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Decadenza TARSU: quando scatta il termine per l’ente

Una congregazione religiosa ha contestato un avviso di accertamento per TARSU non versata relativa agli anni 2011 e 2012. Il punto centrale del caso era la decadenza TARSU, ovvero se il termine di prescrizione quinquennale per l’ente impositore fosse scaduto. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’accertamento per l’anno 2011 era prescritto, poiché il termine era scaduto il 31 dicembre 2016, mentre l’avviso era stato notificato il 31 dicembre 2017. Al contrario, l’accertamento per il 2012 è stato ritenuto valido. La Corte ha chiarito che il termine di decadenza decorre dall’anno d’imposta corrente e non da quello successivo.

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Pubblicato il 12 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Decadenza TARSU: La Cassazione chiarisce i termini per l’accertamento

Nel diritto tributario, il rispetto dei termini è fondamentale sia per il contribuente che per l’ente impositore. La questione della decadenza TARSU rappresenta un tema cruciale, poiché determina il limite temporale entro cui l’amministrazione può legittimamente richiedere il pagamento di un tributo omesso. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti decisivi su come calcolare questo termine, consolidando un orientamento giurisprudenziale di grande rilevanza pratica.

I fatti del caso: un avviso di accertamento per TARSU omessa

Una congregazione religiosa si è vista recapitare un avviso di accertamento per il mancato pagamento della Tassa per lo smaltimento dei Rifiuti Solidi Urbani (TARSU) relativa agli anni 2011 e 2012. L’atto era stato emesso da un raggruppamento di imprese concessionario del servizio di riscossione per conto del Comune. La contribuente ha impugnato l’avviso, sostenendo, tra le altre cose, che il potere di accertamento dell’ente si fosse estinto per il decorso del termine quinquennale di decadenza.

La questione della legittimazione passiva del Comune

Un primo aspetto processuale chiarito dalla Corte riguarda l’individuazione del soggetto contro cui il contribuente deve rivolgere la propria impugnazione. Nel caso di specie, il Comune aveva affidato in concessione il servizio di accertamento e riscossione dei tributi a un soggetto terzo. La Cassazione ha ribadito che, in tali circostanze, la legittimazione passiva, ovvero la titolarità a resistere in giudizio, spetta esclusivamente al concessionario. Questo perché il concessionario non solo riscuote, ma esercita anche il potere di accertamento in nome proprio, diventando l’unico interlocutore del contribuente nella fase contenziosa. Di conseguenza, il ricorso contro il Comune è stato dichiarato inammissibile.

Il fulcro della controversia sulla decadenza TARSU

Il cuore della decisione verteva sul calcolo del termine di decadenza di cinque anni. La normativa sulla TARSU stabilisce che il contribuente deve presentare la denuncia di occupazione dei locali ‘entro il 20 gennaio successivo all’inizio dell’occupazione o detenzione’. Il dubbio interpretativo era se il termine per l’accertamento da parte dell’ente dovesse decorrere dall’anno d’imposta in corso o dall’anno successivo a quello della mancata denuncia.

La Corte di Cassazione, aderendo al suo orientamento più recente e consolidato, ha affermato che il termine di decadenza decorre dall’anno corrente. Questo significa che per un tributo relativo all’anno 2011, il termine quinquennale scade il 31 dicembre 2016 (2012, 2013, 2014, 2015, 2016). Di conseguenza, per il tributo del 2012, il termine scadeva il 31 dicembre 2017.

L’impatto del principio di scissione della notifica

Nel caso specifico, l’avviso di accertamento era stato consegnato all’agente postale per la notifica il 31 dicembre 2017. Qui entra in gioco il principio della scissione degli effetti della notificazione, secondo cui, per il notificante (l’ente impositore), gli effetti si producono al momento della consegna dell’atto all’ufficiale notificatore, non al momento della ricezione da parte del destinatario. Pertanto:
– Per l’annualità 2011, la notifica del 31 dicembre 2017 era tardiva, poiché il termine di decadenza era già spirato il 31 dicembre 2016.
– Per l’annualità 2012, la notifica del 31 dicembre 2017 era tempestiva, in quanto effettuata l’ultimo giorno utile prima della scadenza del termine.

Le motivazioni della Corte

La Corte ha motivato la sua decisione basandosi su un’interpretazione letterale della norma (art. 70, d.lgs. 507/1993). I giudici hanno sottolineato che la legge fa riferimento al ’20 gennaio successivo all’inizio dell’occupazione’ e non ‘dell’anno successivo’. Laddove il legislatore ha voluto posticipare i termini all’anno seguente, lo ha fatto in modo esplicito, come nel caso dell’ICI. Questa interpretazione, secondo la Corte, garantisce un equilibrio tra le esigenze di accertamento dell’ente e la certezza dei rapporti giuridici per il contribuente. La decisione di annullare parzialmente l’atto impositivo per l’annualità 2011 è stata quindi una diretta conseguenza di questo rigoroso calcolo dei termini, confermando che il potere impositivo non è illimitato nel tempo ma deve essere esercitato entro scadenze precise e inderogabili.

Le conclusioni

In conclusione, l’ordinanza ha annullato parzialmente l’avviso di accertamento, dichiarando prescritta la pretesa per l’anno 2011 e valida quella per il 2012. La sentenza ha cassato la decisione della commissione tributaria regionale e ha rinviato la causa per un nuovo esame limitatamente al rapporto tra contribuente e concessionario. Questa pronuncia offre due importanti lezioni pratiche: primo, in caso di riscossione in concessione, il ricorso va notificato solo al concessionario; secondo, il termine di decadenza per la TARSU si calcola a partire dalla fine dell’anno d’imposta di riferimento, rendendo fondamentale per gli enti impositori agire con tempestività per non perdere il diritto all’accertamento.

Quando inizia a decorrere il termine di cinque anni per la decadenza TARSU?
Secondo la Corte di Cassazione, il termine di decadenza decorre dall’anno corrente in cui il tributo è dovuto. Ad esempio, per la TARSU del 2011, il termine quinquennale scade il 31 dicembre 2016.

Se il servizio di riscossione tasse è affidato a un concessionario, contro chi deve agire il contribuente?
Il contribuente deve impugnare l’atto direttamente e unicamente nei confronti del concessionario. Quest’ultimo, infatti, acquisisce non solo la legittimazione sostanziale ma anche quella processuale per resistere in giudizio, mentre il Comune difetta di legittimazione passiva.

La data di spedizione dell’avviso di accertamento è sufficiente per interrompere la decadenza?
Sì. Per il principio della scissione degli effetti della notifica, ai fini del rispetto del termine di decadenza da parte dell’ente impositore, rileva la data in cui l’atto viene consegnato all’agente postale per la spedizione, e non la data in cui viene ricevuto dal contribuente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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