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Deducibilità ammortamenti: il Quadro EC è obbligatorio

Una società si è vista negare la deducibilità di ammortamenti extracontabili perché non aveva compilato lo specifico Quadro EC nella dichiarazione dei redditi, pur avendo indicato i dati in un altro quadro (RV). La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 25471/2024, ha stabilito che la compilazione del Quadro EC è un requisito sostanziale e non un mero errore formale. Di conseguenza, l’omissione preclude irrimediabilmente il diritto alla deduzione, confermando la pretesa dell’Agenzia delle Entrate.

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Pubblicato il 19 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Deducibilità Ammortamenti: Il Quadro EC è un Obbligo, non una Formalità

La corretta compilazione della dichiarazione dei redditi è un adempimento cruciale per ogni impresa. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione, l’ordinanza n. 25471 del 23 settembre 2024, ribadisce un principio fondamentale in materia di deducibilità ammortamenti: l’omissione di un quadro specifico, previsto dalla legge per beneficiare di una deduzione, non è un semplice errore formale sanabile, ma un errore sostanziale che ne preclude il diritto. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante decisione.

I Fatti del Caso: Una Deduzione Controversa

Una società operante nel settore alimentare aveva effettuato una variazione in diminuzione nel proprio modello Unico per un importo superiore ai 3 milioni di euro. Tale variazione derivava dalla differenza tra gli ammortamenti aventi rilevanza fiscale e quelli civilistici, un disallineamento generato da una precedente operazione di conferimento d’azienda. Per beneficiare di questa deduzione extracontabile, la normativa fiscale (art. 109, comma 4, lett. b), t.u.i.r.) richiedeva la compilazione di un apposito prospetto nella dichiarazione dei redditi, il Quadro EC.

La società, tuttavia, non aveva compilato il Quadro EC, pur avendo inserito i dati relativi ai disallineamenti in un altro quadro, il Quadro RV, destinato alla riconciliazione dei valori civili e fiscali. L’Agenzia delle Entrate, di conseguenza, aveva emesso un avviso di accertamento, contestando la deduzione e recuperando le imposte (IRES e IRAP) non versate, oltre a irrogare le sanzioni.

Nei primi due gradi di giudizio, le Commissioni Tributarie avevano dato ragione alla società, qualificando la mancata compilazione del Quadro EC come un ‘errore formale’ emendabile, dato che l’operazione era sostanzialmente corretta e i dati erano comunque presenti nel Quadro RV. L’Agenzia delle Entrate ha quindi proposto ricorso in Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione sulla Deducibilità Ammortamenti

La Suprema Corte ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, cassando la sentenza della Commissione Tributaria Regionale e affermando un principio di diritto molto chiaro: la compilazione del Quadro EC è un adempimento di natura sostanziale e non meramente formale. La sua omissione impedisce la deduzione dei componenti negativi non transitati a conto economico.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha basato la propria decisione su un’interpretazione rigorosa dell’art. 109, comma 4, lett. b) del TUIR. La norma, nella sua formulazione applicabile all’epoca dei fatti, permetteva la deduzione di costi non imputati a conto economico (come gli ammortamenti fiscali eccedenti quelli civilistici) a una condizione precisa: che il loro importo complessivo, i valori civili e fiscali dei beni e dei fondi fossero indicati in un ‘apposito prospetto’ della dichiarazione. Questo prospetto è, appunto, il Quadro EC.

Secondo gli Ermellini, il legislatore ha introdotto questo onere specifico per garantire trasparenza e permettere all’Amministrazione finanziaria di verificare la corretta gestione dei componenti negativi dedotti in via extracontabile. Non si tratta quindi di una formalità burocratica, ma di una manifestazione di volontà del contribuente di avvalersi di un determinato regime fiscale, che deve essere esercitata inderogabilmente nella sede propria, ovvero la dichiarazione dei redditi.

La compilazione del Quadro RV, pur utile per la riconciliazione generale, non può sostituire la funzione specifica del Quadro EC. La mancanza di quest’ultimo fa venir meno la ‘neutralità fiscale’ degli elementi sul piano civilistico, contabile e fiscale, precludendo di fatto il diritto alla deduzione. La Corte ha ribadito il suo orientamento consolidato, citando precedenti conformi (Cass. n. 26398/2018 e n. 34750/2019).

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per le Imprese

Questa ordinanza rappresenta un monito importante per tutte le imprese e i loro consulenti. La compilazione della dichiarazione dei redditi richiede la massima diligenza, specialmente quando si intende beneficiare di regimi fiscali specifici che prevedono oneri documentali e dichiarativi precisi. L’idea che un errore possa essere considerato ‘meramente formale’ e sanato a posteriori, soprattutto in sede di contenzioso, è stata nettamente respinta dalla Cassazione in questo contesto. L’onere di indicare i dati in quadri specifici è sostanziale, e la sua omissione può comportare la perdita definitiva di importanti benefici fiscali, con conseguente recupero di imposte, sanzioni e interessi.

La mancata compilazione del Quadro EC per la deducibilità degli ammortamenti extracontabili è un errore formale?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che si tratta di un errore di natura sostanziale. La compilazione del quadro è un requisito necessario per poter opporre all’Amministrazione la deduzione di componenti negativi non transitati nel conto economico.

La compilazione del Quadro RV può sostituire quella del Quadro EC ai fini della deducibilità?
No, la Corte ha chiarito che il Quadro RV non è sufficiente. La normativa richiede l’adempimento specifico della compilazione dell’apposito prospetto (Quadro EC), e l’omissione di questo preclude la possibilità di dedurre l’ammortamento.

È possibile correggere in sede giudiziale la mancata compilazione del Quadro EC?
No, la sentenza esclude questa possibilità. La scelta di avvalersi di un regime fiscale che permette deduzioni extracontabili deve essere esercitata inderogabilmente nella sede dichiarativa, attraverso la compilazione dei quadri specifici. Non è un’opzione che può essere ‘ritrattata’ o sanata successivamente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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