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Decadenza accertamento IMU: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 16230/2024, si è pronunciata sulla decadenza accertamento IMU. Due contribuenti avevano impugnato avvisi di accertamento per omessa denuncia IMU su immobili non accatastati per gli anni dal 2012 al 2016. La Corte ha accolto parzialmente il ricorso, annullando l’accertamento per il 2012 perché notificato oltre il termine di decadenza quinquennale, chiarendo che il termine decorre dall’anno in cui la dichiarazione avrebbe dovuto essere presentata.

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Pubblicato il 27 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Decadenza accertamento IMU: quando la notifica è tardiva

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 16230 dell’11 giugno 2024, ha fornito un’importante precisazione sui termini di decadenza accertamento IMU in caso di omessa dichiarazione. La pronuncia chiarisce il momento esatto da cui decorre il termine quinquennale a disposizione dei Comuni per notificare gli avvisi di accertamento, un principio fondamentale per la tutela dei diritti dei contribuenti. Analizziamo insieme i fatti di causa e le motivazioni della Suprema Corte.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine dall’impugnazione, da parte di due contribuenti, di una serie di avvisi di accertamento per omessa denuncia dell’IMU relativa agli anni dal 2012 al 2016. Gli accertamenti riguardavano la comproprietà di cinque immobili che non risultavano accatastati e ai quali era stata attribuita una rendita presunta.

Sia la Commissione tributaria provinciale che quella regionale avevano respinto le ragioni dei contribuenti. In particolare, i giudici di merito avevano ritenuto che l’onere della prova sulla notifica della rendita catastale non gravasse sul Comune e che il termine di decadenza per l’accertamento relativo all’anno 2012 non fosse ancora spirato al momento della notifica.
I contribuenti hanno quindi proposto ricorso per cassazione, basandolo su due motivi principali: la violazione delle norme sull’onere della prova e l’errata applicazione dei termini di decadenza.

La Decisione della Corte di Cassazione sulla decadenza accertamento IMU

La Suprema Corte ha ritenuto infondato il primo motivo di ricorso ma ha accolto il secondo, cassando la sentenza impugnata e decidendo nel merito a favore dei contribuenti per l’annualità 2012.

Per quanto riguarda il primo motivo, la Corte ha chiarito che nel procedimento speciale di accatastamento degli ‘immobili fantasma’, la notifica dell’atto di attribuzione della rendita presunta avviene con modalità generalizzate (affissione all’albo pretorio e pubblicazione in Gazzetta Ufficiale). Di conseguenza, la rendita così attribuita diventa intangibile e costituisce il presupposto per l’accertamento IMU da parte del Comune, il quale non è tenuto a fornire una specifica giustificazione nella motivazione dell’avviso. Eventuali contestazioni sulla rendita devono essere mosse dal contribuente direttamente nei confronti dell’Agenzia del Territorio.

Il punto cruciale della decisione riguarda il secondo motivo, incentrato sulla decadenza accertamento IMU. La Corte ha stabilito che la Commissione tributaria regionale ha errato nel calcolare il termine di prescrizione per l’anno 2012.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha ricostruito meticolosamente la normativa applicabile. La legge (art. 1, comma 161, L. 296/2006) stabilisce che gli avvisi di accertamento devono essere notificati, a pena di decadenza, entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui la dichiarazione o il versamento avrebbero dovuto essere effettuati.

Nel caso specifico dell’IMU 2012, poiché era stato ripristinato l’obbligo di dichiarazione per gli immobili posseduti a partire dal 1° gennaio 2012, questa avrebbe dovuto essere presentata entro il 30 giugno 2013 (termine poi prorogato, ma comunque ricadente nel 2013).

L’errore del giudice di merito è stato quello di far decorrere il quinquennio dal 2013, fissando la scadenza al 31 dicembre 2018. La Cassazione, invece, ha correttamente statuito che il termine di cinque anni decorre dall’anno in cui la dichiarazione avrebbe dovuto essere presentata. Pertanto, per l’omessa dichiarazione IMU del 2012, il dies a quo per il calcolo è il 2013. Il quinquennio si è quindi concluso il 31 dicembre 2017.

Poiché l’avviso di accertamento per il 2012 è stato notificato ai contribuenti solo il 10 agosto 2018, esso risulta tardivo e, di conseguenza, nullo per intervenuta decadenza del potere impositivo del Comune.

Le Conclusioni

Questa ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio di certezza del diritto di fondamentale importanza. La decadenza accertamento IMU non ammette interpretazioni estensive. Il termine di cinque anni è perentorio e la sua decorrenza è chiaramente ancorata all’anno in cui l’adempimento fiscale (dichiarazione o versamento) è stato omesso.

Per i contribuenti, questa decisione sottolinea l’importanza di verificare sempre la data di notifica degli avvisi di accertamento, specialmente quelli relativi ad annualità più remote. Un avviso notificato oltre il termine quinquennale è illegittimo e può essere annullato. Per gli enti locali, la sentenza è un monito a esercitare il proprio potere di accertamento con tempestività, nel rispetto dei limiti temporali imposti dalla legge a garanzia del contribuente.

Quando inizia a decorrere il termine di cinque anni per la decadenza dell’accertamento IMU in caso di omessa dichiarazione?
Il termine quinquennale di decadenza per la notifica dell’avviso di accertamento decorre dal 31 dicembre dell’anno in cui la dichiarazione avrebbe dovuto essere presentata. Per l’IMU 2012, la dichiarazione andava presentata nel 2013, quindi il termine è scaduto il 31 dicembre 2017.

Il Comune, nell’avviso di accertamento IMU, deve dimostrare di aver notificato l’attribuzione della rendita presunta all’immobile?
No. Secondo la Corte, per gli ‘immobili fantasma’ la procedura di notifica della rendita presunta è generalizzata (affissione all’albo pretorio). La rendita diventa così il presupposto vincolante per l’imposizione comunale, e il Comune non deve fornire ulteriore prova o motivazione specifica nell’avviso di accertamento.

A chi deve rivolgersi il contribuente se contesta la rendita catastale presunta utilizzata per calcolare l’IMU?
Il contribuente deve impugnare l’atto di attribuzione della rendita direttamente nei confronti dell’ente che lo ha emesso, ovvero l’Agenzia del Territorio (oggi Agenzia delle Entrate). Non può sollevare contestazioni sulla determinazione della rendita nel giudizio contro l’avviso di accertamento IMU emesso dal Comune.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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