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Dazio antidumping: quando sorge l’obbligazione doganale

Una società importatrice ha richiesto il rimborso di un dazio antidumping, sostenendo che le merci erano già nel territorio UE in custodia temporanea prima dell’entrata in vigore del dazio. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che l’obbligazione doganale, e quindi l’applicabilità del dazio antidumping, sorge al momento dell’accettazione della dichiarazione doganale per l’immissione in libera pratica, non al momento dell’ingresso fisico delle merci.

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Pubblicato il 11 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Dazio Antidumping: Quando Scatta l’Obbligo di Pagamento per le Merci in Dogana?

L’importazione di merci da paesi extra-UE è un processo complesso, regolato da normative precise. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha chiarito un punto fondamentale riguardo l’applicazione del dazio antidumping: il momento esatto in cui sorge l’obbligazione doganale. La questione è cruciale per gli operatori del settore, poiché determina se un dazio introdotto dopo l’arrivo fisico della merce nel territorio unionale debba essere pagato o meno. Analizziamo insieme la decisione per comprendere le sue implicazioni pratiche.

I fatti del caso: la controversia sul dazio antidumping

Una società italiana importava piatti di acciaio inossidabile dalla Cina e da Taiwan. Le merci erano arrivate via mare nel territorio dell’Unione Europea in diverse date nel marzo 2015 e, come prassi, erano state poste in regime di “custodia temporanea” presso un deposito doganale, in attesa del loro sdoganamento definitivo.

Il 26 marzo 2015, mentre le merci erano ancora in questo stato transitorio, è entrato in vigore un Regolamento UE che istituiva un dazio antidumping provvisorio su quel tipo di prodotto. Nelle settimane successive, la società ha proceduto allo sdoganamento, presentando le dichiarazioni doganali per l'”immissione in libera pratica” delle merci. L’Agenzia delle Dogane ha quindi applicato il nuovo dazio.

Ritenendo il pagamento non dovuto, l’azienda ha presentato un’istanza di rimborso. La tesi della società era semplice: al momento dell’entrata in vigore del dazio, le merci si trovavano già fisicamente nel territorio dell’UE, quindi non potevano essere soggette a una nuova imposta sull’importazione. Se in prima istanza la Commissione Tributaria Provinciale aveva dato ragione all’azienda, la Commissione Tributaria Regionale aveva ribaltato la decisione, accogliendo l’appello dell’Amministrazione doganale. La controversia è così giunta dinanzi alla Corte di Cassazione.

La decisione della Corte di Cassazione e l’obbligazione doganale

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della società, confermando la legittimità dell’applicazione del dazio. I giudici hanno stabilito un principio chiave, basato sulla normativa doganale europea (sia il vecchio Codice Doganale Comunitario, CDC, sia il nuovo Codice Doganale dell’Unione, CDU).

Quando sorge l’obbligazione doganale?

Il cuore della decisione risiede nella distinzione tra due momenti diversi:
1. L’ingresso fisico della merce: Il semplice attraversamento del confine dell’Unione Europea.
2. La nascita dell’obbligazione doganale: Il momento giuridico in cui sorge l’obbligo di pagare i dazi.

La Corte ha chiarito che l’obbligazione doganale all’importazione non sorge con il mero ingresso materiale delle merci nel territorio unionale. Invece, essa sorge con il vincolo della merce al regime di “immissione in libera pratica”, che coincide con il momento dell’accettazione della relativa dichiarazione doganale da parte delle autorità. Lo stato di “custodia temporanea” è solo una fase preliminare, in cui la merce è sotto vigilanza doganale ma non è ancora stata nazionalizzata. Durante questo periodo, l’importatore può ancora decidere di dare alla merce una destinazione diversa, come la riesportazione, evitando così il pagamento dei dazi.

Le motivazioni

La Suprema Corte ha motivato la sua decisione evidenziando che la normativa applicabile per determinare i dazi dovuti è quella in vigore nel momento in cui sorge l’obbligazione doganale. Nel caso specifico, le dichiarazioni doganali sono state presentate e accettate ad aprile 2015, quando il regolamento sul dazio antidumping era già pienamente efficace. Pertanto, sebbene le merci fossero arrivate a marzo, il momento giuridicamente rilevante per l’applicazione del dazio era successivo all’entrata in vigore della nuova normativa. La circostanza che l’azienda fosse a conoscenza da mesi dell’apertura del procedimento antidumping è stata ritenuta irrilevante ai fini della decisione, che si fonda unicamente sul momento genetico dell’obbligazione tributaria.

Le conclusioni

Questa sentenza offre un importante chiarimento per tutti gli importatori. Il principio stabilito è che il regime fiscale e daziario applicabile a una merce è quello vigente non al momento del suo arrivo in porto, ma al momento della sua dichiarazione per l’immissione in libera pratica. Di conseguenza, le merci in custodia temporanea sono soggette a qualsiasi nuova normativa sui dazi che entri in vigore prima del loro effettivo sdoganamento. Per gli operatori economici, ciò significa che il rischio di nuove imposizioni fiscali persiste per tutto il periodo in cui la merce rimane in deposito doganale, rendendo fondamentale una pianificazione attenta e tempestiva delle operazioni di importazione.

A partire da quale momento sorge l’obbligo di pagare un dazio antidumping su merci importate?
L’obbligo di pagare il dazio antidumping, come per ogni obbligazione doganale, sorge al momento dell’accettazione della dichiarazione doganale per l’immissione in libera pratica, e non al momento dell’ingresso fisico delle merci nel territorio dell’Unione Europea.

Le merci che si trovano in “custodia temporanea” in dogana sono considerate già importate ai fini dei dazi?
No. Secondo la sentenza, lo stato di custodia temporanea è una fase transitoria sotto vigilanza doganale. Non costituisce importazione e non fa sorgere l’obbligazione doganale, che nasce solo con la successiva dichiarazione di immissione in libera pratica.

Se un nuovo dazio antidumping entra in vigore mentre le mie merci sono in custodia temporanea, sono tenuto a pagarlo?
Sì. La sentenza chiarisce che la normativa applicabile è quella in vigore al momento della nascita dell’obbligazione doganale. Se il dazio è stato istituito prima della presentazione della dichiarazione per l’immissione in libera pratica, esso è dovuto, anche se le merci erano già arrivate nel territorio UE prima dell’entrata in vigore del dazio stesso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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