è di particolare rilevanza e privo di recenti precedenti giurisprudenziali specifici. Di fronte a una questione di diritto di tale portata, che potrebbe creare un importante principio applicabile a numerosi casi simili, la Corte ha ritenuto necessario un esame più approfondito.

Per questo motivo, ha disposto il rinvio della causa a nuovo ruolo per la trattazione in pubblica udienza. Questa procedura è riservata ai casi di maggiore importanza o quando è necessario risolvere contrasti giurisprudenziali, permettendo una discussione più ampia e un esame collegiale completo.

Conclusioni

La decisione finale della Corte di Cassazione in pubblica udienza sarà cruciale per definire i confini della deducibilità degli oneri legati al divorzio. Stabilirà se l’accordo tra i coniugi di “sterilizzare” fiscalmente l’assegno di mantenimento possa avere effetti anche sul piano tributario per chi eroga le somme. L’esito di questo giudizio fornirà un chiarimento fondamentale per i contribuenti e i professionisti del settore, delineando in modo più netto quali somme, oltre all’assegno periodico, possano essere considerate deducibili in caso di separazione o divorzio.

È possibile dedurre dal proprio reddito le somme versate all’ex coniuge per coprire le tasse sull’assegno di divorzio?
L’ordinanza non dà una risposta definitiva. La Corte di Cassazione ha ritenuto la questione di tale rilevanza da richiedere una trattazione in pubblica udienza, poiché la legge menziona esplicitamente solo la deducibilità degli assegni periodici e non di somme accessorie volte a coprire l’onere fiscale.

Una precedente sentenza favorevole al contribuente su un’annualità d’imposta ha effetto automatico sulle annualità successive?
La Corte solleva dubbi sull’automatica applicabilità del giudicato a un diverso anno d’imposta, anche se il costo è periodico (come un assegno di mantenimento). La questione necessita di un approfondimento, poiché ogni annualità d’imposta è generalmente autonoma.

Qual è stata la decisione della Corte di Cassazione in questo specifico provvedimento?
La Corte non ha deciso il merito della causa. Ha emesso un’ordinanza interlocutoria con cui ha disposto il rinvio della trattazione a una pubblica udienza, considerata la rilevante importanza delle questioni di diritto sollevate.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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