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Decadenza accertamento CIMP: la regola dei 5 anni

Una società ha contestato un avviso di accertamento per CIMP relativo al 2012, notificato nel 2017, sostenendo l’avvenuta prescrizione. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, chiarendo che per l’attività di accertamento dei tributi locali come il CIMP non si applica la prescrizione, bensì il termine di decadenza. Tale termine scade il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello d’imposta. Di conseguenza, la notifica avvenuta a settembre 2017 per l’anno 2012 è stata ritenuta tempestiva e legittima.

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Pubblicato il 23 agosto 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Decadenza Accertamento CIMP: La Cassazione e la Regola dei 5 Anni

Quando si parla di tributi locali, i termini entro cui l’ente impositore può agire sono un tema cruciale per cittadini e imprese. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su un punto fondamentale: la differenza tra prescrizione e decadenza nell’ambito dell’accertamento del Canone per l’Installazione dei Mezzi Pubblicitari (CIMP). La corretta comprensione di questi istituti è essenziale per determinare la legittimità di un avviso di accertamento. In questo articolo, analizzeremo il caso e chiariremo perché la decadenza accertamento CIMP segue una regola specifica.

I Fatti del Caso: Un Avviso di Accertamento Contestato

Una società si vedeva notificare, in data 29 settembre 2017, un avviso di accertamento da parte di un Comune per il mancato pagamento del CIMP relativo all’anno d’imposta 2012. La società decideva di impugnare l’atto, sostenendo che il diritto del Comune a richiedere il pagamento fosse ormai estinto per prescrizione quinquennale. Secondo la tesi del contribuente, il termine per il pagamento era il 31 marzo 2012, e quindi la prescrizione si sarebbe compiuta il 31 marzo 2017, ben prima della notifica dell’accertamento.

Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale respingevano il ricorso, ritenendo che l’amministrazione non fosse incorsa in alcuna prescrizione. La questione è così giunta all’attenzione della Corte di Cassazione.

La Distinzione Cruciale: Decadenza vs. Prescrizione nell’accertamento CIMP

Il cuore della decisione della Cassazione risiede nella netta distinzione tra l’istituto della prescrizione e quello della decadenza. Il ricorrente basava la sua difesa sull’art. 2948, n. 4 c.c., che prevede la prescrizione in cinque anni per tutto ciò che deve pagarsi periodicamente ad anno o in termini più brevi.

La Corte ha chiarito che tale norma non è applicabile al caso di specie. Il CIMP, pur essendo un tributo annuale, non ha la stessa natura di “periodicità” di altre imposte (come quelle immobiliari), poiché i suoi presupposti possono variare rapidamente. Ma, soprattutto, la Corte ha sottolineato che in questa fase non si discute del diritto alla riscossione (soggetto a prescrizione), bensì dell’esercizio del potere di accertamento da parte del Comune, che è invece soggetto a un termine di decadenza.

L’Applicazione della Legge sui Tributi Locali

La norma di riferimento per stabilire i termini dell’attività di accertamento dei tributi locali è l’art. 1, comma 161, della Legge n. 296/2006. Questa disposizione stabilisce in modo inequivocabile che gli avvisi di accertamento in rettifica o d’ufficio devono essere notificati al contribuente, a pena di decadenza, entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui la dichiarazione o il versamento sono stati o avrebbero dovuto essere effettuati.

Questo significa che il termine non decorre dalla data di scadenza del singolo pagamento, ma si calcola per anni interi, con una scadenza fissa al 31 dicembre.

le motivazioni

La Suprema Corte ha fondato la sua decisione su una chiara analisi giuridica. In primo luogo, ha distinto l’attività di accertamento da quella di riscossione: la prima è soggetta a un termine di decadenza, che impedisce la formazione stessa del credito se non esercitata in tempo; la seconda a un termine di prescrizione, che estingue il diritto a riscuotere un credito già accertato. Nel caso in esame, l’atto contestato era un avviso di accertamento, quindi era necessario verificare il rispetto del termine di decadenza. Applicando la Legge 296/2006, per un tributo dovuto nel 2012, l’ente impositore aveva tempo fino al 31 dicembre 2017 per notificare l’atto. La notifica, avvenuta il 29 settembre 2017, è risultata quindi pienamente tempestiva. La Corte ha pertanto rigettato la tesi del ricorrente, che confondeva i due istituti e applicava erroneamente il termine di prescrizione alla fase di accertamento.

le conclusioni

La sentenza ribadisce un principio fondamentale per i contenziosi in materia di tributi locali: è essenziale distinguere correttamente i termini applicabili a ciascuna fase del procedimento. Per i contribuenti, ciò significa che non è sufficiente attendere cinque anni dalla scadenza del pagamento per considerarsi al riparo da un accertamento. L’amministrazione comunale ha un potere più ampio, che si estende fino al 31 dicembre del quinto anno successivo. Questa pronuncia offre quindi un importante metro di valutazione per verificare la legittimità degli atti impositivi notificati dai Comuni, confermando che la decadenza accertamento CIMP e di altri tributi locali segue una scadenza fissa e non variabile.

Qual è il termine per la notifica di un avviso di accertamento per il CIMP?
L’avviso di accertamento per il CIMP, come per gli altri tributi locali, deve essere notificato, a pena di decadenza, entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui il versamento doveva essere effettuato.

Si applica la prescrizione quinquennale dell’art. 2948 c.c. all’accertamento del CIMP?
No, la Corte ha stabilito che la prescrizione quinquennale per le prestazioni periodiche non si applica alla fase di accertamento del CIMP. L’attività di accertamento è soggetta a un termine di decadenza, non di prescrizione.

Qual è la differenza tra decadenza e prescrizione in questo contesto?
La decadenza riguarda il termine entro cui l’ente impositore deve compiere l’attività di accertamento (notificare l’avviso). La prescrizione, invece, riguarda il termine entro cui l’ente, una volta che il credito è stato accertato e reso definitivo, può procedere alla riscossione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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